Baby K, la cantautrice più visualizzata, ho una sola paura…

Questo articolo in breve

Nel cassetto dei successi la collezione è già consistente: un disco di diamante, il di platino, oltre un milione di ascoltatori al mese su Spotify, altrettanti iscritti al suo canale You- Tube e quest’anno la riconferma del record di artista più vista sulla piattaforma Vevo dal 2009 a oggi con ben tre videoclip nella top ten. Insomma, niente e nessuno può mettere Baby K in un angolo. Nemmeno l’emergenza sanitaria. «In realtà un paio di giorni di sconforto li ho avuti anche io», dice Claudia Nahum (questo il suo vero nome), cha ha vissuto la quarantena da sola all’ombra della Madunina. «Mi sono serviti per capire quanto sia forte mentalmente. Sarà perché tante volte ho cambiato città, casa e scuola. Da Singapore, dove sono nata, a Londra dove sono cresciuta. Poi Roma e adesso vivo a Milano.

O perché ho sette anni in meno di mia sorella, dieci rispetto a mio fratello e fin da piccola ho imparato a stare bene con me stessa, con i miei pensieri. Certo, una carezza ogni tanto non sarebbe male, ma in questo momento di fermo forzato e necessario mi tengo impegnata, senza problemi. Cucino ottimi noodles in stile orientale con carne, verdure e spezie, poi faccio qualche esercizio fisico, scrivo e giro video per TikTok». Sui social, poi, Baby K organizza simpatici pigiama party, a volte con qualche ospite, e il dress code è rigorosamente da notte. Una mise ben diversa da quelle a cui ci ha abituato, che mostra anche nel video dell’ultimo singolo, Buenos Aires (quasi cinque milioni di views a oggi), uscito in periodo di isolamento, la cui copertina la vede indossare, come una regina di un musical rock, una corona di pugnali: un’immagine carica di fierezza, eleganza e seduzione. «Rappresenta la donna tosta, che porta però con sé le cicatrici di chi ha sofferto e attraverso il dolore trova la forza di reagire come solo le donne sanno fare», spiega Baby K.

Il brano racconta di quella sera in cui, all’improvviso, capita di imbattersi nel proprio ex, e i suoi occhi sono come cento lame, come cento coltellate. Autobiografico? «Nì, non riguarda un uomo specifico del mio passato, ma so bene come ci si sente», risponde Claudia. «Volevo mostrare un altro lato del mio carattere, meno gioioso, fa parte della mia evoluzione ». Quel che esce sempre e comunque dai suoi lavori, fin dai tempi di Femmina Alfa (che l’ha fatta conoscere nel panorama italiano) è una donna leader, capace di pensare in grande. Di nuovo autobiografico? «Sono piccola, bassa di statura, ma ho notevole capacità di resistenza», ride di gusto. «Mi considero una persona sensibile, ma non agguerrita, e nemmeno chissà quanto ambiziosa. Se credo in qualcosa lotto, le ingiustizie mi danno fastidio, così come la banalità e l’ignoranza». Passiamo alle debolezze: «Sono spesso in ritardo», ammette. «E per essere produttivi a volte bisogna farsi scivolare addosso un po’ le cose, invece io tendo a essere troppo perfezionista ».

Anche nel look, Baby K appare infatti sempre impeccabile. «Da piccola mi vedevo bruttina, con una massa nera di capelli informi. Ho imparato a valorizzarmi. Ora so cosa mi sta bene e cosa no. Mi piace mischiare stili diversi, combinarli in modo creativo, non ho pregiudizi in fatto di stile, ma mai indosserei un vestito paillettato da gran diva, in stile Aretha Franklin o Diana Ross, non si addice alla mia personalità. E per quanto riguarda il trucco, mai rinuncerei all’eye liner che allunga ed esalta lo sguardo. Mi piace occuparmi personalmente del mio make up, mettere il rossetto e l’illuminante». Fa una piccola pausa, è un tipo riflessivo, poi recupera il filo del nostro discorso e torna a parlare di sé in profondità.

«E sai cosa mi fa paura, cosa mi indebolisce? L’incognito. Non dal punto di vista della carriera, so che, se pure non dovessi essere più sotto i riflettori, la musica non finirebbe. Scriverei per altri, continuerei a creare, perché è questo che mi tiene viva. Parlo del timore di dovere dipendere, per qualsiasi motivo, da qualcuno. Faccio fatica a immaginarmi tra dieci anni. Vivo giorno per giorno». Non ti vedi nemmeno mamma? «Quello sì, che bello! I bambini mettono di buonumore, però per farli serve un grande amore, io in questo momento non ce l’ho, ma mi va bene così. Il mio sogno, adesso, è di tornare a cantare live, davanti al pubblico. Mi manca moltissimo