Arthur alla Juve, Pjanic al Barcellona: il pirotecnico affare ha acceso gli entusiasmi delle tifoserie. È presto per capire chi si sia avvantaggiato. Arthur va a intermittenza in bianconero, è ancora da capire quanto può contribuire al progetto di Pirlo.
Pjanic fatica a entrare nel cuore del Barça: ora è un comprimario, una seconda scelta. Oggi aspettiamo di vedere Mire titolare all’Allianz Stadium, giusto per riprendersi un minimo di spazio vitale. Il valore tecnico dei due cervelli è assodato, ma ciò che ha dato vigore allo scambio è anche una parola magica: plusvalenza.
Per qualsiasi ds è il sogno, nemmeno tanto proibito: con accortezza e buona volontà, una plusvalenza non si nega a nessuno. Nel caso ArthurPjanic, le cifre sono faraoniche: con il brasiliano il Barcellona realizza un più 30 milioni, la Juve con il bosniaco segna un più 22. Niente male, con un occhio al famoso FFP, il financial fair play, che non sarà garanzia di equità assoluta, ma è in vigore.
È tutto così machiavellico: il fine giustifica i mezzi. Ma fermiamo un attimo il gioco: qual è il fine, quali sono i mezzi? In nome di una plusvalenza, per quanto robusta, si rischia di andare incontro ai flop. Non è ancora il caso di Arthur e Pjanic, ma la loro parabola fa sorgere legittimi dubbi.
Il football deve badare a sopravvivere anche e soprattutto dal punto di vista finanziario, per non andare poi a chiedere decreti Ristoro o simili. Però, prima di ingaggiare stelle come Arthur o Pjanic, un club dovrebbe imporsi come missione di farli giocare. Sarà una visione sdolcinata, ma comunque naturale: il bello del calcio lo offrono i campioni che giocano, molto meno le plusvalenze che brillano in panchina o peggio in tribuna. Attenti tutti a non esagerare.
Dove e come guardare la partita, diretta tv e live streaming
Juventus – Barcellona sarà trasmessa questa sera a partire dalle ore 21,00 Tutti gli appassionati potranno guardare il match sui canali Sky e più nello specifico a Sky sport Serie A dal canale 202 del satellite e Sky Sport dal canale 251. Come sempre la partita si potrà anche guardare in streaming gratis, ovviamente per tutti gli abbonati al servizio. Questi dovranno utilizzare l’applicazione Sky Go che dà la possibilità di guardare tutto il calcio di Serie A attraverso i dispositivi mobili. In alternativa si potrà anche guardare Juventus – Barcellon attraverso i canali Now TV. Quest’ultimo è il servizio Sky che da la possibilità di poter acquistare l’evento prescelto oppure di sottoscrivere un abbonamento.
La prima notte da dieci (e lode) Paulo Dybala l’ha vissuta quando non era ancora un dieci e sotto gli occhi stralunati del dieci più famoso del calcio attuale, Leo Messi. E’ stata una delle rare volte in cui il re è stato buttato giù dal trono da un suo vassallo: 11 aprile 2017, Juventus-Barcellona 3-0 nell’andata dei quarti di Champions League, la Joya 2, il Divo 0. Era il secondo anno in bianconero, al 23enne Dybala serviva una prestazione da fenomeno dentro una partita di livello top per certificare il suo status di giocatore fuori dal comune, e non è un caso che l’abbia trovata al cospetto del suo idolo: una doppietta confezionata in un quarto d’ora, prima il trionfo dell’invenzione (stop di destro e mancino a giro sul secondo palo) poi un capolavoro d’esecuzione (sinistro secco al volo sul primo palo).
Chissà quante volte i due ci avranno scherzato su durante i viaggi o nei ritiri condivisi con l’Argentina, tra una pausa mate e una partita a Trucco, un gioco di carte molto popolare in Sudamerica in cui Leo è abile quasi quanto con il pallone. Il maestro Messi poi si è preso la rivincita, perché altre volte i due si sono sfidati e il finale è stato molto meno dolce per l’allievo Paulo, ma quella notte da stella tra le stelle resterà per sempre scolpita nella storia, così come nella memoria di tutti gli innamorati del calcio. Eredità doppia Impossibile mettere a confronto i due per trofei vinti, numeri, esperienza, appeal internazionale. Dybala è stato il primo a fuggire da un paragone pesante e troppo ingombrante. Eppure esiste un filo di continuità genetica che parte da Maradona, passa per Messi e arriva fino alla Joya bianconera: l’uno è la continuazione dell’altro.
Nel dna di Paulo ci sono almeno 4-5 geni di Leo: l’argentinità, ma anche il genio, il dribbling e la fantasia. Tutto con le dovute proporzioni, perché a 33 anni Messi è «un extraterreste» (copyright Miralem Pjanic) che regala meraviglie da ben oltre un decennio, che ha vinto tutto ciò che si poteva con il Barça ed è considerato ancora uno dei giocatori più forti al mondo. Dybala stasera raccoglierà il testimone dell’altro pretendente al trono di migliore, Ronaldo, e dovrà riempire il vuoto cosmico generato dall’assenza del numero 7. Cristiano non ce l’ha fatta a liberarsi dal virus in15 giorni e a 24 ore dal match (termine ultimo per presentare l’esito negativo del tampone alla Uefa, è risultato ancora positivo. Paulo avrà un carico maggiore di responsabilità ma anche l’occasione per dimostrare che quella notte non abbiamo assistito solo al passaggio di una meteora.
Cambio di passo Messi è stato, ed è ancora, un modello per Dybala ma non sarà mai un rivale: la soggezione degli inizi si è evoluta in un bel rapporto, anche perché Leo negli ultimi tempi è diventato molto più chioccia con i giovani del gruppo. L’estate non è stata facile per nessuno dei due dieci: per la prima volta il blaugrana ha messo in dubbio il suo rapporto con il Barcellona, mentre la Joya, oltre all’infortunio, ha dovuto fare i conti con le solite voci di mercato e un rinnovo di contratto che resta tuttora in standby.
Anche lanuova annata è cominciata in salita: per la Pulce solo due gol finora (uno nella Ligael’altro in Champions), entrambi surigore, Paulo invece ha giocato appena 125 minuti e aspetta ancora la prima esultanza stagionale. Per tutti e due Juve-Barcellona può essere la partita della svolta. Notte da dieci «Messi fa parte della storia del calcio mondiale e moderno—ha detto Andrea Pirlo —. Lui e Ronaldo stanno facendo cose straordinarie da 15 anni e sono ancora al top, nonostante l’età avanzi. Speriamo che domani (oggi, ndr) non sia nella sua serata migliore». Ronaldo non ci sarà, costretto dal coronavirus a rassegnarsi a vivere la partita più attesa davanti alla tv (gli amici lo descrivono smanioso come un leone ingabbia), Paulo invece sì, con un po’ di stanchezza nelle gambe dopoi90’ col Verona ma con il ricordo della doppietta di tre anni fa a moltiplicare le energie. «Dybala è un grande giocatore e può complicarci la vita», ha detto il tecnico del Barcellona Ronald Koeman. Lo fece con il 21 che fu di Pirlo, ci riproverà da dieci per un’altra notte da dieci (e lode).
l Barcellona è partito per Torino senza il suo presidente, e quando tornerà non lo troverà più nel suo ufficio: Josep Maria Bartomeusi è dimesso ieri sera e ora il Barça inizierà il suo processo elettorale, che era previsto per il prossimo marzo e sarà anticipato: lo statuto prevede un periodo di tempo tra i 40 e i 90 giorni per celebrare il suffragio che porterà al Camp Nou il 41° presidente della storia del club.
Crisi insostenibile Bartomeu ha lasciato in anticipo (il suo secondo mandato, non rinnovabile, scadeva il prossimo giugno ed erano già state fissate elezioni per marzo 2021) perché aveva enormi possibilità di passare alla storia come il primo presidente cacciato per volontà popolare. Questo 2020 terribile per il club blaugrana ha finito per travolgere il presidente, passato da una crisi all’altra in ambito sportivo, istituzionale ed economico, attaccato frontalmente e criticato pubblicamente nelle scorse settimane da due dei capitani, Leo Messie Gerard Piqué. La posizione di Bartomeu si era fatta insostenibile, ma il presidente non mollava perché le dimissioni possono portare anche a un pesante contraccolpo economico personale: il presidente è garante della salute finanziaria del club, e questo non è esattamente il miglior momento per i conti del Barça.
Alla fine Bartomeu ha ceduto di fronte alla pressione popolare: in settembre un gruppo di soci per la terza volta nella storia del club ha avviato il processo noto come Mozione di Censura: nonostante le difficoltà legate alla pandemia hanno raccolto quasi 20.000firme,più che sufficienti per indire il referendum di impeachment. Bartomeu ha cercato di farlo saltare con ogni mezzo, ma ieri la Generali tat,il governo catalano, gli ha tolto ogni speranza: il referendum andava celebrato. E così il governo blaugrana si è dimesso in blocco. Quasi sette anni Bartomeu era entrato nel club come membro della giunta direttiva d iJoan Laportanel 2003. In disaccordo con Laporta era uscito dal club nel 2005, per rientrarci come vicepresidente di Sandro Rosell nel 2010. Il 23 gennaio del 2014 ha sostituito l’amico e mentore costretto alle dimissioni perché travolto dal caso Neymar. Il 18 luglio del 2015, poche settimane dopo la conquista da parte del Barça guidato da Luis Enrique del secondo triplete, Bartomeu fu rieletto col 54%dei voti.
Da allora il Barça non ha più vinto la Champions mentre si sono susseguiti problemi dentro e fuori dal campo. Fino a questo pessimo 2020, senza titoli. Sì alla Superliga Bartomeu ieri ha indetto una conferenza stampa senza domande e ha parlato per 25 minuti. Ha definito «Irresponsabile» la decisione della Generalitat di celebrare il referendum, ha sciorinato meriti e vittorie e si è lamentato: «Sono stato insultato, non criticato .E hanno minacciato me e la mia famiglia». Poi ha annunciato, con marcata enfasi definendola una «notizia straordinaria», di aver dato l’adesione del Barcellona al progetto noto come Superlega, che dovrà essere ratificato dalla nuova giunta: «La Superlega garantirà la sopravvivenza del club, e ci permetterà di non convertirci mai in una società per azioni». Vedremo cosa ne pensa il nuovo presidente, che dovrà anche convincere Messi, che a giugno sarà svincolato, a restare. Si presenteranno tanti candidati, e tra questi dovrebbe esserci Joan La porta, il creatore del Barça di Guardiola. La porta deve ancora trovare i tanti soldi necessari per candidarsi, ci vuole una fideiussione superiore ai 100 milioni di euro, ela battaglia si preannuncia serrata. In tutto questo, il Barcellona di Koeman cercherà di sopravvivere sul campo.