Martina Colombari, i social sono un vomitatolo, perché tutti si sentono in diritto di dire la propria

Questo articolo in breve

Bella, bellissima anche oggi a 44 anni. Martina Colombari non conosce età. Fa sport, segue un’alimentazione corretta, fa quello che si sente di fare. Noi l’abbiamo ascoltata al Tempo delle Donne, dove ha parlato del suo corpo, “dei disturbi alimentari ancora oggi sono un argomento tabù”. Tematiche che la coinvolgono in prima persona perché “troppo spesso vengo accusata di essere un cattivo esempio per il mondo femminile per il mio fisico e di portare un messaggio sbagliato a tutte le donne”.

Martina, questo ti dà fastidio?

Questo mi indispettisce tanto perché l’anoressia, come la bulemia o comunque tutte quelle malattie che riguardano i disturbi alimentari, sono il risultato di problemi ben più serii. Tutto parte sempre dalla nostra testa. Dietro a questi disturbi non c’è una mancanza di cibo di queste ragazze che soffrono, non c’è la voglia di emolurare modelle o celebreties.C’è una mancanza di amore, di felicità, di attaccamento alla vita.

Che donna è Martina oggi?

Sono una donna di 44 anni e a volte non riesco ad accettare i miei limiti. Pensiamo di essere wonderwoman, di avere questo mantello meraviglioso sulle spalle ed essere infallibili, delle fantastiche mogli, delle fantastiche mamme, che niente ci distrugge, perché viviamo i fallimenti come se fossero degli errori e invece gli errori possono essere degli insegnamenti che ci possono aiutare a crescere, a fare sempre meglio. Se non siamo noi a volerlo diventa complicato, perché la vita non è semplice, non lo è per nessuno, è dura.

La vita è dura anche per tp?

Certo, perché non dovrebbe esserlo? C’è chi crede che per noi “personaggi famosi” sia tutto facile, sia tutto bello. Ma non è così, invece è tutto normale. La mia vita è esattamente come quella degli altri, non c’è niente di diverso.

I social rappresentano un pericolo per chi è già predisposto a cadere in questo tipo di malattia?

I social per me sono un “vomitatoio”. Lo dice una persona che è social, che ha un sacco di follower, che ha tanta gente che la ama e tanta gente che non la sopporta. È un vomitatoio perché tutti si sentono nel diritto di dire la loro. Peccato che si debba differenziare fra una critica e un insulto, tra un consiglio e una sentenza. Bisognerebbe fare una grande pulizia in questi social network perchè ci raccontano una realtà che poi non è la realtà. È la realtà che vogliono loro, non è la quotidianità. La vita vera è un’altra cosa. Bisogna fare attenzione, proteggere i nostri ragazzi, lo mi sto un po’ stancando dei social…

Hai fatto della tua bellezza il tuo lavoro. Che rapporto hai con il tuo corpo?

È una domanda che mi ha sempre mandato in confusione. Perché ci sono un sacco di pregiudizi su noi donne: le donne belle non hanno un cervello, non sanno parlare, quindi cercavo di essere normale, quasi di abbruttirmi. Il mio corpo m’infastidiva, in qualche modo non mi era alleato. Ma non ero pronta io, non ero matura io, non ero capace di accogliere il mio essere speciale attrawerso la bellezza e quando ho capito che dovevo accogliermi per come ero e accettarmi, quando ho smesso di accontentare gli altri, a cercare sempre un’approvazione dagli altri mi sono liberata. Mi sono resa conto che c’era una Martina che volevano gli altri ma che non era quella che voleva Martina. L’ho iniziato a capire tre-quattro anni e diciamo che la persona che più di tutti me lo ha insegnato è stato mio figlio, perché mi ha fatto vedere chi

è esattamente Martina con tutti i suoi limiti, con tutti i suoi dubbi e ho dovuto smantellare tutto quel meraviglioso mondo che mi ero creata intorno a me. Sono tornata con i piedi per terra e ho ripreso in mano la mia vita…

In che modo hai evitato di scivolare in questi disturbi?

Sono stata molto fortunata. A 16, dopo aver vinto Miss Italia, ho abbandonato il mio mondo da adolescente molto semplice per venire a vivere a Milano. Mio papà faceva il pizzaiolo, mia mamma la casalinga, siamo una famiglia molto normale. La loro educazione mi ha dato questa stabilità, i valori che ho preso da loro, sono stati quelli che ho cercato di dare anche a mio figlio Achille; ho incontrato nella mia vita, nel mio percorso sempre persone competenti che io chiamo i miei maestri di vita. E poi un marito che ho conosciuto a vent’anni che è tuttora l’amore della mia vita e questo penso sia una grande medicina per sorridere di continuo alla vita…