Riservato, introverso e bello come il sole, Kim Rossi Stuart ci conquista in questi giorni dallo schermo di casa con l’affascinante personaggio del commissario Maltese. Vanno in onda su Raidue le repliche delle quattro puntate di Maltese, il romanzo del commissario, grande successo nel 2017, disponibile anche sulla piattaforma Raiplay.
Prodotta da Palomar, la stessa società di produzione che realizza Il commissario Montalbano, la fiction ha alcune analogie con i racconti tratti dai libri di Andrea Camilleri: l’ambientazione in Sicilia, la bionda straniera che affascina il commissario, l’assistente poliziotto fedele. La serie con Kim Rossi Stuart è però decisamente più drammatica: la storia si svolge negli anni anni Settanta e il protagonista è assai più tormentato.
Maltese è un poliziotto ostinato che, nell’epoca in cui si diceva ancora “la mafia non esiste”, si batte per dimostrare che l’omicidio di un collega, archiviato come delitto passionale, è in realtà un crimine di cosa nostra. «Maltese è un eroe solitario come spesso accade in questo Paese, dove chi si oppone alla violenza e alla corruzione viene lasciato solo », ha spiegato Rossi Stuart, il cui sguardo azzurro e inquieto è elemento determinante del successo della fiction: sì, le vicende sono ben raccontate, ma l’indiscutibile fascino del protagonista non è secondario.
A ottobre l’attore ha compiuto 50 anni, ma non per questo ha visto diminuire il proprio sex appeal. «Sono contento di invecchiare. La bellezza è una trappola, spesso sono stato scartato perché mi dicevano che ero troppo carino», si è lamentato in passato. Eppure quegli occhi intensi sono gli stessi che a dodici anni gli hanno fatto guadagnare il primo provino cinematografico. «Facevo l’autostop», ha ricordato in diverse interviste, «mi diede un passaggio l’allora assistente regista Pietro Valsecchi [oggi produttore, tra gli altri di Checco Zalone, ndr]. Nel tragitto parlammo.
Disse: “Hai una faccia interessante”, e mi propose un provino. Se non l’avessi incontrato forse non avrei mai recitato. Mi ero iscritto al liceo artistico, avrei fatto il pittore». In realtà Kim aveva già esordito sul grande schermo a cinque anni, in Fatti di gente perbene, dove compariva in una sola scena in braccio a Catherine Deneuve. «Ma allora strepitavo, non ci volevo stare», ha raccontato.
Invece il dodicenne Kim non si fece sfuggire l’opportunità offertagli da Valsecchi. Figlio di Giacomo Rossi Stuart, un allevatore di cavalli ed ex caratterista di film western, e di Klara Müller, ex modella olandese-tedesca, a 13 anni Kim prese la palla al balzo per mollare gli studi, lasciare la casa dei genitori e avviare la sua carriera. «La mia famiglia era povera », ha detto. «Da allora mi sono mantenuto lavorando».
Dopo gli studi di recitazione e diversi ruoli, raggiunse la popolarità nel 1992 al fianco di Alessandra Martines con la serie Tv Fantaghirò di Lamberto Bava. Racconta però che il salto di qualità della sua carriera arrivò con il cinema d’autore, a partire dalla pellicola Senza pelle di Alessandro D’Alatri del 1994. E non ha sempre interpretato personaggi positivi: Kim ha prestato gli occhi belli anche al Freddo di Romanzo criminale, nel 2005. Anno in cui un grave incidente di motocicletta lo costrinse a fermarsi per alcuni mesi. Da quando si è ripreso, per lui è stato un crescendo di successi e soddisfazioni. È riuscito persino a debuttare come regista con Anche libero va bene, che gli è valso il David di Donatello come miglior esordiente nel 2007. Poi ha fatto Tommaso nel 2016 e, tre anni fa, Maltese – il romanzo del commissario è stato il grande ritorno in televisione dopo molti anni di assenza.