Nicola Armando Tozzi è il figlio di Umberto Tozzi e della defunta Serafina Scialò. Stanno facendo discutere le dichirazioni rilasciate dal ragazzo, all’indomani della morte della madre morta lo scorso 17 gennaio in solitudine, nella sua casa. La Scialò è stata la compagna del cantautore torinese dal 1979 al 1984.
Fu lei la musa ispiratrice dei primi grandi successi dell’artista: Donna amante mia, Tu, Gloria, Ti amo, Stella Stai. Ma come fu grande amore così fu drammatica la separazione del 1984.
La Scialò, che viveva a Udine, si rifiutò sistematicamente di far incontrare il padre e il figlio Nicola Armando come stabilito in sede di giudizio.
Tozzi e il suo avvocato, documentarono decine di viaggi a vuoto a Udine compiuti dal cantante suffragati da espósti e ricorsi. Tozzi confidava agli amici che la sua ex compagna aveva fatto una specie di lavaggio del cervello al figlio con una sistematica opera di demolizione della figura paterna.
Eppure suo figlio Nicola smentisce i fatti, lanciando contro il padre parole che sembrano macigni: “Io mi sono preso il mio posto nel mondo chiamandomi Nicola, non Tozzi. Ho un secondo nome e dico: piacere, Nicola Armando. Aggiungo Tozzi se proprio devo. E, se mi chiedono “parente di?”, rispondo di no. A stupire un po’ tutti sono state le parole velenose del cantante non appena la notizia della morte della sua ex si è diffusa, dichiarando di averla perdonata “per tutto il male che ha fatto a me e a nostro figlio”. Aggiungendo: “Avrei potuto mandarla in galera per i soldi di cui si è appropriata…”.
Dopo aver assistito alla sfogo del padre sui giornali, Nicola ha deciso di dire la sua. I ricordi d’infanzia sul padre non sono bellissimi’ rammenta le liti al telefono tra i genitori “mamma mi portava dagli avvocati e, già a sei anni, mi diceva: prendi il telefono e chiama tuo padre”, gli incontri col padre sporadici, l’ultima volta lo ha visto nel 2011 “non rispose agli auguri di Natale del 2012 e neanche quando gli scrissi perché era in ospedale.
Per le condoglianze non ha chiamato”. Ma Nicola tiene a precisare un fatto: che sua madre non si appropriò di 450 milioni del padre. Il tema delle liti, insomma, è stato sempre il denaro.