Bergamo, Gori: “Un forno crematorio non basta più”

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In questi giorni di emergenza Coronavirus, la situazione a Bergamo si fa sempre più drammatica. Sconcertanti le notizie che arrivano quotidianamente da una delle aree del Nord più colpite dal morbo, che sembra non arrestarsi.

Le strutture ospedaliere sono al collasso, e gli operatori sanitari, che si battono in prima linea per prendersi cura dei pazienti sempre più numerosi, si trovano ormai vicino allo stremo.

Uno scenario che poco differisce da quello che si avrebbe in stato di guerra, dove in alcune circostanze i medici si trovano costretti anche a prendere decisioni drammatiche. “Noi abbiamo 6 posti letto normalmente in Rianimazione, ci siamo trovati improvvisamente ad avere quadri gravissimi sia in termini di malattia che di quantità. Le insufficienze respiratorie che vediamo in un anno sono 20-25, nell’ultima settimana abbiamo avuto 30 pazienti: 50 volte quello che accade normalmente”, ha dichiarato nei giorni scorsi durante la trasmissione “Mezz’ora in più” Massimo Borelli, direttore del reparto di Rianimazione dell’ospedale Bergamo ovest (Treviglio). “Non vorrei mai arrivare a scegliere un malato da salvare al posto di un altro”.

Alle parole del dottor Borelli, si sono ora aggiunte anche quelle del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Intervenuto a “Che Tempo che Fa”, il primo cittadino ha spiegato che in questi giorni drammatici ad essere in emergenza non sono più soltanto gli ospedali, ma anche le strutture preposte alla gestione delle salme. I decessi, infatti, sono troppi.“La città è l’epicentro di questa emergenza. Il numero dei contagiati continua a crescere, di quelli portati in ospedale, messi in terapia intensiva. Purtroppo cresce il numero dei decessi, circa 50 al giorno, 300 nell’ultima settimana”. Se i numeri non cominceranno a scendere, un solo forno crematorio non sarà più sufficiente. “Non saremo in grado di far fronte a tutte le necessità”, ha continuato il sindaco Gori, senza riuscire a nascondere il proprio dolore. “Tante salme sono state spedite in altri luoghi per la cremazione. Il forno della città di Bergamo non è in grado di smaltire tutto il lavoro che deve fare; questo non per dare particolari truculenti ma per farvi capire la fatica, la sofferenza. Sono amici che muoiono, conoscenti, colleghi”.

Un incubo senza fine, del quale nei giorni scorsi aveva anche parlato l’assessore ai servizi cimiteriali Giacomo Angeloni. “Dallo scorso fine settimana è stato un crescendo di decessi, numeri mai visti per l’attività del Comune di Bergamo”, aveva dichiarato, come riportato da “BergamoNews”. “Al cimitero di Bergamo c’è una sepoltura ogni mezz’ora”.