C’è un primo caso di coronavirus in un centro di accoglienza di Milano. Secondo quanto conferma la Prefettura, si tratterebbe di un giovane uomo ospitato nel Centro di accoglienza straordinaria di via Fantoli, in zona Mecenate, alla periferia est della città.
Ed è allarme, anche perché molti dei centri che li ospitano sono strutture «aperte», decreti a parte, dove cioè le persone potevano uscire per andare a lavorare o svolgere le loro attività. Impossibile dunque sapere con quante persone sono entrati in contatto durante la loro giornata in queste settimane. Non solo, ieri è stato trovato positivo anche il primo clochard nei dormitori comunali milanesi.
Dal momento che l’uomo presentava sintomi sospetti, come la febbre, è stato sottoposto a tampone, risultando positivo. Il migrante è stato subito messo in isolamento e trasferito all’ospedale militare di Baggio, che a Milano è stato trasformato in un centro per la quarantena dei semplici positivi, che non possono stare in isolamento al domicilio perché homeless o che hanno una casa non adatta all’isolamento, se si vive con altre persone. Attualmente sono in cura a Baggio 8 civili ed 8 militari, grazie alla presenza di 7 ufficiali medici, 8 sottufficiali infermieri e 4 graduati per il supporto logistico.
L’isolamento è scattato in via precauzionale anche per le persone che avevano avuto rapporti stretti con il migrante. Ma è impossibile risalire a tutti i contatti che ha avuto. I locali della struttura sono stati sanificati, e in via precauzionale, è stata individuata un’altra sede dove sono stati trasferiti 80 dei 160 migranti del centro di via Fantoli, per evitare il sovraffollamento e aumentare le distanze di sicurezza.
Sempre nella giornata di ieri anche un senzatetto è stato trovato positivo in uno dei centri di accoglienza gestiti dal Comune di Milano. L’uomo, che presentava sintomi da Covid, dopo il risultato del test, è stato ricoverato all’ospedale Policlinico di Milano, mentre i suoi contatti diretti sono stati messi in isolamento, anche se nessuno presenta, al momento, sintomi. Il centro di accoglienza è stato chiuso e gli ospiti, una quarantina, sono stati trasferiti in un altro dormitorio.
Nonostante la tranquillità mostrata dalle istituzioni rispetto a questi due primi casi è prevedibile immaginare che il numero dei contagi tra senza tetto e migranti possa aumentare ancora e di molto. Anche perché, per esempio, a Roma «mentre famiglie e imprese da giorni seguono alla lettera le direttive del governo con spirito di sacrificio, in pieno centro tra negozi chiusi e strade deserte spiccavano assembramenti di extracomunitari senza alcuna protezione e senza rispettare la distanza di un metro l’uno dall’altro – denuncia il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida che sulla sua pagina Facebook ha pubblicato la foto di alcuni extracomunitari alla fermata degli autobus in piazza Ara Coeli -. Per loro le regole non valgono? Ma dove sono i controlli?».
In giornata il sindaco di Milano Beppe Sala ha invitato tutti i cittadini ad «attenersi alle regole. Domenica ancora in tanti erano in giro e molti cittadini mi scrivono, lamentandosi. Non è il caso di mettersi gli uni contro gli altri, ma i comportamenti devono essere uniformi».