Angelina Jolie, la confessione: da sempre lotta per il bene dei suoi figli

Questo articolo in breve

E’ a una creatura divina, Angelina Jolie. Pelle lunare, sorriso luminoso e tatuaggi sulle spalle nude, l’attrice è di nuovo la strega cattiva (che poi così cattiva non è) in Maleficent – Signora del male, seguito di Maleficent, grande successo della Disney cinque anni fa. L’attrice premio Oscar, ex moglie di Brad Pitt e mamma orgogliosa di sei figli – tre adottati e tre nati dalla sua unione con l’attore -, vola a Roma in coppia con la collega Michelle Pfeiffer: qui presenta la pellicola in anteprima europea ad Alice nella Città, sezione parallela e autonoma della Festa del Cinema di Roma.

«Quello di Malefica è un personaggio che ho amato e che mi ha divertito moltissimo», racconta la Jolie. Lei, nei panni della strega dalle lunghissime corna nere e dai poteri sovrannaturali, è una delle tre donne della storia: lotta per ‘ proteggere la figlia adottiva Aurora (cioè Elle Fanning, promessa sposa del principe Filippo) da Ingrith (l’attrice Michelle Pfeiffer), regina e madre di lui, assetata di potere.

Angelina, che temi affrontate nel film?

«Grazie a questa favola si affrontano tante questioni importanti per la vita di tutti. La maternità e la famiglia, la forza delle donne e la comprensione tra i due sessi. E anche la tutela dell’ambiente».

Che cosa significa essere una famiglia per te?

«Credo che la famiglia non sia solo quella che nasce dai legami di sangue. Sono molto fortunata ad avere la mia in questa vita: ho imparato davvero tanto da ciascuno dei miei sei figli e sono grata a tutti loro. Questo è un tema che sta particolarmente a cuore a me ma anche a Michelle, perché nelle nostre vite siamo tutte e due madri. E non solo di sangue, ma anche adottive».

È diffìcile essere madri al giorno d’oggi?

«Nel film il mio personaggio si pone tante domande: non crede di poter essere la persona giusta per allevare Aurora e vive un conflitto interiore. In realtà la maternità salva la vita a questa creatura selvaggia, regalandole l’equilibrio. Anche io, da giovanissima, mi chiedevo spesso se sarei potuta diventare una buona madre. Ebbene, ci ha pensato la mia (Marcheline Bertrand, scomparsa nel 2007, ndr) a togliermi il dubbio: “Se ti poni il problema, allora sarai brava coi tuoi figli”, diceva».

Lei e le sue colleghe siete tre donne forti: che cos’è la forza per una donna?

«La forza di una donna è quella di rimanere se stessa, di avere un rapporto con l’altro sesso da cui poter imparare e viceversa. Gli uomini rimangono un aspetto importante nella nostra vita. Una donna forte è anche una mamma che racconta le favole ai figli la sera prima di andare a dormire. E Aurora, mia figlia nel film, combatte per la sua vita e ottiene quello che vuole: la pace e l’unione tra due regni, da una parte, ma anche l’uomo che ama e una famiglia».

L’inclusione e il rispetto per le diversità sono un messaggio importante nel film…

«Il mondo è pieno di lingue, culture e popoli. Se tutti imparassimo a supportarci gli uni con gli altri, diventeremmo più forti. Purtroppo oggi cercano di inviarci messaggi di paura e di divisione; ma nel nostro cuore sappiamo di essere tutti uguali e la generazione dei nostri figli – e dei figli dei nostri figli sta crescendo e crescerà in questa direzione. La bellezza per me è nell’accettazione dell’altro. Malefica è solo apparentemente cattiva; in realtà è una persona che non si sente accettata, perché le dicono che non è abbastanza buona».