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Questo articolo in breve

Stefano Pioli scioglierà questa mattina l’unico dubbio di formazione che si porta dietro, ma che può comportare una modifica significativa sulla trequarti offensiva. Tutto gira attorno a Brahim Diaz e Saniti Castillejo. Se l’ex Reai Madrid dovesse prevalere nella scelta finale dell’allenatore milanista, allora il tridente di ispiratori sarebbe composto da lui a sinistra, Saelemaekers a destra e Hakan Calhanoglu dietro a ZIatan Ibrahimovic. Qualora Pioli dovesse optare per Castillejo titolare a destra, allora Saelemaekers slitterebbe a sinistra, come si è già visto più volte nella fase preliminare di Europa League. Rafael Leao, invece, rappresenterà la variabile impazzita da giocarsi a gara in corso visto che non è stato testato nelle prove di formazione di ieri.

L’ATTEGGIAMENTO Tutto dipenda da che tipo di atteggiamento vorrà mettere in campo il Milan, soprattutto sulla banda mancina dove l’Inter agirà principalmente con Hakimi. Se Pioli vorrà coprirsi, allora via ai tandem Calabria-Castillejo a destra e Theo Hernandez- Saelemaekers a sinistra, se vorrà attaccare dentro Diaz per il corregionale andaluso Castillejo. In mezzo al campo agirà la coppia collaudata formata da Ismael Bennacer e Franck Kessie mentr e in difesa, con il rientro di Romagnoli, torna a comporsi la linea a quattro che aveva fatto molto bene nel post lockdown ovvero quella formata dal capitano e Simon Kjaer come coppia centrale mentre sulle fasce agiranno Davide Calabria e l’intoccabile Theo Hernandez. In porta ci sarà Gigio Donnarumma, alla sua presenza numero 210 con la maglia del Milan. Per il portiere, però, niente fascia da capitano visto il ritorno di Romagnoli.

Il ministro della Repubblica Italiana? No, «un signore qua in Italia». Così Cristiano Ronaldo – in mutande durante una diretta social mentre prendeva il sole nel giardino della villa torinese in cui sta trascorrendo il periodo di isolamento – ha tirato in ballo Vincenzo Spadafora. E ha replicato. Argomentando e rintuzzando i colpi a modo suo.

L’ATTACCO Spadafora aveva avuto pubblicamente da eccepire circale modalità di trasferimento del bianconero da e per il Portogallo. «Sì, penso proprio che Ronaldo abbia violato i protocolli, se non ci sono state autorizzazioni specifiche dell autorità sanitaria », diceva il ministro. Anche se in realtà a stretto giro replicavano i dirigenti dell Asl torinese spiegando che per rientrare, all’attaccante, non serviva alcun lasciapassare visto che ha utilizzato un volo sanitario. Nonché rimarcando che al limite le violazioni non erano state fatte al protocollo sportivo bensì all’articolo 650 del codice penale (depenalizzato: multa tra i 400 ei 1.400 euro).

LA RISPOSTA Ebbene, ieriRonaldo se prodotto in una diretta Instagram ad hoc. Sereno e soprattutto solare (visto che era in fase di abbronzatura): «Non ho infranto nessun protocollo, come invece si sta dicendo. Non ero tenuto a fario, ma voglio chiarire le cose: tutta questa storia è una montatura, una bugia. Avevo parlato con la mia società, siamo stati attenti a fare tutte le cose per bene. Non sono mancate le autorizzazioni del caso.

Un uomo qua in Italia, di cui non farò il nome, dice che non ho rispettato i protocolli ma non è così». IL NUOVO ATTACCO Bene, 1 -1 e palla al centro in attesa di eventuali pronunciamenti nelle sedi opportune? No, pernulla. Spadafora ha poi ritenuto di dover tornare sulla vicenda e lo ha fatto – oltre che per sottolineare che non sarebbe più tornato sulla vicenda… – per alzare ulteriormente i toni.

« La notorietà e la bravura di certi calciatori – ha commentato all’Ansa – non autorizzano ad essere arroganti, irrispettosi verso le istituzioni e a mentire: anzi, più si è noti più si dovrebbe avvertire la responsabilità di pensare prima di parlare e di dare il buon esempio. Non ho intenzione di proseguire all’infinito su questo tema: confermo quanto detto relativamente all’abbandono dell’hotel di alcuni giocatori della Juventus, basandomi tra l’altro sulle comunicazioni della società alla Asl di Torino».

GLI SVILUPPI La palla passa alla Procura Federale che sta valutando se sia il caso di deferire o meno Ronaldo (oltre che Bentancur, Cuadrado, Danilo, Demiral e Dybala) per aver “rotto” la bolla dopo (non aver giocato) Juventus-Napoli e aver raggiunto le rispettive Nazionali senza attendere l’esito del secondo tampone come invece fatto da Chiellini e Bonucci. In caso di deferimento, ma serviranno almeno 2-3 settimane ancora, sarà il Tribunale Federale a pronunciarsi. C’è ora chi parla di squalifica, addirittura, per CR7. Ma sensazione comune è che se anche dovesse scattare il deferimento ben difficilmente questo porterebbe a qualcosa in più di una multa visto che ilportoghese ha lasciato labolla Juventus per raggiungere la bolla Portogallo (corridoio Fifa, insomma) e non per andare in vacanzaa Montecarlo o chissà dove. RASSICURAZIONI Polemiche a parte, c’è comunque da riscontrare lo stato di buona salute di Ronaldo che nel corso della lunga diretta (quasi 20 minuti) ha rassicurato tutti: «Sto bene, sono asintomatico, non vedo l’ora di tornare in campo. Grazie per l’affetto che mi state dimostrando ». Tra un consiglio sulla buona alimentazione e uno sul sonno riposante.

Come e dove guardare Crotone – Juventus

Il match sarà visibile su dazn ed in diretta streaming. Ovviamente tutti gli utenti potranno comunque guardare la partita sulle smart TV oppure collegando questa Con un’App presente all’interno. Si potranno sfruttare anche le console PlayStation 4 o XBox, dove poter scaricare l’applicazione che si trova anche su dispositivi come Amazon Fire TV stick e Google Chromecast. Non finisce qui visto che gli abbonati Sky, potranno seguire la partita anche attraverso il decoder di Sky q. È possibile assistere al match anche in diretta streaming utilizzando dispositivi quali tablet e smartphone, ovviamente scaricando l’applicazione per Android e iOS. In alternativa ancora la partita sarà visibile sul sito ufficiale di Dazn, scegliendo semplicemente l’evento desiderato, una volta inserite le credenziali di accesso.

Valerio Clari Nove cento settanta invitati in più rispetto a ogni altro battesimo, di questi tempi: in mille, ben distanziati dentro lo Scida, assisteranno all’ingresso di Chiesa nel mondo bianconero. Preparativi ridotti al minimo, giusto una prova vera alla Continassa (ieri), più qualche primo passo (giovedì) per vedere come stanno i nuovi vestiti, ma con le tossine dell’impegno azzurro ancora nelle gambe. Poco importa, si va.

Conta avere Fede, per Pirlo, in una giornata in cui manca Cristiano e non solo. La rosa profonda si è trasformata subito in striminzita: le scelte restano, per il tecnico, ma più su come piazzare le pedine, piuttosto che quali scegliere. Cinque indisponibili pesanti, una alternativa vera (e basta) per reparto, una Champions che incombe. Federico Chiesa puoi giocartelo in varie caselle: punta, esterno, a destra, a sinistra. È stato preso anche per questo.

Oggi dovrebbe partire al fianco di Morata, dodici giorni dopo la chiusura dell’affare che lo ha portato lontano dalle sue origini calcistiche, seguita da una sessione in azzurro non proprio entusiasmante. Pronto a partire Conta esserci, per il giovane Chiesa, che ha una discreta fretta di partire con questa sua nuova avventura, per mettersi alle spalle gli strascichi di una chiusura difficile con una tifoseria viola che ovunque lo avrebbe voluto, tranne che a Torino vestito di bianconero. Che lasciarsi non sarebbe stato facile Federico lo sapeva, aveva esempi ben chiari nel passato: ha scelto comunque la sua strada con convinzione, ora è il momento di “correrla”.

A Crotone troverà un clima più amichevole, nuovi partner d’attacco e la responsabilità di inserirsi in un filone di debuttanti con gol molto ricco. Vieri, Inzaghi, Ibra, il suo vice-allenatore Tudor, Vidal, Tevez, Higuain, l’infortunato Ramsey (out oggi), il “fuori dal progetto” Khedira: tutti hanno urlato al battesimo bianconero, dopo un gol. Kulusevski, che a Crotone gli agirà alle spalle, ma in futuro potrebbe dividersi con Fede le fasce (ma anche il compito di creare le basi della Juve del futuro), si è inserito nella lista dopo 13 minuti dal debutto. Però lo svedese giocava senza dubbio più leggero: nessuno aveva visto il suo passaggio alla Juve come un tradimento. E c’era stato più tempo per maturare l’inserimento.

Esordi e modelli Chiesa dovrà guardare ad altri modelli: partiamo alti, miriamo alla luna, Roberto Baggio. Estate 1990, il trasferimento del Codino aveva causato movimenti tellurici che Federico nemmeno si può immaginare. Italia 90 fece da cuscinetto, Roberto partì in bianconero con una Supercoppa: era la prima Juve di Maifredi, perse 5-1, lui segnò su punizione l’unico gol. Lampo di classe in una partenza che fece intuire che non sarebbe stata una grande stagione: meglio non copiare.

Passiamo a Felipe Melo, vent’anni (circa) dopo, 2009: anche lui in gol nel suo esordio, in campionato, in una vittoria in trasferta in casa Roma. Un 3-1, con doppietta di Diego: una festa per la squadra di Ferrara, che però si sarebbe dimostrata illusoria. Un altro predecessore lo avrà lì a fianco, sull’aereo per Crotone: Bernardeschi iniziò tre anni fa dalla panchina, contro la Lazio in Supercoppa. Entrò sullo 0-2, vide la Juve pareggiare 2-2 e poi perdere al 90’. Si può far meglio, a Crotone. Il figlio di Enrico dovrebbe cominciare vestendo una maglia da titolare, come quando, oltre quattro anni fa, giocò la sua prima partita in Serie A, proprio contro la Juve, molto più a sorpresa. Lo lanciò Paulo Sousa, che poi lo tolse dopo 45’ (entrò Tello), ma con complimenti assortiti. Sette mesi dopo sarebbe arrivato l’esordio con l’Under 21 (vittoria e un assist di testa), diciannove mesi dopo quello azzurro (sconfitta con l’Argentina), entrambi “made in” Di Biagio.

Concorrenza Dybala Sulla partenza dal primo minuto resta il condizionale, perché il nuovo arrivato ha già cominciato a fare conoscenza con un altro ospite fisso di casa-Juve, la concorrenza. Pirlo può scegliere di spostare “Kulu” più avanti e inserire Rabiot da trequartista, o può dare fiducia a Dybala. Paulo arriva da lontano, dalla Bolivia, ma ha lasciato lì la gastroenterite. La forma non può essere al top, la voglia sì: il debutto stagionale tarda, l’attesa è già durata troppo. Parte stamattina con gli altri (viaggio lampo in giornata, rientro dopo il match), può giocare. Magari in staffetta con Chiesa, magari insieme, per uno spezzone. Nel caso, abbiamo trovato il padrino, per il battesimo di Chiesa.

Un po’ il Covid e un po’ i rientri dalle nazionali obbligano Andrea Pirio a ridisegnare la squadra. La certezza del Maestro è che oggi si presenterà a Crotone con la sua prima Juventus senza Cristiano Ronaido, in isolamento nell abitazione torinese dopo essere risultato positivo al Coronavirus (i dettagli su CR7 a pagina 6). All assenza del fuoriclasse portoghese si aggiunge la forma non ottimale di Paulo Dybala, rientrato debilitato dalla settimana di gastroenterite patita in Argentina.

Il pessimismo di giovedì, ieri si è trasformato in incauto ottimismo. La Joya, ancora fenno a zero minuti in questa stagione tra club e Nazionale, si è allenato in gruppo durante la rifinitura e in mattinata salirà con i compagni sul charter che condurrà i campioni d’Italia in Calabria. Recuperare il numero 10 per la panchina è già una buona notizia, vista l’assenza di CR7, però la sensazione è che Paulo non verrà schierato per più di uno spezzone.

La prudenza è massima. E la ragione è scontata: a Crotone comincia un tour de force tra campionato e Champions (martedì l’esordio a Kiev) e in questo momento non si può sapere con certezza quando rientrerà Cristiano Ronaido. Un motivo in più per non correre rischi inutili con Dybala in vista del debutto europeo contro la Dynamo di Mircea Lucescu. Tutti motivi che stanno in ducendo Pirlo a lanciare ilneoacquisto Federico Chiesa dal primo minuto.

L’ex Fiorentina, diventato bianconero l’ultimo giorno di mercato, causa gli impegni con l’Italia ha svolto appena due allenamenti allaContinassa, ilprimodei quali solo giovedì e in solita ria. Pirlo, però, come ha già dimostrato con Gianluca Frabotta e Alvaro Morata non è uno che fa troppi calcoli da questo punto di vista. Se pensa di aver bisogno di un giocatore con certe caratteristiche, il minutaggio passa in secondo piano.

TRIDENTE NUOVO Ecco allora che, senza Ronaldo, con Dybala convocato ma non al top e Ramsey lasciato a Torino per recuperare in ottica Champions, Chiesa si candida per comporre il tridente offensivo con Alvaro Morata e Dejan Kulusevski. D 20enne svedese si sta confermando un jolly di qualità. Se nell’esordio contro la Samp aveva fatto coppia in attacco con CR7 e L’Olimpico romano era stato impiegato largo destra, stasera l’ex Panna potrebbe tornare alle origini e prendere il posto di Ramsey sulla trequarti.

Kulusevski ha caratteristiche diverse dal gallese, però possiede tecnica, qualità fisiche e senso dell’inserimento ideali per muoversi tra le linee (in fase offensiva) e ripiegare come quarto di centrocampo quando sono gli avversari ad attaccare.

RIECCO BUFFON Le novità saranno un po’ in tutti i reparti. Se Chiesa si preapara al debutto in bianconero, Gigi Buffon è pronto a esordire nella Juventus del suo ex compagno Andrea Pirlo. Il portiere campione del mondo farà rifiatare Szczesny, pronto a tornare titolare a Kiev. Davanti a Buffon verso la conferma Danilo, che si è confermato su alti livelli anche col Brasile, e Leonardo Bonucci. Verso un turno di riposo, invece, Giorgio Chiellini. Al suo posto scalpita Merih Demirai, fermo ai minuti finali della partita con la Sampdoria (De Ligt è ancora ai box: rientrerà
a inzio novembre).

Frabotta e Cuadrado si divideranno le fasce (di nuovo disponibile anche Bernardeschi), mentre è ballottaggio tra Adrien Rabiot e Rodrigo Bentancur per il posto accanto a Arthur in mediana. Assente sicuro WestonMcKennie, stoppato dal Covid come Cristiano Ronaido.

Che voglia di parlare di calcio giocato, di mettere da parte polemiche di campanile (e politiche), di rimuovere l’incubo dell’emergenza sanitaria e provare ad appassionarsi ancora al campionato e alle coppe europee che torneranno la prossima settimana.

E ovviamente di tornare presto allo stadio, anche se questo obiettivo sembra al momento così lontano. Prendo in prestito le parole di Giorgio Chiellini, capitano vero e ragazzo intelligente: il calcio non sipuò fermare, per ragioni economiche e sociali. Tocca tenere duro, questo faremo. Nel frattempo desta curiosità e aspettativa l’arrivo di Federico Chiesa in bìanconero. Un acquisto atteso da tempo per le caratteristiche tecnico- tattiche ma soprattutto per quel processo di ringiovanimento e di italianizzazione che la società ha giustamente intrapreso. Chiesa è molto duttile, capace di occupare diversi ruoli dalla trequarti in giù, ha un buon istinto del gol e meglio ancora delì’assist. A soli 22 anni ha già accumulato 137 presenze e 26 gol in maglia viola, 21 partite e un gol con la Nazionale maggiore.

L’esperienza, insomma, non gli manca, iltalento neppure, la determinazione ad affermarsi come un campione soprattutto. Certo, ogni volta che la Juve acquista un giocatore dalla Fiorentina ne deriva una serie infinita di polemiche: fu così per Bagqio, più di recente per Bernardeschi e oggi per Chiesa, evitando di citare Felipe Melo visto il pacco che ci tirarono. Niente da fare, agli amici tifosi della Viola proprio non va giù che Moro (ex) beniamini vestano il bìanconero, e invece sono proprio loro a scegliere Torino, chissà perché… A parziale conforto, ricordo alcuni ottimi giocatori che hanno percorso la rotta inversa: Cuccureddu, Gentile, Torricelli, Di Livio e Mutu.

Insomma con la società che fu di Pontello, dei Della Valle e ora di Commisso affari se ne sono sempre fatti nonostante l’acclarata rivalità. L’aspetto che mi interessa di più sta però nel rinnovamento anagrafico in corso alla Juve: oltre a Chiesa sono molti gli Under 25 nell’attuale rosa: De Ligt, Arthur, McKennie, Rabiot, Demirai, Bentancur, Kulusevski e Frabotta – in questo giovane esterno Andrea Pirio crede molto – hanno spostato di parecchio indietro l’età media della squadra. Altro tema è rafforzare la presenza italiana, fondamentale anche in chiave Nazionale. Federico Chiesa è un tassello che si aggiunge, altri ne verranno in futuro. Questo si chiama saper programmare il modello vincente che tutti ci invidiano.