E’ stato la mia forza e la mia stabilità per tutto questo tempo.» Era il 1997 e la regina Elisabetta parlava così del marito, il principe Filippo, alla soglia dei loro cinquant’anni di matrimonio. Da allora hanno infranto ogni record: compresi i festeggiamenti nel Castello di Windsor per il settantesimo anniversario di nozze, il 20 novembre 2017.
Novantaquattro anni Elisabetta e novantanove Filippo, il 10 giugno 2020. L’una al fianco dell’altro, una vita divisa tra pubblico e privato, sono facce opposte della stessa medaglia. Lui un passo indietro agli occhi del mondo e lei moglie rispettosa tra le mura dei castelli.
Il loro primo incontro avvenne nel 1934 al matrimonio di Marina di Grecia con il duca di Kent, rispettivamente cugina di Filippo e zio di Elisabetta, ma la scintilla scoccò nel 1939. Lei aveva solo tredici anni quando si incrociarono al Royal Naval College di Dartmouth, la scuola che sforna ufficiali della Marina britannica dal 1863. Filippo, principe greco che studiava da cadetto, fu presentato alla principessa che si trovava lì in visita con il padre Giorgio VI. Lei rimase subito affascinata da quel ragazzo dai riccioli d’oro.
Al momento della partenza della famiglia reale a bordo del Victoria e Albert III, decine di barche piene di cadetti seguirono il loro imperatore mentre lo yacht reale prendeva il largo e il mare si faceva più minaccioso.
Tutte le barche rientrarono in porto, tranne una, quella che aveva al timone. Filippo, che si era spinto tanto in là per salutare Elisabetta e rimanere per sempre nel suo cuore. Sette anni dopo, nel 1946, il re, pur riluttante, concesse la mano della figlia, ma il fidanzamento ufficiale fu annunciato l’anno successivo, dopo il ventunesimo compleanno di Elisabetta (il 21 aprile), perché Giorgio VI sperava di continuare a tenere per sé la sua famiglia, “Us four” (Noi quattro) come l’aveva ribattezzata.
In quei primi mesi del 1947 portò le figlie e la moglie in un lungo viaggio in Sudafrica per rilanciare l’immagine offuscata della Corona a causa della crisi economica. Questa era la ragione ufficiale, ma in realtà il re sperava che la sua principessa tornasse sui suoi passi e rinunciasse a Filippo.
Era il 20 novembre 1947 quando a Westminster, l’abbazia dei matrimoni dei re, davanti a duemila invitati tra cui sei sovrani e sette regine, fu pronunciato il sì tra Elisabetta e Filippo Mountbatten.
La loro fu una vita quasi normale, per i primi cinque anni di matrimonio, divisa tra doveri e piaceri. Nacquero i primi due figli e il protocollo di Buckingham sembrava essere un futuro lontano.
A venticinque anni, Elisabetta diventò la quarantaduesima sovrana britannica dai tempi di Guglielmo il Conquistatore, nel 1066, e fu incoronata in mondovisione l’anno successivo, il 2 giugno 1953. Fu l’evento che segnò il passo del matrimonio. Da allora le posizioni si invertirono e Filippo si mise al servizio di Sua Maestà.
L’arroganza e presunzione del duca di Edimburgo nei confronti dell’etichetta indisponevano Buckingham Palace, che lo colpì nel suo punto debole, quello del nobile decaduto in esilio, ribattezzandolo “lo spiantato greco”. Negli anni successivi si rivelò un impenitente gaffeur, forse anche fedifrago. Tuttavia, per la sovrana, fu anche un eccellente compagno di strada e l’unico che abbia saputo tenere testa a una moglie regina. Era capace di zittirla come un fidanzato qualsiasi.
Per esempio quando lei, ancora principessa, si lamentò della sua velocità alla guida, lui sentenziò: «O ti adegui o scendi». Lei ri mase a bordo.
Se delle amanti di Filippo sono state raccontate leggende, la fedeltà di Elisabetta nei confronti del marito non è mai stata messa in discussione. I pettegoli raccontano però di un altro uomo nella vita della sovrana, Lord Porchester, il settimo conte di Camarvon, detto Porchy. Amico d’infanzia della regina con cui ha sempre condiviso la passione per l’equitazione, fino a diventare nel 1969 il responsabile dei cavalli della scuderia reale, Porchy ha sempre avuto per questo un accesso privilegiato alla sovrana, scandito da almeno una telefonata al giorno tramite una linea privata. Un rapporto finito solo con la morte del conte nel 2001, ma che, nonostante i pettegolezzi, non ha mai scalfito il matrimonio reale. Non c’è traccia di scenate di gelosia fra Elisabetta e Filippo.
Con il tempo due personalità così diverse si sono avvicinate, affinando gusti e complicità, tanto da diventare ciascuno la metà della mela dell’altro. Durante le estati a Balmoral Filippo prepara il barbecue e Elisabetta apparecchia, entrambi sono religiosi ma poco pazienti tanto da imporre una predica di dodici minuti, non di più, alla messa della domenica. E anche quando le passioni non coincidono la forza del compromesso prevale.
Diversi anche nelle arrabbiature, lui urla così tanto che Diana ha sempre detto ai figli di non prendere esempio dal nonno, Elisabetta invece raramente alza la voce. Una passeggiata con i suoi corgi è sempre stata lo sfogo migliore.
Condividono il fastidio per il contatto fisico, ma la regina apprezza i rarissimi complimenti del marito. Nelle stanze del Palazzo si ricordano ancora le guance rosse di Elisabetta quando Filippo si mostrò entusiasta del completo lilla che indossava per il matrimonio del principe Andrea nel 1986.
Se Elisabetta è diventata la roccia del suo Paese il merito è anche di Filippo, l’uomo che tra luci e ombre ha lavorato per lei offrendole sostegno e sicurezza, dimostrandosi sempre il suo più fedele alleato.