Riapertura il 4 maggio? “Se mancano queste condizioni non riapriremo”

Questo articolo in breve

Mascherine, guanti, prove della temperatura. “Se non ci saranno queste cose non si riaprirà, si riaprirà solo nella massima sicurezza”. Sono le parole dell’assessore al welfare lombardo Giulio Gallera alla trasmissione ‘Che tempo che fa‘ a proposito della riapertura il 4 maggio.

“Tutti devono avere mascherine e guanti e deve essere misurata la temperatura prima di entrare al lavoro – ha spiegato in diretta su Rai 2 -. Se si realizzano queste condizioni riapriamo, sennò no”.

Per Gallera la posizione della Regione è sempre stata chiara: “Ripartiamo secondo le indicazioni della scienza e con le modalità che ci dirà la scienza. È evidente – ha sottolineato – che non si riapriranno luoghi dove ci sono grandi assembramenti” con riferimento ai bar alla sera e i ristoranti. “Valuteremo le librerie e il resto sarà molto scaglionato con massime misure anticontagio. Stiamo lavorando sulla sicurezza della vita quotidiana che sarà molto diversa”.

“Abbiamo sempre seguito le indicazioni dell’iss e lo faremo anche in questa fase – ha concluso Gallera -. C’è un tavolo nazionale, condivideremo con il Governo alcune posizioni, l’idea è quella di aprire in sicurezza alcune attività”.

Nella stessa trasmissione condotta da Fabio Fazio, a proposito di riaperture, ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha specificato: “Si può ragionare su una regionalizzazione delle aperture: nelle zone con un numero inferiore di persone positive è più facile valutare la catena dei contatti”.

Sulle misure prese contro la crisi ha affermato che il decreto aprile varrà “il doppio o anche fino al triplo del decreto di marzo”, il cosiddetto Cura Italia e gli indennizzi a fondo perduto alle Pmi ne saranno “il cuore”. Il Cura Italia valeva 25 miliardi di euro. Infine, Patuanelli si dice d’accordo con il presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi sulla possibilità di compensare i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese con i crediti dovuti dalle aziende: “Ci stiamo lavorando”.