Coronavirus in Italia, una buona notizia: l’epidemia comincia a rallentare

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Tre esperti italiani, il biologo Enrico Bucci, insieme al fisico della Sapienza Enzo Marinari e con la supervisione del fisico Giorgio Parisi, hanno analizzato il comportamento del nuovo coronavirus Sars-Cov-2 in Italia per capire meglio cosa sta accadendo. Sulla base dei dati resi noti dalla Protezione civile, gli esperti hanno svolto un’indagine e prodotto alcuni grafici che mostrano l’andamento della diffusione del nuovo coronavirus. “Per la prima volta, limitandoci agli ultimi giorni, possiamo dire che si intravede un segnale positivo”, scrive su Facebook il professor Enrico Bucci, docente di Biologia alla Temple University di Philadelphia.

“Al netto della terribile situazione lombarda, si nota un primo rallentamento del tempo di raddoppiamento dell’epidemia (anche in Lombardia, ma meno pronunciato e con dato sporcato dagli effetti saturativi)”. Il tempo di raddoppiamento è il numero di giorni in cui si duplica il numero di ricoverati, ricoverati in terapia intensiva e morti. Una frenata in questo indice è più evidente in quelle regioni in cui l’epidemia è in fase più iniziale. Praticamente in Lombardia, focolaio iniziale dell’epidemia in Italia, si regista il dato peggiore.

I tempi di raddoppio stanno crescendo, e questa è potenzialmente la premessa di buone notizie. Adesso l’importante è rispettare le prescrizioni, non contagiare e non essere contagiati, essere tutti insieme responsabili: fra qualche giorno il cambiamento in meglio dovrebbe diventare forte ed evidente”.

Lo studio, ad esempio, stima in 8 giorni il “ritardo” dell’Emilia Romagna rispetto alla Lombardia, e grazie ai grafici “si può osservare come, innanzitutto, l’avanzamento dell’epidemia nelle varie regioni sia grossolanamente correlato inversamente con la distanza dal focolaio lombardo, suggerendo che lo sviluppo sia iniziato in questa regione, diffondendosi poi a macchia d’olio nelle regioni via via più lontane, in buon accordo con l’ipotesi di un’epidemia unica”.

“Per le altre regioni si nota un tempo di raddoppiamento al di sopra dei 4 giorni, che rappresenta una differenza decisa rispetto ai dati risalenti a circa 2 settimane fa (circa 2,5 giorni). Fa eccezione la regione Marche, per la quale, per motivi non chiari, nonostante il notevole ritardo rispetto alla Lombardia, si osserva un tempo di raddoppiamento più simile a quella regione”.

 

In generale, si legge nello studio, “si nota come il tempo di raddoppiamento complessivo è passato dagli iniziali 2,4 giorni a 3,4 giorni (stimato per i deceduti). Se si utilizzano i valori dei ricoverati o dei ricoverati in terapia intensiva, si ottengono valori leggermente superiori; questo probabilmente è legato alla attesa risposta ritardata della curva di crescita dei pazienti deceduti rispetto alle altre. Gli effetti sul tempo di raddoppiamento osservati potrebbero essere forse correlati all’innalzamento di opportune barriere sociali, probabilmente autonomamente iniziate dai cittadini delle regioni colpite una decina di giorni fa, in seguito all’allarme sociale ed in corrispondenza approssimativa con il cambio di registro comunicativo. Sarà interessante studiare, tra qualche giorno, gli effetti aggiuntivi delle stringenti misure imposte pochi giorni fa dal governo, che dovrebbero ulteriormente aumentare il tempo di raddoppiamento dei parametri seguiti”.