Carlo Verdone: film Si vive una volta sola: «Ridere? Non solo, la commedia deve avere anche un sapore malinconico»

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Arriva al cinema il nuovo film di Carlo Verdone, “Si vive una volta sola”, una commedia che oltre a far ridere fa anche riflettere: è la storia dei componenti di un’equipe medica che si diverte a prendere in giro uno di loro, l’anestesista, ma quando scoprono che in realtà questi ha una malattia in stato avanzato decidono di fare un ultimo viaggio insieme senza dirgli nulla.

Un invito al vivere l’attimo, al “carpe diem”, al non fare troppi progetti per il futuro pensando soprattutto a godersi il presente, perché nessuno sa cosa accadrà. Un film che fa riflettere, una tecnica che Verdone ha imparato da suo padre, insegnante di storia del cinema all’università: «papà mi diceva sempre: “Mettici la poesia, Carlo. Mettici un po’ di poesia”, che la commedia, senza la poesia, non vale niente. “Ridere non basta”, diceva. – ha ricordato a “Vanity Fair” – La poesia è l’anima della commedia, anche e soprattutto quando restituisce alla commedia un sapore malinconico ». E’ il suo quarantacinquesimo film da attore e lui è il primo ad essere stupito da questa longevità: «a volte mi sembra incredibile. E mi chiedo: “Ma chi resiste per 42 anni?

Chi riesce a lavorare per quattro decenni di seguito provando sempre a reinventarsi senza cadere?”. Non mi sono mai sentito arrivato. Ho sempre visto i miei film come esami da affrontare e superare volta per volta. E’ stato faticoso. Logorante. La tentazione di dire “ma io cosa devo ancora dimostrare?” era forte». Per nostra fortuna, però, va avanti perché continua a regalarci ottimi film e, forse, una serie tv: «probabilmente farò una incursione con una serie televisiva. Almeno una la dovrò fare. – ha detto a “I Lunatici” – Me lo chiede il produttore e mi rendo conto anche io che con i tempi che corrono bisogna mettersi in gioco anche con cose del genere. Il mondo cambia, bisogna adeguarsi».