Tomo in TV con una nuova fiction, Liberi tutti, in cui interpreto un avvocato cinico e spregiudicato che è costretto, suo malgrado, ad andare ad abitare in una “comune”. E, quando abbiamo girato questa serie, io e gli altri attori ci siamo ritrovati in una situazione simile a quella dei personaggi che interpretiamo: le riprese, infatti, si sono svolte in una grande azienda agricola alle porte di Roma, dove tutti noi ci siamo chiusi per oltre due mesi, l’estate scorsa, vivendo praticamente in simbiosi. E questo ci ha aiutato a creare un clima bellissimo; tra tutti noi è nata, fin da subito, una grande intesa».
Con queste parole Giorgio Tirabassi comincia a parlarmi della nuova serie TV di cui è protagonista: Liberi tutti, che va in onda su Raitre da sabato 9 maggio, in prima serata. E che arriva per la prima volta sul piccolo schermo dopo essere già stata visibile, nei mesi scorsi, su RaiPlay, il sito della Rai dove si possono vedere, o rivedere, trasmissioni, film e fiction. «Su RaiPlay Liberi tutti è stato un successo», continua Tirabassi. «Mi hanno scritto molte persone, sui social, per farmi i complimenti per questa serie e dirmi che la avevano vista e rivista più volte. E adesso spero piaccia altrettanto al pubblico di Raitre, spero che vada altrettanto bene: perché questa è una serie cui sono legato in modo particolare».
«Come mai, Giorgio?», domando. «Perché Liberi tutti è stata ideata da un gruppo di autori, gli stessi della serie di successo Boris, che conosco da anni. Autori con cui avevo già lavorato e che ormai per me sono diventati dei cari amici. E tra questi autori ce ne era uno cui ero legatissimo e che, purtroppo, è scomparso proprio mentre giravamo Liberi tutti: è Mattia Torre, che oltre a essere un bravo sceneggiatore era pure un talentuoso regista. Era malato da tempo e la sua morte è stata un cólpo durissimo, un dolore immenso, per me e per tutta la troupe.
Ed è proprio in suo onore che abbiamo scelto il titolo di questa serie: “liberi tutti”, infatti, è la frase che Mattia ci diceva sempre, al termine di ogni riunione. E un modo per ricordarlo e omaggiarlo». Liberi tutti racconta la storia di Michele Venturi, un avvocato senza scrupoli, cui dà il volto lirabassi, che viene sorpreso dalla polizia con una grossa cifra di denaro in contanti nascosti nel bagagliaio della macchina e viene condannato agli arresti domiciliari. Ma non possedendo più una casa, dato che tutti i suoi beni sono stati confiscati, è costretto ad andare a vivere dalla sua ex moglie, Eleonora, l’attrice Anita Caprioli: solo che lei, appunto, adesso abita in una “comune”. «Il “mio” Michele, di punto in bianco, deve dunque cambiare radicalmente la sua vita, che prima era basata sugli agi e sul lusso», continua Tirabassi. «E deve anche convivere con persone totalmente diverse da lui».
«Il suo personaggio, dunque, all’improvviso si trova a dovere affrontare una vita “da recluso”. Ed è quello che, con le dovute differenze ovviamente, abbiamo dovuto fare anche tutti noi negli ultimi mesi. Ma lei, Giorgio, come ha vissuto e come sta vivendo la quarantena?», domando. «Io sono senza dubbio un privilegiato perché, quando è scoppiata l’emergenza, mi trovavo nella mia seconda casa, una casa di campagna vicino a Roma, spaziosa e con un bel giardino.
Perciò sono rimasto qui con mia moglie, Maria Francesca, il nostro cane e i nostri due gatti. I nostri due figli invece (Nina di ventuno anni e Filippo di ventinove) ormai abitano per conto ‘ loro. E ammetto che qui in campagna ho sempre trascorso, e trascorro tuttora, giornate piacevoli: leggo, suono, faccio lunghe r passeggiate. Una vita sana e l tranquilla, insomma. E dopo ’ quello che ho passato mi fa solo bene, dopo l’infarto che mi ha molto spaventato».
Giorgio Tirabassi si trovava in Abruzzo a presentare il suo primo film da regista, Il grande salto, quando il cuore gli ha creato I grossi problemi tanto da dovere ? essere operato d’urgenza.
«Adesso sto bene, è tutto passato, però non amo parlare di quello che è successo», mi dice Tirabassi. «Anzi, avrei preferito é che la notizia del mio malore non f si sapesse. Anche se, ed è l’aspetto positivo di tutta questa vicenda, sono stato colpito, e commosso, dall’immenso affetto che in quella brutta situazione ho ricevuto da parte del pubblico, della gente. Li ringrazio tutti».
«Dopo l’infarto ha modificato il suo stile di vita?», chiedo.
«Adesso mangio meglio e cerco di muovermi di più. Il cambiamento più grande, però, è che ho smesso di fumare: è stato difficile, ma necessario». «Ora la vediamo in TV con Liberi tutti in perfetta forma, anche se le scene sono state girate prima dell’epidemia che ha colpito l’Italia e il mondo. Aveva altri progetti lavorativi che sono stati bloccati per il virus?».
«Sì: avevo un film in uscita e f un altro che avrei dovuto cominciare a girare adesso. E anche di- I versi concerti: oltre a fare l’attore, infatti, io sono un musicista e mi esibisco con due grappi. Per ( il momento, però, è tutto fermo, tutto sospeso. E anche se, ovviamente, mi auguro che tutto tomi presto alla normalità, non mi voglio lamentare. Perché, come le ho detto, so bene di essere un privilegiato. E perché l’importante è stare bene. L’importante è essere vivi».