Se fai queste 6 cose su WhatsApp rischi di finire in prigione

Questo articolo in breve

L’applicazione più usata al mondo, che è presente su miliardi di smartphone , utilizzata da centinaia di migliaia di utenti. Al punto di essere definita come un bene di primaria importanza per le persone che ormai da anni sfruttano le potenzialità dell’app per restare in contatto con familiari e amici.

Ma come per facebook anche WhatsApp è diventata questione di scontro e di molte battaglie legali oltre alle insidie legate alla messaggistica istantanea. Se molti credono che la crittografia sia un sistema studiato per rendere i messaggi indecifrabili a terze persone, è importante ricordare che la legge vale per tutte le piattaforme.

Ci sono stati casi analizzati e ritenuti i piu’ pericolosi e illegali ma soprattutto più frequenti che possono nascere dall’uso in proprio dell’applicazione. E’ stato riscontrato che tra gli utenti più giovani ci sia un utilizzo improprio, che consiste nella creazione di gruppi in cui c’è uso di materiale di cui il possesso implica un reato. Stiamo parlando di materiale pedo-pornografico cioè: immagini e video in cui sono presenti minori nudi, o anche immagini di violenza che viene usata contro soggetti più deboli “i bambini”

Ma forse non conoscete “le responsabilità degli amministratori di gruppo Whatsapp” Gli amministratori possono essere rintracciati e denunciati se viene scoperto che qualche membro del gruppo promuove attività illegali. L’attività investigativa della Polizia di stato è rivolta proprio in questo: “individuare gli amministratori dei partecipanti ai gruppi” dove ci sono atti di diffamazione e minacce. Mentre se qualcuno viene aggiunto involontariamente nelle chat di questo spessore consiglia la Dr.ssa Fabiola Silvestri è quello di segnalare immediatamente alle autorità

Da poco è stata anche inserito una nuova procedura, bloccare gli inviti ai gruppi Whatsapp. Inoltre anche la condivisione di clip pornografiche, cyberbullismo , vendette ricatti sono tutte piaghe sociali che spesso vengono diffuse tramite gli smartphone tra risate e indifferenza degli utenti. Una pratica prettamente illegale che diventa ancora più grave qualora si trattasse di materiale pedo pornografico.

Mentre se si è vittima di molestie su Whatsapp la vittima può formulare la querela per il reato dell’art. 660 c.p che prevede l’arresto fino a 6 mesi e una multa fino oltre ai 500 euro. Anche il furto d’identità è perseguibile per legge, e quindi se ne siete stati vittima bisogna denunciare, anche la condivisione di fake news puo’ essere integrato nel reato di diffamazione che provoca turbamento all’ordine pubblico.