Coronavirus, terapie intensive al collasso: “Tra poco arriviamo a un punto di non ritorno”

Tra poco arriviamo a un punto di non ritorno. Se ogni giorno abbiamo 85 persone in più che entrano in terapia intensiva e tendenzialmente ne escono due o tre, perché il dato è il 10% e il 15% considerato chi esce e chi muore, tutto questo non è sufficiente. È difficile per tutti ma, come noi stiamo facendo un grande sforzo, chiediamo la stessa intensità da tutti”.  A parlare ai microfoni di Sky TG24 è l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera.

Coronavirus, ospedali sotto pressione in Lombardia

Continua la corsa contro il tempo in Lombardia dove si cerca di svuotare gli ospedali con maggiore pressione, e già 91 pazienti sono stati spostati in altri presidi. 

“Tra poco arriviamo a un punto di non ritorno – spiega l’assessore Gallera – ne abbiamo mandati anche due in Sicilia, quindi c’è anche una solidarietà nazionale, ma parliamo di pochi numeri”.

Ma quanti sono i posti liberi in terapia intesiva? Secondo quanto riferito da Gallera le disponibilità sono minime: “Abbiamo pochissimi posti liberi nelle terapie intensive, ormai siamo nell’ordine di 15 o 20 a disposizione. Ogni giorno ne ricaviamo qualcuno di nuovo, domenica ne arrivano liberi altri tre e il San Raffaele sta creando un’area con 14 posti che sarà pronta però tra una settimana. Oggi li recuperiamo chiudendo le sale operatorie, dove ci sono dei respiratori che possono essere utilizzanti anche per sostenere il respiro”, aggiunge l’assessore.

Le terapie intensive in Lombardia al collasso

L’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera ha precisato che “oggi in Lombardia ci sono 1.100 letti in terapia intensiva, 898 dedicati ai pazienti Covid, 732 dei quali sono ora occupati da pazienti positivi e gli altri sono in attesa del risultato del tampone”.

“Non so in quale altro Stato europeo sarebbe stato possibile fare una cosa del genere. Per ora abbiamo trattato 1.064 pazienti, ne abbiamo dimesso il 10% e 145 sono deceduti”. Tra le vittime c’è anche Diego Bianco, un operatore del 118 molto apprezzato dai colleghi.

Arriva Guido Bertolaso: compenso simbolico di 1 euro

L’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso affiancherà il governatore lombardo Attilio Fontana per affrontare l’emergenza coronavirus. Un incarico accettato dietro il “compenso simbolico pari ad un euro”.

Lo annuncia la stessa Regione Lombardia in una nota con cui ufficializza la nomina. Il presidente della Regione ha chiesto a Bertolaso di affiancarlo come “consulente personale per la realizzazione del progetto riguardante la costruzione di un ospedale dedicato ai pazienti Covid presso le strutture messe a disposizione della Fondazione Fiera di Milano al Portello.”

“Se ho aperto l’ospedale Spallanzani vent’anni fa ed ho lavorato in Sierra Leone durante la micidiale epidemia di ebola forse qualcosa di utile con il mio team spero di riuscire a farlo” dice Guido Bertolaso. “Il mio pensiero va ai medici – quelli veri – agli infermieri ed ai tecnici sanitari e ai farmacisti che da settimane danno l’anima rischiando ogni istante per combattere e vincere questa battaglia”.

“Come potevo non aderire alla richieste del presidente della Lombardia di dare una mano nella epocale battaglia contro il Covid-19 se la mia storia, tutta la mia vita è stata dedicata ad aiutare chi è in difficoltà e a servire il mio Paese?”

L’idea della Lombardia è quella di aprire un ospedale al Portello per 600 letti di terapia intensiva dedicati ai pazienti positivi al Coronavirus.