Ha messo a posto la casa, come dopo una normale serata. I piatti lavati, la tavola riordinata, i vestiti appesi. Poi si è seduto nel piccolo soggiorno della casa di Margno, un borgo a 700 metri di altitudine, in Valsassina. Ci vivono poco più di 370 persone, la gente ci passa per andare a prendere la funivia che porta su, a Pian delle Betulle. La funivia l’aveva presa anche lui, Mario Bressi, quel pomeriggio, con i suoi due figli: Elena e Diego, gemelli, 12 anni. Si erano anche fatti una serie di selfie. Nelle foto sorridono. Sorride Mario, sorridono i bambini. Sorridono come ogni ragazzino che è in vacanza con il papà. La scuola lontana, Pestate appena iniziata.
Si sentivano tranquilli, al sicuro. Quella foto Mario Bressi Pha pubblicata su Instagram. Ha scritto anche una frase: “Io e i miei ragazzi sempre insieme”. Aveva già deciso di ucciderli. Di soffocarli, strangolarli, togliergli fino all’ultimo soffio d’aria. Dopo averlo fatto ha chiuso la loro camera, ha riordinato tutto come se davvero fosse un bravo padre di famiglia. Voleva che in quella casa risaltasse solo l’orrore. Un orrore ordinato, perfetto, senza sbavature.
Dopo aver ucciso, Mario si è seduto, quasi rilassato. Aveva pianificato tutto, non ha avuto esitazioni. Dopo un po’ è uscito di casa e ha preso la provinciale che porta a Cremeno, mezz’ora di strada, poco meno. Lì cè il ponte della Vittoria, è alto 96 metri. Mario Bressi ha parcheggiato l’auto, anch’essa pulita, quasi perfetta, senza nulla fuori posto, e si è buttato di sotto.
Dai vicini di casa di Gessate, dove Mario, la moglie Daniela e i due gemelli vivevano dal 2003, arrivano le solite frasi: «Era così gentile», «Sembrava una brava persona». Ma che aspetto deve avere un assassino? Da cosa si riconosce un uomo dall’anima talmente buia che uccide i propri figli? Nessuno aveva capito, nessuno aveva sospettato. Nemmeno Daniela. Lei e Mario stavano insieme dai tempi delle scuole superiori. Ora lei aveva fatto altre scelte, voleva separarsi.
Ma niente di traumatico, non cerano stati litigi né scontri sull’affido dei figli. Daniela e Mario ne parlavano: lei si fidava, non aveva visto le ombre negli occhi del marito. Dice Davide Colombo, l’avvocato della donna: «Non c’era nessun motivo per temere nemmeno le minime complicazioni. Non c’era nessuno strappo, bensì la ricerca di un accordo su tutta la linea. Lei era convinta che i piccoli con il papà fossero al sicuro». Così, quando Mario aveva detto «vado a Margno qualche giorno con i gemelli», lei non aveva avuto nulla da obiettare. Anzi, era contenta: Elena e Diego avrebbero preso un po’ d’aria buona.
La gente di Margno ora ricorda di averli visti, il papà e i bambini, a spasso per il paese. E poi venerdì 26 nella piazza della funivia. Erano andati in gita al Monte Croce di Muggio, 1.800 metri d’altezza. Tante foto, tante corse sui prati e poi il ritorno a casa, un trilocale in un complesso residenziale. Avevano cenato, poi i gemelli erano scesi in cortile a giocare. Alle 21.30 è sceso il buio, Elena e Diego sono tornati a casa. Il pigiama, i denti lavati, poi a letto. Forse Mario li aveva sedati, forse ha solo atteso che si addormentassero. Seduto in soggiorno, ha mandato messaggi alla moglie.