Il tribunale vuole portarmi via i ricordi di una vita, i miei gioielli, le mie cose. Con questa mossa hanno deciso di farmi morire in modo ignobile, come non si farebbe neanche con i delinquenti. Se le cose continuano così, io muoio, muoio…».
La grande Gina Lollobrigida è disperata. Lei, che a novanta- due anni ha la tempra di una ragazza, adesso è più abbattuta che mai. «Questa volta mi sento davvero colpita a morte», dice con la voce rotta dall’angoscia. «È una mazzata insopportabile», prosegue. «Vogliono entrare in casa mia e fare razzìa delle mie cose: non posso accettarlo, è veramente ignobile», prosegue la Lollobrigida.
Per capire che cosa sta succedendo, per quale motivo il tribunale ha disposto questo provvedimento clamoroso, dobbiamo fare un passo indietro.
Tutto ha origine dalla travagliata vicenda giudiziaria che ruota attorno all’attrice e che va avanti da tempo. Suo figlio Milko ha trascinato in tribunale una persona cara alla madre, il suo assistente Andrea Piazzolla, con l’accusa di averla circuita per prosciugarle il patrimonio. Il culmine si è avuto quando il giudice ha stabilito che la Lollobrigida, pur essendo in grado di intendere e di volere, può essere “raggirabile”: per questo, ha disposto per lei un “amministratore di sostegno”, cioè un tutore, con il compito di vigilare sul suo patrimonio.
E arriviamo a oggi, al nuovo, inaspettato capitolo: l’amministratore di sostegno della “Bersaglierà” si è accorto che alcuni beni della Lollobrigida, tra cui una sua scultura in bronzo del valore di seimila euro, erano stati messi in vendita attraverso una casa d’aste romana. A quel punto, ha chiesto e ottenuto dal giudice di “sequestrare” gli oggetti preziosi che l’attrice custodisce nella sua splendida villa sull’Appia Antica, a Roma: gioielli, quadri, suppellettili, mobili, lampadari, accumulati nel corso della sua straordinaria carriera.
Di fatto, l’amministratore di sostegno ha agito così per tutelare la Lollobrigida, considerata appunto “raggirabile” dal giudice, per il timore che potesse avere messo all’asta i suoi oggetti contro la sua volontà e per evitare che questo possa ripetersi in futuro. É ora ha la facoltà di andare a prelevare tutti gli oggetti preziosi che la Lollobrigida custodisce in casa per riporli al sicuro in un deposito.
«Portarmi via le mie cose, i miei ricordi, quello che ho conquistato durante la mia vita e la mia carriera significa farmi morire», ripete. «Io non ho bisogno di alcuna tutela. Mi considerano incapace di essere padrona della mia esistenza, ma non è così». L’attrice, infatti, ha sempre respinto l’accusa di essere raggirabile, tanto meno dal suo assistente Andrea Piazzolla: «Per me Andrea è un angelo, l’ho sempre detto. Mi è stato vicino in tanti momenti difficili, una notte mi è mancato il respiro e lui mi ha salvato la vita portandomi in ospedale».
È furiosa, la Lofio: «Adesso vogliono portarmi via tutto il mio mondo, oggetti che porto nel cuore, che ho messo in casa mia nel corso di una vita e di una carriera nel cinema a livello internazionale. Ma ora sembra che a nessuno interessi la mia carriera, sembra che io non conti più niente».
Noi abbiamo parlato tante volte con Gina Lollobrigida di questa vicenda giudiziaria che non la fa dormire la notte e lei ha sempre detto: «Mi sento vittima di continue ingiustizie. Tutto nasce dalla denuncia di mio figlio Milko: non so perché si accanisca contro di me, io non gli ho mai fatto mancare niente. E fino all’ultimo non mi stancherò di ripetere che so badare ai miei soldi, ai miei beni. Con i miei soldi e i miei beni faccio quello che voglio».
A quanto si sa, adesso è più arrabbiata che mai perché aveva intenzione di dare in beneficenza i proventi degli oggetti messi all’asta ultimamente, quelli che hanno fatto scattare il provvedimento di “sequestro” del giudice di questi giorni.
Di recente, l’attrice aveva anche fatto un disperato appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, scrivendogli di sentirsi perseguitata dai giudici italiani e minacciando di trasferirsi per sempre all’estero: “Ho lavorato e rappresentato l’Italia nel mondo per oltre settanta anni per avere un trattamento ignobile”. E aveva aggiunto: “L’ho detto e lo ripeto, sono padrona delle mie azioni, dei miei soldi e mi fido di Andrea Piazzolla”.
Poi, aveva avuto colloqui con lo staff del Quirinale e ora non si aspettava questa nuova, dolorosa pagina, la paura di vedersi svuotata la casa.
Al momento non sembra esserci una via d’uscita per lei, perché la causa giudiziaria è andata avanti: Andrea Piazzolla continua a essere imputato di circonvenzione di incapace e si dovrà presentare davanti al giudice per una nuova udienza il prossimo 9 luglio. E Gina Lollobrigida continua a non dormire la notte, perché non sa come alleviare la sua sofferenza. Si guarda attorno nella sua villa sull’Appia Antica, con l’angoscia di vedersi portare via tutto, i ricordi di una vita, e di rimanere, a novantadue anni, da sola in una casa spoglia. «Così io muoio», ripete.