Marco Bocci, sono stato tre giorni in coma: “Mi ha salvato Laura”

Questo articolo in breve

A fine novembre debutterà al cinema da regista. Ma l’attore, sposato da 5 anni con Laura Chiatti, non dimentica il terrore di un anno fa: «Mia moglie mi ha trovato per terra privo di sensi». Un malore causato da un herpes arrivato al cervello: «Mi sono svegliato dopo tre giorni; ho avuto paura. La consapevolezza di non essere indistruttibile ti lascia atterrito. Ma la “botta” ti fa apprezzare di più la vita»

diviso in due il tempo di Marco Bocci. E, a far da spartiacque tra il prima e il dopo, c’è stato un tempo – tre giorni per chi può ancora guardare l’orologio che scandisce i minuti e le ore, una vasta distesa senza colore per chi si aggira nella terra di nessuno del coma – che ha cambiato tutto. Lo ha confessato l’attore in un’intervista al Corriere della Sera, ricordando la grande paura di un anno fa, quando «mia moglie Laura mi trovò per terra privo di sensi». Soccorso, ricoverato e curato per un herpes arrivato fino al cervello. «È stato brutto, davvero brutto.

È una cosa che non ti aspetti, anche se l’ho realizzata solo dopo», ha ricordato l’attore, che ha provato sulla propria pelle quanto il corpo e la vita che contiene possano essere fragili. «Mi sono svegliato dopo tre giorni: ho avuto paura. La consapevolezza di non essere indistruttibile o immortale ti lascia atterrito. Ma la botta ti fa apprezzare la cose diversamente: sono ripartito con un’energia nuova». E Bocci la sua l’ha convogliata verso la famiglia, ancora di più rispetto a quanto facesse prima: Laura, con cui è sposato da cinque anni, i due figli Enea e Pablo, ancora piccoli. «La famiglia è un cardine per me». Ma anche la cerchia di amici lo è e tutte quelle persone che, prima o poi, sono passate nella sua vita lasciando un segno. Tra queste c’è Emma Marrone, la cantante, la ex fidanzata, reduce da un intervento impegnativo che l’ha costretta a rinunciare ai concerti per curarsi. TVa i due è rimasta l’amicizia, tanto che nei giorni più bui Marco l’ha chiamata al telefono: «Mi ero spaventato.

Avevo provato a chiamarla ma aveva il telefono spento: volevo farle arrivare il mio messaggio». Poi c’è il capitolo lavoro. E anche in questo campo Bocci ha cambiato direzione in modo più evidente.

Qualche indizio di questa volontà di mescolare le carte, però, già c’era. E il suo primo libro A Tor Bella Monaca non piove mai (DeA, € 7,90) uscito nel 2016 era il più evidente. Adesso, però, c’è di più. Perché Bocci da quel libro ha tratto un film da lui diretto, che sarà nelle sale dal 28 novembre.

«Rivedo le foto del mio primo giorno dietro la macchina da presa e mi dico: che stupido, potevi goderti di più quegli attimi… è stato tutto troppo naturale. Semplicemente, dopo averlo tanto aspettato ho iniziato a farlo». Prima di mettersi dietro la macchina da presa e prima di scrivere il libro, Bocci aveva paura. L’eterno timore di essere giudicato non in grado, da attore – e per di più sex Symbol -, di esordire anche alla regia. «Devo quasi sempre dimostrare il triplo e lo avverto. Mi fanno un po’ paura i giudizi dati senza approfondire… per questo ho grandi timori sul mio film, gli stessi che avevo sul libro, anche se poi nessuno lo ha giudicato in modo prevenuto. Ma nel mio mestiere spesso le cose funzionano per cliché: hai successo con un personaggio e da lì ti chiamano sempre per gli stessi ruoli- fa perdere il fascino di questo lavoro.

Questa mia evoluzione rappresenta anche la possibilità creativa di esprimersi liberamente». Nel film Bocci ha messo molto di suo. Anche perché, nel quartiere romano di periferia che dà il titolo al libro e al film Tor Bella Monaca, ha vissuto: «Non è tutta come la raccontano, non c’è solo criminalità: è abitata da tanti che si rimboccano le maniche, lavorano e lottano». Nel film Bocci si è riservato solo una piccolissima parte: «Ho scelto di concentrarmi sulla regia, curando ogni inquadratura. Registi importanti mi hanno detto che se alla fine di un film senti di aver fatto il 30% di quello che avevi in mente è un successo: mi sento arrivato al 70%, sono felice». Nel film non compare neanche Laura. Ma la Chiatti reciterà nel prossimo film di suo marito, che sarà girato nel 2020. Per ora c’è l’ansia del debutto nelle sale.