Coronavirus, che cosa succede al nostro corpo quando contrae il virus

Questo articolo in breve

Per buona parte dei pazienti il Covid-19 inizia e finisce nei polmoni, perché, come l’influenza, i coronavirus sono malattie respiratorie. Si diffondono tipicamente mediante la tosse e gli starnuti delle persone infette, attraverso le micro gocce che possono trasmettere il virus ai soggetti che si trovano a stretto contatto. Anche i coronavirus si manifestano con sintomi simili a quelli tipici dell’influenza, per questo le due malattie possono essere confuse: i pazienti possono presentare dapprima febbre e tosse, che progrediscono poi diventando polmonite interstiziale.

In che modo questo coronavirus causa l’infezione?
Il virus si diffonde attraverso le goccioline diffuse nell’aria da tosse o starnuti di persone infette che, chi è vicino, può assorbire attraverso naso, bocca o occhi. Le particelle virali in queste goccioline viaggiano rapidamente verso la parte posteriore del naso e verso le mucose all’interno della gola, attaccandosi a un particolare recettore nelle cellule. Il nuovo coronavirus ha tante punte che ricordano quelle delle corone. Le punte sono formate da «peplomeri» strutture proteiche che insieme ad altri meccanismi servono al virus per attaccarsi alle cellule dell’organismo da infettare. Una volta che si sono legati alle cellule ospiti, i virus rilasciano il loro codice genetico modificando il comportamento della cellula. (Continua…)

In che modo questo processo causa problemi respiratori?
Le copie del virus si moltiplicano, esplodono e infettano le cellule vicine. I primi sintomi spesso partono dalla gola con mal di gola e tosse secca. Poi il virus striscia progressivamente lungo i bronchi. Quando il virus raggiunge i polmoni, le loro mucose si infiammano. Ciò può danneggiare gli alveoli o le sacche polmonari che devono lavorare di più per svolgere la loro funzione di fornire ossigeno al sangue che circola in tutto il nostro corpo e rimuovere l’anidride carbonica dal sangue. Il gonfiore e il flusso alterato di ossigeno possono far riempire quelle aree dei polmoni con liquido, pus e cellule morte causando polmonite. Proprio a causa di questa degenerazione alcuni pazienti accusano gravi problemi respiratori, tanto che devono essere ricoverati in terapia intensiva e ventilati. Nei casi peggiori, quando si verifica la sindrome da distress respiratorio acuto, i polmoni si riempiono a tal punto di fluido che nessun supporto respiratorio può aiutare il paziente, che non riesce più a respirare e muore.

Quale traiettoria prende il virus nei polmoni?
Il dottor Shu-Yuan Xiao, professore di patologia presso la School of Medicine dell’Università di Chicago e direttore del Center for Pathology and Molecular Diagnostics presso l’Università di Wuhan, intervistato dal New York Times, ha esaminato i rapporti sul decorso patologico dei pazienti con coronavirus in Cina. Ha spiegato, ma si tratta ancora di ipotesi, che l’infiammazione causata dal virus sembra partire lentamente nelle aree periferiche su entrambi i lati del polmone per poi propagarsi (mettendoci anche del tempo) verso il tratto respiratorio superiore, la trachea e altre vie aeree centrali, dove in un primissimo momento non si manifestano sintomi. Questo decorso potrebbe spiegare perché a Wuhan, dove è iniziato l’epidemia, molti dei primi casi non sono stati identificati immediatamente. I test svolti all’inizio in molti ospedali cinesi non hanno sempre rilevato un’infezione nella parte periferica dei polmoni quindi, alcune persone che manifestavano sintomi, sarebbero state rimandate a casa senza trattamento, e avrebbero poi cercato cure in altri ospedali o restando a casa, infettando così il resto della famiglia. «Questo è uno dei motivi per cui c’è stata una diffusione così ampia» ipotizza lo scienziato. (Continua…)

Cosa succede ai polmoni?
Il Professore associato della University of Maryland School of Medicine Matthew B. Frieman, che studia i coronavirus altamente patogeni, intervistato dal National Geographic, ha spiegato che nei primi giorni dell’infezione il nuovo coronavirus invade rapidamente le cellule dei polmoni umani che sono di due tipi: quelle del primo tipo producono muco, le altre sono dotate di strutture simili a capelli, e sono pertanto chiamate ciliate. Il muco quando viene espulso, aiuta a proteggere i tessuti polmonari dai patogeni e assicura che gli organi preposti alla respirazione non si secchino. Le cellule ciliate hanno il compito di «scuotere» il muco, eliminando corpi estranei come pollini o virus. Frieman spiega che la SARS infettava e uccideva le cellule ciliate, che infine si staccavano, riempiendo le vie aeree del paziente con residui e fluidi, e ipotizza che lo stesso stia succedendo nel caso del nuovo coronavirus. E questo sarebbe il motivo per cui molti pazienti sviluppano la polmonite da entrambi i polmoni

Qual è il ruolo del sistema immunitario?
Nella seconda fase della malattia entra in gioco il sistema immunitario. Allarmato dalla presenza di un’invasione virale, il nostro organismo si impegna a combattere la malattia inondando i polmoni con cellule immunitarie che hanno il compito di eliminare il danno e riparare il tessuto polmonare. Quando lavora correttamente, questo processo infiammatorio è rigorosamente controllato e confinato solo alle aree infettate. Ma a volte il sistema immunitario va in tilt e queste cellule uccidono tutto quello che incontrano, incluso il tessuto sano. La risposta abnorme del nostro sistema immunitario può provocare più danni che benefici, e su questo concordano i medici e, nel caso del coronavirus, sempre più residui intasano i polmoni e la polmonite peggiora sempre di più. Nella fase finale il danno ai polmoni è così serio che può sopraggiungere la morte per insufficienza respiratoria e, in alcuni casi, i danni ai polmoni sarebbero permanenti. L’infiammazione rende più permeabili anche le membrane tra le sacche d’aria e i vasi sanguigni, il che determina l’ingresso di fluido nei polmoni, compromettendo la loro capacità di ossigenare il sangue. Nei casi gravi, praticamente l’organismo riempie i polmoni di liquidi e non si riesce a respirare. Le persone muoiono così.

Che cosa sono i fori a «nido d’ape» nei polmoni?
Uno studio recente condotto da un team guidato da ricercatori della Icahn School of Medicine Mount Sinai ha rilevato che oltre la metà di 121 pazienti esaminati in Cina avevano radiografie toraciche normali all’inizio della loro malattia. Quando la malattia progredisce, le scansioni TC mostrano opacità, una sorta di velo nebuloso in alcune zone del polmone tipiche di infezioni respiratorie virali. Quelle aree opache possono ispessirsi quando la malattia peggiora, creando quello che i radiologi chiamano formazione di fori «a nido d’ape». Questi fori sono probabilmente creati dalla risposta iperattiva del sistema immunitario, che crea cicatrici che proteggono e irrigidiscono i polmoni.

Che cosa non sanno ancora gli scienziati dei pazienti con coronavirus?
Non si conoscono ancora molte cose. Sebbene la malattia assomigli alla SARS per molti aspetti e abbia elementi in comune con influenza e polmonite, il decorso della malattia non è ancora del tutto chiaro. Alcuni pazienti possono rimanere stabili per oltre una settimana e quindi sviluppare improvvisamente la polmonite. Altri pazienti sembrano riprendersi, ma poi sviluppano nuovamente i sintomi. Alcuni pazienti in Cina si sono ripresi ma si sono ammalati di nuovo. Ricadute in alcuni casi, il virus era ancora in circolo e non era stato rilevato dal tampone. Ma in altri casi i pazienti avevano un tessuto polmonare danneggiato e vulnerabile, che è stato attaccato in un secondo momento da batteri . Alcuni di questi pazienti hanno finito per morire per un’infezione batterica, non per il virus, anche se questa è una circostanza rara. Altri casi sono misteri . Il dottor Xiao ha raccontato di aver conosciuto personalmente un uomo e la moglie che erano rimasti contagiati, ma sembrava stessero migliorando. L’uomo ha cominciato però a peggiorare ed è stato ricoverato in ospedale. Si trovava in terapia intensiva, stava ricevendo ossigeno e ma aveva scritto a sua moglie che stava migliorando, aveva buon appetito e così via. Nel tardo pomeriggio la donna ha però smesso di ricevere messaggi. Non sapeva cosa stesse succedendo. E alle 10 di sera, ha ricevuto un avviso dall’ospedale che le comunicava che il marito era morto.