I servizi sociali si erano accorti da tempo che quella famiglia non era un luogo sanno per la bambina che ci viveva, che non sarebbe mai riuscita a crescere bene in quella situazione di estrema difficoltà. E così aveva disposto l’affidamento a un’altra coppia, che si sarebbe presa cura di lei nel migliore dei modi. Quello che nessuno poteva mai immaginare, però, è che la piccola aveva un peso sulla coscienza grande come un macigno, un orrore che aveva cercato inutilmente di dimenticare e che risaliva proprio a quando viveva ancora con il padre e la madre biologici. La donna, infatti, aveva lasciato più volte che alcuni uomini abusassero della bambina in cambio di ingenti somme di denaro, cifre che crescevano con l’aumentare delle perversioni che il cliente chiedeva di soddisfare. Lei, senza la forza necessaria a ribellarsi, aveva chiesto alla donna di smettere piangendo, più volte. Sempre invano.
La madre era spesso anche presente durante gli abusi, ma non si era mai intromessa per interrompere quell’orrore. Quando i servizi sociali le hanno allontanato la figlia, era riuscita a convincerla a non rivelare nulla di quanto successo. Un segreto durato fino a quando il padre adottivo, cambiando il pannolino della bambina, non si era accorto che qualcosa non andava. Lei, a quel punto, aveva detto: “Papà mi ha fatto male. Papà, smettila di essere cattivo, fa male”.
Quella era la frase che la bambina era solita ripetere quando gli uomini, dopo essersi accordati con la madre, iniziavano a spogliarla. Un orrore emerso soltanto dopo settimane di indagini, che hanno permesso di accertare quanto accaduto. Per Azzie Watson del Kansas, negli Usa, sono subito scattate le manette, come riporta il Mirror. Gli agenti sono stati in grado di ricostruire i terribili abusi e capire che dietro le violenze c’era il consenso della mamma, impassibile di fronte alle sofferenze della piccola.
La piccola ha anche contratto un’infezione a trasmissione sessuale, ma se la caverà con qualche antibiotico, quello che preoccupa maggiormente è il danno psichico subito nei suoi pochissimi anni di vita. La bambina viveva in casa col madre, separata dal padre biologico della piccola e con il quale aveva rari contatti. L’uomo non era al corrente di quanto accadeva all’interno dell’abitazione.