Ladro massacrato di calci durante l’arresto, condannati due poliziotti: gli ruppero la milza

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Dopo aver inseguito un ladro in fuga non si limitò a mettergli le manette ai polsi e arrestarlo, ma lo prese ripetutamente a calci sui fianchi fino a causare al bandito la rottura della milza. Per questa ragione un sovrintendente della polizia di Empoli è stato condannato dal tribunale di Firenze a 4 anni di reclusione: era accusato di lesioni gravissime e falso ideologico in atto pubblico.

Un altro poliziotto, accusato di aver redatto un falso verbale per coprire le violenze del collega sul fuggitivo, è stato invece condannato a 3 anni e due mesi. Il pubblico ministero Giacomo Pestelli aveva richiesto per i due imputati condanne rispettivamente a 15 e 6 anni. La sentenza del Tribunale di Firenze è stata dunque decisamente benevola nei confronti dei due servitori dello stato.

I fatti sono avvenuti nel 2013 a Bagni a Ripoli, in provincia di Firenze, e a segnalare gli abusi, facendo partire le indagini della procura, fu la dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Empoli che stilo’ il referto del ladro ferito, accompagnato in ospedale dagli stessi agenti che l’avevano catturato e malmenato. A lei il fermato, cui venne in seguito asportata la milza, raccontò: “Mi ha battuto la polizia”, facendo il gesto di battere un pugno sul palmo della mano.

Nel verbale, invece, i poliziotti affermavano che il ladro era caduto su del materiale edile acuminato mentre stavano per immobilizzarlo. Alcune ferite ed ecchimosi presenti sul lato sinistro del corpo del cittadino romeno (e l’assenza di altre che ci sarebbero dovute essere, stando alla dinamica rappresentata dai poliziotti) hanno però smentito la versione ufficiale. “Quando un criminale è nelle mani dello Stato, lo Stato deve sempre e comunque tutelarlo – ha detto il pm – qui invece c’è stata solo violenza gratuita”.