Coronavirus, 3 fratelli muoiono in una settimana: una comunità sotto choc

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Si chiamavano Guido, Pietro e Giovanni. Sono loro i tre fratelli della famiglia Zini scomparsi a pochi giorni l’uno dall’altro a Livigno. Rispettivamente 85 anni, 83 anni e 88 anni, i fratelli Zini sono venuti a mancare nel giro di appena una settimana. Pochi giorni fa, infatti, erano state annunciate a breve distanza l’una dall’altra le morti di Giovanni, classe 1932 e presidente onorario degli alpini di Livigno, e quella di suo fratello, il sagrestano Pietro, classe 1937, entrambi deceduti a causa del Coronavirus.

Ieri poi la notizia della scomparsa del terzo fratello Zini, Guido, del 1935, non legata all’epidemia da Covid-19, ma a problemi cardiaci: “mio padre è mancato per patologie che non hanno nulla a che fare col Coronavirus” dichiara il figlio Narciso a La Provincia di Sondrio, il quale, incredulo, afferma anche che le morti ravvicinate dei tre fratelli hanno causato alla famiglia un dolore tanto più forte poiché inspiegabile. La figlia di Guido Silvio aggiunge inoltre che il padre non era a conoscenza della scomparsa degli altri due fratelli, in quanto i parenti stretti non avevano ritenuto opportuno informarlo, per paura che il dolore fosse troppo grande da sopportare viste le sue condizioni precarie.

Come da decreto, i funerali di Guido non potranno essere celebrati, ma è prevista una benedizione al cimitero di Livigno, che avrà luogo non appena saranno rivelate le tempistiche di cremazione della salma, che in questo periodo di emergenza sono più lunghe del solito. Sono 7503 le persone morte in Italia nella crisi coronavirus.

Rispetto a ieri sono stati registrati altri 683 decessi. Lo riferisce la Protezione Civile. Nel complesso, i guariti sono 9362 (+1036). In totale, i casi attualmente positivi sono 57521 (+3491). In isolamento domiciliare 30920 persone, 23112 sono ricoverate e 3489 sono in terapia intensiva.

‘Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 20591 in Lombardia, 8256 in Emilia-Romagna, 5745 in Veneto, 5556 in Piemonte, 2639 nelle Marche, 2776 in Toscana, 1826 in Liguria, 1675 nel Lazio, 1072 in Campania, 1058 nella Provincia autonoma di Trento, 1023 in Puglia, 911 in Friuli Venezia Giulia, 748 nella Provincia autonoma di Bolzano, 936 in Sicilia, 738 in Abruzzo, 686 in Umbria, 375 in Valle d’Aosta, 412 in Sardegna, 333 in Calabria, 112 in Basilicata e 53 in Molise.