Che fine hanno fatto Katia e Ascanio del Grande Fratello?

Questo articolo in breve

Li avevamo conosciuti nella Casa del Grande Fratello 4, nel 2004. È lì che nacque l’amore tra Katia Pedrotti e Ascanio Pacelli. Sedici anni dopo il destino ha voluto rinchiuderli ancora dentro quattro mura. «La quarantena? Per noi è stata fantastica», dice Katia a Gente. «È stato come aver rivissuto il GF: là eravamo stati reclusi per 107 giorni, dunque questi due mesi a stretto contatto costante, in cui abbiamo dovuto rinegoziare le nostre abitudini, non ci hanno spaventato. Eravamo esperti.

Anzi, la nostra relazione, che è nata in condizioni simili, durante questo lockdown, si è probabilmente rafforzata». Da quel primo incontro nel 2004, la biondina valtellinese e l’aitante discendente della nobile famiglia Pacelli (che diede i natali anche a Papa Pio XII, di cui Ascanio è pronipote) non si sono più lasciati. Solo un anno dopo si sono sposati e oggi sono genitori di Matilda di 12 anni e Tancredi di 7. «Viviamo in un appartamento a Roma nord», spiega Katia Pedrotti. «Premetto che siamo privilegiati: non stiamo certo in 50 metri quadri», dice. Ampiezza della Casa compresa, la coppia ha fatta davvero un tuffo al tempoi del GF. «Ci siamo dati alcune regole», continua Katia. «Puntiamo la sveglia molto presto per i nostri 50 minuti di allenamento quotidiano. Poi, facciamo colazione, seguiamo le videolezioni dei bambini e ognuno di noi poi si dedica al suo lavoro.

In assenza della nostra donna tuttofare, che ora è tornata per fortuna, io mi sono occupata delle pulizie e del bucato mentre mio marito ha cucinato. La spesa l’abbiamo fatta online». Anche se di tempo ne è passato tanto da quel loro debutto in Tv, la famiglia Pacelli è sempre molto seguita sui social. «La gente ha bisogno di sapere che alcuni amori resistono nel tempo», spiega Katia. «E noi siamo veri. Il rapporto tra me e Ascanio è rimasto litigarello come durante il GF perché abbiamo entrambi un carattere forte, ma ci compensiamo. Anzi, durante questa quarantena ho notato che abbiamo smussato alcuni angoli, ci siamo venuti incontro. Il segreto della nostra intesa credo sia il dialogo e il fatto di piacerci ancora moltissimo fisicamente».

Negli anni Katia, oltre a ritagliarsi un ruolo di opinionista in Tv (nel 2018 è stata tra le protagoniste di Mamma che riccanza su Mtv), si è costruita anche una carriera da influencer: su Instagram è seguita da oltre 450 mila persone. Nelle foto e nei filmati dispensa consigli su abbigliamento e alimentazione e pubblicizza la sua linea di integratori naturali. «Sono seguita da una nutrizionista », spiega, «che mi ha insegnato a unire alimentazione e attività fisica per essere sempre al massimo delle energie, mantenendo il peso forma senza troppi sacrifici ». Ed è per questo che Katia, 41 anni, vanta lo stesso fisico di 16 anni fa. «Sono anche i ragazzi a mantenermi in forma», dice. «Matilda sta entrando nell’adolescenza: le sono mancati i suoi amici, spesso si chiude in camera sua e chi la sente più? Tancredi invece è in prima elementare e quindi va seguito nella didattica a distanza».

La prima cosa che la famiglia Pacelli ha fatto nella Fase 2 è studiare all’aperto. «Ascanio dirige un circolo del golf ed è lì che siamo andati subito, appena ci è stato possibile», racconta Katia. «Il 4 maggio lui doveva riavviare l’attività. Abbiamo puntato la sveglia all’alba, ci siamo armati di computer, tablet e connessione wi-fi e, con i ragazzi, siamo andati con lui a fare i compiti all’aperto. La prima cosa che abbiamo fatto è stata toglierci le scarpe e camminare nell’erba a piedi nudi». Katia dice di non provare nessun timore al ritorno all’aria aperta. «Al circolo siamo protetti, non c’è nessuno. Ma nel Lazio la percezione di questo virus è diversa da quella che si ha in Lombardia. Quando telefono a mia mamma che abita in un piccolo paese in Valtellina, dove sono morte alcune persone che conosceva, sento la sua paura». Ai suoi ragazzi, comunque, Katia ha insegnato tutte le misure di sicurezza. «È una situazione con cui dovremo convivere a lungo, quindi è giusto che imparino a stare con gli altri in modo nuovo».