“Numeri da guerra”, Coronavirus: parla il direttore della terapia intensiva del Sacco di Milano

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Il direttore della terapia intensiva del Sacco di Milano, Emanuele Catena, è stato intervistato, facendo il punto della situazione e ha affermato che: Il decorso in terapia intensiva non è uno scherzo. Stare lì 10-15 giorni espone il malato a tutte le complicanze a lungo termine di una degenza lunga.

Lui stesso ha definito la situazione drammatica: Sì, i numeri che vediamo ci preoccupano, devo essere sincero. Al Sacco abbiamo 23 pazienti intubati e ricoverati in terapia intensiva. Però, in Lombardia sono più di 500 i malati che richiedono la terapia intensiva e la ventilazione meccanica. Ogni giorno ne intubiamo dai 30 ai 50. Sono numeri da guerra, lo posso confermare.

E ha affermato che tra i ricoverati al nosocomio meneghino, c’è anche il paziente numero 2, che è amico del 38enne di Codogno, già individuato come paziente 1. E si è espresso sulla questione dicendo che il paziente 2 Ha avuto un netto miglioramento. Sta migliorando, siamo ottimisti.

Parlando della terapia intensiva invece il dottor Catena si espresso dicendo che: Entrano in terapia intensiva prevalentemente adulti, anziani, maschi. Sono meno colpite le femmine. I pazienti sono molto critici, sono intubati. Sono connessi a un ventilatore, sono mantenuti in coma farmacologico. Affinché la patologia si risolva, sono necessari diversi giorni di degenza. Come tutti i pazienti gravi, anche quelli non necessariamente affetti da Covid-19 il decorso in terapia intensiva non è uno scherzo. Stare in terapia intensiva 10-15 giorni espone il malato a tutte le complicanze a lungo termine di una degenza lunga. Per tutta la vita? Si spera di no. Sicuramente è necessario un periodo di riabilitazione e ripresa per tornare a una vita normale.

Da qualche giorno circola la foto di un’infermiera che dorme stremata con la testa sulla tastiera, e si espresso affermando che la foto rappresenta quello che loro stanno vivendo: Una foto molto bella perché descrive la nostra quotidianità, dei medici, infermieri e del personale di supporto che gravita attorno alla terapia intensiva. Il personale ha turni di 8 ore. Gli infermieri di 10-14 ore, anche i medici. Dopo il turno escono stremati perché passano gran parte delle ore sotto le tute protettive, con un lavoro molto duro. Su un paziente complesso, pericoloso, delicato, che ha bisogno di variazioni di postura per poter essere curato al meglio. Il personale sta facendo di tutto, lo sta facendo bene, con il massimo spirito e la massima unione. Se sono preoccupato? Sono consapevole come tutti che siamo in un momento davvero difficile. Ma abbiamo un personale che reagisce. Medici e infermieri di grande valore, riusciremo ad affrontare questa situazione

Sui provvedimenti presi da Conte che ha dichiarato l’Italia intera zona rossa. E si è detto d’accordo. Raccomandando a tutti di restare chiusi in casa: Adesso è fondamentale. Dobbiamo dire a tutte le persone di fare uno sforzo insieme per cambiare le nostre abitudini, rimanere in casa il più possibile. Ridurre il più possibile i contatti sociali, se non sono necessari. Sono giorni veramente molto delicati, sono importanti. Invitiamo tutti a restare uniti e collaborare tutti, ognuno con il proprio ruolo.