Dove e come vedere la partita in diretta e live streaming
La partita tra Celtic Milan, in programma alle 21:00, sarà trasmessa in diretta tv da Sky sui canali Sky Sport Uno (satellite, digitale terrestre e internet) e Sky Sport 252 (satellite e internet). La telecronaca è di Federico Zancan, con il commento di Daniele Adani. I collegamenti da bordocampo saranno a cura di Massimo Ugolini. Celtic Milan in streaming gratis sarà disponibile solo per gli abbonati alla pay tv satellitare grazie all’applicazione Sky Go che permetterà di seguire la partita in diretta anche su pc, tablet e smartphone.
Zlatan Ibrahimovic e Neil Lennon, allenatore del Celtic, hanno una cosa in comune. Da qualche parte, a casa, conservano ciascuno la maglia dell’altro: se la scambiarono quasi vent’anni fa, al fischio finale di Ajax-Celtic dell’8 agosto 2001, preliminari di Champions.
Data a suo modo memorabile, perché mentre l’allora centrocampista biancoverde debuttava nelle coppe con gli scozzesi e se ne tornava a casa con un 3-1 da libri di storia, il ragazzone planato in Olanda dal ghetto di Rosengard la storia cominciava a scriverla, a 19 anni: Zlatan era all’esordio assoluto in Europa e ritirava il primo gettone di una lunga serie che stasera lo porterà a toccare le 142 presenze, condite al momento da 57 gol. Ritroverà i primi avversari e si esibirà sul prato della prima trasferta nelle coppe (al ritorno di quelle stesse qualificazioni), il classico cerchio che si chiude.
O quasi, perché tra il dio di Malmoe e i cattolici di Scozia c’è ancora una casella da riempire: Zlatanha spalmato gol ovunque in Europa, piazzando 23 bandierine in 21 città, marchiando 14 Paesi e 18 club avversari, ma Glasgow non fa parte della collezione. Cartoline Non ancora, vista l’occasione che la prima giornata del gruppo H gli offre, e vista pure la partenza impeccabile dello svedese nei preliminari contro lo Shamrock: prima che il Covidlo fermasse per i turni successivi Ibra aveva segnato a Dublino, aprendo le danze del Milan in Europa e in stagione e rianno dando un filo che parte da Cipro – Apollon Limassol-Ajax 0-3 del settembre 2001, prima rete europea − e attraversa una carriera infinita.
Z ha cominciato a far gol a Nicosianello stesso torneo in cui o lui e i pioliani sono impegnati oggi: ai tempi si chiamava Coppa Uefa e il dettaglio dà il senso del viaggio alla Benjamin Button. In Europa League ha iniziato e lì si era anche fermato, conloUnitednel2016- 17: un piatto destro dopo aver raccolto un lancio di Pogba sul campo dello Zorya Lugansk, a Odessa, in Ucraina, era stato l’ultimo sigillo in una trasferta di coppa. Ibra quell’Europa League l’ha vinta, ma ha applaudito in stampelle. In mezzo ci sono state le notti di Champions, con 49 gol in 17 città.
Da ospite, Zlatan ha dato il meglio in Germania, lasciando cartoline a casa di Bayern, Werder, Stoccarda e Leverkusen – ogni tappa con una maglia diversa tra Juve, Inter, Barça e Psg – e poi in Inghilterra, dove ha brillato tre volte a Londra (doppietta all’Arsenal e un gol al Chelsea). In Belgio ha esagerato, 4 gol in una sola visita all’Anderlecht. E ovviamente ha griffato le città in cui ha fatto gli onori di casa: MilanoeSan Siro restano il top − 11 centri di cui6da milanista– poi Parigi con 10. A Torino e Barcellona Z ha faticato, segnando un gol da bianconero e uno da blaugrana: alla Juve non aveva ancora affinato l’arte del cannoniere e al Barça soffriva Messi falso nueve. Quando ha cambiato aria si è ritrovato e al Camp Nou l’ha buttata dentro anche da avversario (con il Psg). Perché Ibra è fatto così, non patisce l’emozione, nemmeno quando torna nei luoghi del cuore: ha castigato Amsterdam e l’Ajax da rossonero ed è andato a bersaglio nella sua Malmoe nel 2015, in un 5-0 del Psg. Uscì commosso, coperto dagli applausi di uno stadio che ancora lo adorava: l’Hammarby sarebbe sbucato solo qualche anno dopo. Inizio super All’appuntamento di stasera mancherà l’amico Calhanoglu e Ibra si presenterà circondato da un drappello di fratellini promettenti.
Con alcuni di loro, da Tonali a Brahim, il feeling è ancora tutto da trovare e Pioli rifletterà bene prima di scegliere le pedine giuste da collocare accanto al Re. Nessun dubbio però sulla fame del capobranco: con 5 gol nelle prime 3 presenze stagionali Ibra ha disegnato la sua miglior partenza di sempre (a Parigi, Manchester e Los Angeles si era fermato a 4 reti). Non gli resta che riprendere quel discorso lasciato in sospeso con il Celtic quasi vent’anni fa.
Nel contenitore di Celtic-Milan, premesso il capitolo Covid che ha fermato sul fronte scozzese l’attaccante francese Edouard e il duo israeliano Bitton-Elhamed, c’è una saga nordica: lo svedese Ibrahimovic, il danese Kjaer, il norvegese Ajer. I primi due navigano insieme: lo scontro in campo di Fenerbahce-Manchester United del 2016, quando indossavano maglie diverse e si affrontarono in Europa League, è stato cancellato dal tempo e ora si viaggia di comune accordo sotto la bandiera del Milan.
Kristoffer Ajer avrebbe potuto unirsi a loro un mese fa, ma dopo essere stato in vetrina nelle cronache di mercato, è rimasto a Glasgow. Sabato, nel derby vinto 2-0 dai Rangers, è stato il migliore del Celtic: ha evitato altri due gol e un’umiliazione memorabile per una squadra partita con l’obiettivo di conquistare il decimo titolo di fila. La Roma Ajer, 22 anni, in nazionale dal 2018,perse il primo autobus per l’Italia nel novembre 2014. Sostenne un provino nelle giovanili della Roma, ma lo non superò. «Lo ricordo bene – racconta Federico Coppitelli, all’epoca coach della Roma Under 17 –. Lo aveva segnalato Lodovico Spinosi. Ajer era alto, potente, migliorabile nella coordinazione. Si allenò due giorni con noi, poi disputò una partita, un tempo con la mia squadra e l’altro con la Primavera. Non so come andarono poi le cose». Ajer rientrò allo Start, dove era approdato pochi mesi prima, prelevato dal Lillestrom.
La delusione fu smaltita in fretta: con 8 reti contribuì alla salvezzaenel 2016 fu ceduto al Celtic. Dopo il prestito al Kilmarnock, dal 2017 gioca con The Hoops, “I Cerchiati”. Oggi navigherà dalle parti di Ibra, in un duello sbilanciato dal punto di vista dell’età – 39 anni di Zlatan contro i 22 di Kris -, ma di pari grado sul piano dell’altezza – 1,95 contro 1,98 – e del peso – 95 kg contro 94 -. Ultime IlCeltic arriva alla sfidadi stasera con l’animo in subbuglio: il k.o. nell’Old Firm e le accuse dell’allenatore Lennon («qualcuno rivela i nostri segreti all’esterno»)hanno segnato la vigilia. «Ho affrontato il Milan da allenatore e da giocatore – racconta -. È un grandissimo club. Ha vissuto un momento difficile, ma può succedere. Anche senza Calhanoglu è favorito: c’è Ibrahimovic»