Quei tre sanno come si batte il Borussia Mònchengladbach ed è inevitabile che Antonio Conte si affidi a loro, nella speranza che ripetano le gesta del passato quando, contro il Gladbach, hanno spesso festeggiato una vittoria, magari segnando pure un gol. Achraf Hakimi, Ivan Perisic e Arturo Vidal conoscono bene gli avversari di questa sera: li hanno incrociati più volte durante le loro esperienze in Bundesliga e a tutti e tre portano alla mente ricordi positivi.
Di successi e di reti realizzate. Inevitabile per il tecnico di Lecce augurarsi che i tre nuovi “acquisti” (il croato in realtà è un ritorno dopo la passata stagione trascorsa al Bayern), oltre a un pieno di esperienza in Champions (114 presenze in tutto principalmente grazie alle 72 di Re Artù), portino il… rispetto della loro tradizione positiva contro i tedeschi.
HAKIMI SOLO VITTORIE. Il marocchino è l’emblema delle speranze contiane perché lui contro il Borussia Mònchengladbach non ha sbagliato un colpo nei due anni in cui ha indossato la maglia del Borussia Dortmund: quattro incroci e altrettante vittorie. L’ultima è forse quella che ricorda con più piacere visto che è stato lui a firmare la rete del 2-1 e a consegnare i tre punti a Favre. Facile immaginare che Rose abbia preparato qualche “trappola” tattica per frenarlo: lo conosce bene, sa quali sono le sue qualità e non vuole farsi sorprendere come nell’ultimo faccia a faccia.
PERISIC, CHE TRIS. Positivi anche i ricordi di Perisic che contro il Gladbach non ha un record immacolato come quello di Hakimi, ma conserva comunque ricordi dolci. Prima di tutto perché gli ha segnato ben 3 reti, addirittura con 3 maglie diverse: la prima con quella del Borussia Dortmund nell’affermazione (2-0) del 21 aprile 2012, la seconda nel 3-1 con il Wolfsburg del 10 maggio 2014, la terza nel ko del Bayern del 7 dicembre 2019. Il suo bilancio parla di 8 precedenti con 4 successi, 2 pari e 2 ko, anche se andrebbero aggiunte pure altre due affermazioni (una con il Dortmund e una con il Wolfsburg) alle quali ha assistito dalla panchina. E siccome Ivan è uno dei “detentori” della Champions vinta ad agosto in Portogallo, è facile immaginare che ci tenga a partire con il piede giusto questa avventura in nerazzurro.
CICLONE VIDAL. A livello di gol, però, il Borussia Mònchengladbach ispira anche il cileno che gliene ha rifilati tre come Perisic. A questi ha aggiunto anche 4 assist nelle 8 gare con le maglie di Bayer Leverkusen (prima del trasferimento alla Juventus) e Bayern Monaco (prima di volare al Barcellona). L’ultimo incrocio è datato 25 novembre 2017 quando i bavaresi furono sconfitti per 2-1 e Vidal realizzò la rete dei suoi. Complice la prima esperienza al Bayer, il suo bilancio contro il Gladbach, in termini di risultati, è negativo (3 successi, 1 pari e 4 ko), ma anche lui sa come regalare dispiaceri ai tedeschi e stasera vorrebbe aggiornare la sua lista.
Dove e come vederla in tv e streaming
L’incontro tra le due squadre, Inter e Borussia Mönchengladbach avverrà oggi, mercoledì 21 ottobre 2020, alle ore 21:00. Sarà questo il match valido per la prima giornata del Gruppo G di Champions League. Questo sarà trasmesso in esclusiva su Sky Sport Uno, numero 201 del satellite, 472 e 482 del digitale terrestre. La partita sarà disponibile anche in streaming su Sky Go, servizio che è riservato agli abbonati Sky e usufruibile attraverso pc, tablet e smartphone. In alternativa si potrà ricorrerà a Now Tv che grazie ad un abbonamento permetterà di assistere ai programmi Sky.
Dice un vecchio adagio calciofilo: «Questo sport non è come le bocce, non vince mica chi ci va più vicino». Ecco, l’Inter e Antonio Conte si sono stufati di andarci vicino, di vedere il traguardo e poi, puff, la vittoria se la godono gli altri. Gli ottavi di Champions mancano dal 2012, sfiorati nelle ultime due stagioni e sfumati all’ultimo tuffo.
«Vogliamo essere padroni del nostro destino», ha spiegato ieri l’allenatore nella vigilia di Coppa. Che vale il no a un altro arrivo in volata, con l’incubo di dover fare i conti con i risultati altrui. Il Borussia Mönchengladbach è l’occasione per mettere in (leggera) discesa il girone prima di due trasferte consecutive.
Lo sa Conte, lo sanno i giocatori. Lo sa pure Christian Eriksen, che in Champions s’è spinto fino alla finale. E che stasera ha un’occasione grande così per spiegarla con un «avete visto tutti cosa sono capace di fare?». Nuova era Qualcosa il passato e/o il curriculum devono pure aver insegnato.
Ecco qua, ancora il tecnico: «Siamo cresciuti in esperienza, la strada fatta per arrivare in finale col Siviglia ci è servita. Al gruppo abbiamo aggiunto uno come Vidal: ora siamo molto più attrezzati». Non un ospite, ma un organizzatore della serata: l’Inter di oggi si sente questo. Dose elevata di autostima: è l’ora di raccogliere. È d’accordo anche Conte che sussurra: «Mi sto avvicinando a un trofeo internazionale, in 4stagioni ho giocato ottavi di finale, quarti, semifinale e finale… Ho fatto tutti gli step, sono orgoglioso del mio percorso».
I due cileni E per trasformare questo sentore di futura vittoria in un primo concreto successo, basta guardarsi attorno. Conte ha le carte per partire come si deve in Champions: qualcuna l’ha pescata nel mazzo del mercato, qualcuna arriva da più lontano. Soprattutto Lukaku, molto di più del “9” di questa squadra in costruzione: il belga è il centro di gravità di tutta la squadra, il magnete di ogni azione.
Come una lavatrice azionata in ogni momento della partita: un pallone sporco con lui torna quasi sempre pulito. Chi sarà il suo gemello d’attacco per una notte è, invece, materia più complessa: Conte ha ammesso che Alexis Sanchez potrebbe partire dall’inizio e il cileno, ormai recuperato dagli affanni sudamericani, è a sorpresa in vantaggio su Lautaro. Un’occasione da sfruttare per provare almeno a ridiscutere le rigide gerarchie offensive. In campo troverebbe, ovviamente, il connazionale Vidal che il tecnico ha voluto con tanta insistenza per notti come queste.
In Europa Arturo non trema mai, il suo approccio coraggioso e arrembante serve quando il margine per sbagliare è minimo. Vidal, da interista, si porta dietro un primato che sembra un urlo di guerra: nelle ultime 8 stagioni, è il giocatore che ha vinto più contrasti in Champions. Ben 178 e il secondo, Verratti, è indietro di 32. Tentazione Darmian L’innamoramento per Hakimi, più recente, risaleaun altro turno di Coppa: mentre il marocchino tagliava a fettine l’Inter col Dortmund, Conte capiva di essersi imbattuto in una pepita d’oro.
La fascia destra oggi è territorio di sua esclusiva e inalienabile proprietà, semmai dall’altro lato iniziano i dubbi: alla vigilia il tecnico si è fatto tentare da Darmian, arrivato all’ultimo miglio del mercato e ancora a0minuti. Matteo, in ballottaggio a sinistra con il più offensivo Perisic, può servire a riequilibrare l’assetto ultra-offensivo: in difesa serve una stampella per Kolarov, visto che Bastoni ripartirà dalla panchina («Non basta un giorno per tornare in condizione…»), in attacco bisogna proteggere la possibile novità sulla trequarti. Mai come stavolta Eriksen è candidato a stare tra gli 11: oggi Conte, che non vuole «correre rischi», proverà Sensi, ma la tentazione danese prescinde dall’ex Sassuolo. A Christian serve come il pane una scintilla e niente come la Champions brucia sotto la pelle dei campioni: «Eriksen si sta allenando bene, sa che può dare di più e sa che noi ci aspettiamo di più E’ importante che dia quella sensazione di miglioramento», ha ammesso ieri Antonio. Anche il danese sa quanto sia duro sfiorare un obiettivo senza toccarlo: con il Tottenham gli è successo e non ha certo voglia di ripetersi, esattamente come l’Inter.
Stavolta Vidal («Che sicuramente ha esperienza da vendere») ce l’avrà con sé e non come avversario. Latte-stato di stima a cuore aperto di Antonio Conte sull’amato Arturo, unita al fresco ricordo del percorso fatto in Europa League («Sicuramente il tasso di esperienza è cresciuto grazie anche a quanto fatto fi»), sono due indizi utili a spiegare perché l’Inter affronti il girone in Champions senza più pensare di trovarsi di fronte a un Everest Scalata sempre fallita all’ultimo strappo (dal 2011-12 l’Inter non gioca la fase a eliminazione diretta nella Coppa più importante), anche per questo Conte ha rimandato alla base la definizione di “favoriti” nel girone rimbalzata da Madrid: «Hanno vinto l’ultima Liga, conquistato tantissime Champions e annoverano giocatori da oltre cento milioni in rosa. Sentire dire che sono sfavoriti mi fa sorridere. Penso che nelle valutazioni si debba essere molto seri, concentrati per evitare di dire delle fesserie. Se mettiamo in discussione il Real perché non ha fatto mercato significa che il calcio sta cambiando e magari lo sto perdendo di vista la realtà II nostro obiettivo? Dire oggi cosa possiamo fare in Champions è difficile.
Vogliamo essere arbitri del nostro destino in positivo, questo di sicuro».Già e la realtà impone l’obbligo di centrare il passaggio agli ottavi, obiettivo già fallito da Spalletti e nella prima stagione di Conte. Anche per questo l’allenatore ha dato un’impronta più europea al gioco della sua squadra, a discapito però della tenuta difensiva, come provano i tanti (anzi, troppi) gol presi in campionato: «Anche l’anno scorso abbiamo giocato nella stessa maniera, difendendo con 50 metri di porta alle spalle. Penso che le caratteristiche dei nostri difensori possano essere giuste per affrontare questa situazione.
Abbiamo perso Godine preso Kolarov, ma gli altri c’erano già lo scorso anno e abbiamo finito con la miglior differenza reti. Stiamo lavorando tanto, creiamo tanto. Dobbiamo essere bravi a prendere le cose positive e migliorare quelle negative, anche se non c’è tempo vedere dei video per capire come bisognava affrontare certe situazioni, ma da questo punto divista noncè grande preoccupazione. La squadra gioca e crea, spesso si accusano le squadre di fare le “italiane” noi cerchiamo di fare un tipo di calcio che lo scorso anno ci ha portati al 2° posto e alla finale di Europa League. A volte lo facciamo in maniera perfetta, a volte dobbiamo migliorare e ci sono giocatori che devono integrarsi in un meccanismo già abbastanza rodato».
Sull’argomento è intervenuto pure capitan Handanovic, testimone oculare di tutte le crepe che si aprono davanti a lui in campo: «Un portiere, quando prende otto gol è sempre preoccupato, ma io non lo sono perché creiamo anche tanto ed è nonnaie rischiare qualcosa. L’importante è capire gli errori e correggerli, comunque anche su questo sono fiducioso. Sicuramente dobbiamo alzare il livello perché in Champions è più difficile». Presto verrà ufficializzato il rinnovo (accordi già chiusi in cassaforte) fino al 2022: «Mi sento bene, magari non lo faccio vedere completamente. Ma ho grandi motivazioni e passione, finché avrò voglia di competere sarò sempre qual Inter».
Dopo la sconfitta con il Siviglia a Colonia, quando non voleva neanche salire sul palco per ritirare la medaglia («Sono un pessimo perdente») non ha parlato per quattro giorni.
Dopo il derby, per lui ha parlato Zlatan Ibrahimovic con quella punzacchiatura social (“Milano non ha un re, ma un dio”) che gli avrà mandato per traverso pure la domenica. Stasera, contro il Borussia Mònchengladbach, Romelu Lukaku avrà l’occasione per lavare via tutti i cattivi pensieri, in attesa di rimettersi in caccia in campionato. L’Europa, da Praga in poi, è diventata casa sua, considerato che dalla rete con lo Slavia (27 novembre) ha sempre segnato. Un fìlotto di otto partite tra Champions ed Europa League. Stasera ci sarà da riannodare il filo con l’Europa più importante, a cui l’Inter ha dato addio dopo il ko contro il baby Barcellona sapientemente guidato da Arturo Vidal che stasera sarà corazza per una squadra che in Champions di esperienza continua ad averne pochina.
Resta però ancora ben impressa nella memoria di tutti la grande corsa terminata in modo traumatico col Siviglia (soprattutto per Big Rom che, dopo aver sbagliato il gol del 3-2, è stato sfortunato protagonista nell’autogol che ha deciso la sfida), striscia di vittorie che ha dimostrato come la strada più “europea” sposata da Antonio Conte nel modo di far giocare la squadra, può dare ottimi risultati soprattutto in Champions.
Passare il turno è un obbligo per l’Inter ancor più in questa stagione piegata dalla Pandemia. Il passivo di bilancio, ben oltre i cento milioni, dovrebbe aggirarsi sui 130 e pure il fùturo non è roseo, considerato che già la semestrale (prima che scoppiasse il Covid) aveva fatto già registi-are un rosso da cento milioni. Steven Zhang è volato in Cina per accelerare le pratiche legate al nuovo sponsor di maglia che dovrà garantire tra i 25-30 milioni (Hisense è in pole), ma il modo più semplice per dare ossigeno ai conti è legato al raggiungimento degli ottavi di Champions, traguardo l’Inter non centra dalla stagione 2011-12.
Sono 22 i convocati di Gian Piero Gasperini che sono partiti nel primo pomeriggio di ieri dall’aeroporto di Orio al Serio verso Karup, in Danimarca. Il numero 18 Malinovskyi è rimasto a Bergamo a causa di un fastidio legato agli addominali obliqui (vecchia cicatrice) mentre nella lista dei giocatori chiamati per l’esordio in Champions League c’è per la prima volta Matteo Pessina, ormai pienamente recuperato dopo l’infortunio al ginocchio subito nell’ultima partita dello scorso campionato a Genova contro il Grifone con la maglia del Verona.
La formazione nerazzurra ha svolto la rifinitura al Centro Bortolotti di Zingo-nia e per prendere contatto con il campo della MCH Arena di Heming è stato programmato intorno alle 19 di ieri un semplice “Walk Around”, camminata sul terreno di gioco simile alla ricognizione che viene effettuata prima di ogni partita di campionato e coppe. Rispetto alla gara di Napoli, oltre a Pessina è stato chiamato anche il giovane Ruggeri (maglia numero 40) mentre non c’è il croato Stilalo, escluso dalla lista europea.
Il tecnico della squadra nerazzurra ha quasi tutti i titolari dell’ultimo periodo a disposizione (mancano solo Gollini e Caldara) e in vista della gara di questa sera non ci sono grandi dubbi di formazione. Davanti a Sportiello giocheranno Toloi, D jimsiti e uno tra Palomino e Remerò, in mezzo al campo dopo il riposo del San Paolo ci sarà il ritorno da titolare di Hateboer e Freuler con de Roon e Gosens a completare la linea da 4.
In attacco, il Papu Gomez è sicuro di un posto con Muriel e Zapata che sono favoriti su Pasalic, llicic e Lammers. Dopo Torino e Cagliari, quella contro il Midtjyl-land potrebbe essere la terza gara della stagione con lo schieramento a due punte che Gasperini ha cominciato a proporre dall’inizio di questa stagione.
La squadra orobica è da ieri sera in ritiro ad Heming, per questa mattina è previsto il solito risveglio muscolare e probabilmente saranno sciolte le ultime riserve prima della sfida che si giocherà a partire dalle 21 davanti ad una manciata di appassionati locali collegati agli sponsor dei padroni di casa danesi. Il Midtjyl-land ha comunicato infatti che, nel pieno rispetto delle norme danesi che permettono l’accesso agli impianti sportivi di 500 persone tra addetti ai lavori e pubblico, ha invitato circa 150 tifosi ad assistere alla prima storica partita di Champions League nel suo stadio contro l’Atalanta.