Aveva 16 anni l’attrice italiana più famosa di sempre quando entrò in punta di piedi nel mondo del cinema con il primo ruolo, nel film Cuori sul mare. Era il 1950 e il suo nome coincideva ancora con quello dell’anagrafe, Sofia Scicolone.
A 70 anni di distanza da quell’esordio, Sophia Loren è tornata sul set, diretta dal figlio Edoardo Ponti in La vita davanti a sé (produzione Palomar, disponibile su Netflix dal 13 novembre). In una desolata periferia di Bari, la vediamo indossare i panni di un’anziana ebrea scampata all’Olocausto, Madame Rosa, che vive sull’orlo della miseria, dando aiuto a bambini in difficoltà.
Tra questi,c’è Momo, di origini senegalesi: con il ragazzino nascerà un legame profondo, l’amicizia di due persone sole al mondo. Per questa interpretazione, delicata e poetica, è già trapelata la notizia di un’ennesima candidatura all’Oscar. Il mito di Sophia Loren non cede al passare del tempo, non si è deteriorato o appannato.
Non solo perché è stata la prima donna a vincere un Oscar per un film non in lingua inglese (in La ciociara, 1960, diretta da Vittorio De Sica). Non solo per l’Oscar alla carriera che le è stato riconosciuto nel ’91. Occhi felini e sorriso dall’allegria contagiosa, vita stretta e seno generoso, la Loren ha prima conquistato insieme con Gina Lollobrigida l’appellativo “maggiorata”. E poi è andata oltre. È diventata icona di bellezza, grazia, eleganza (nonostante il naso troppo lungo secondo gli standard di Hollywood).
Ancora oggi, a 86 anni, lei è “la” diva. «Se penso alla mia vita, mi sorprendo che sia tutto vero», racconta. «Una mattina mi sveglierò e capirò di averlo solo sognato. Non voglio dire che sia stato facile». I suoi primi ricordi sono «le bombe che cadono, esplodono, l’allarme antiaereo che urla». L’infanzia a Pozzuoli, durante la Seconda guerra mondiale: «C’era la fame, la povertà, saremmo potuti morire ogni notte». Nei piani di sua madre Romilda non doveva andare così: anni prima, inseguendo il miraggio dello spettacolo, Romilda si era trasferita a Roma, dove nel 1932 vinse un concorso per lavorare a Hollyood, come sosia di Greta Garbo.
Non andò mai in America, costretta dalle difficoltà economiche, tornò dalla famiglia a Pozzuoli con le piccole Sofia e Maria, avute da Riccardo Scicolone, che riconobbe la paternità, ma si rifece una vita con un’altra donna. Il sogno di Romilda finì nel salotto dove la nonna Luisa vendeva il liquore di ciliegia fatto in casa, lei suonava il pianoforte, Maria cantava, Sofia lavava le stoviglie. L’incontro che cambiò la vita della Loren fu quello con Carlo Ponti nel 1950. Il produttore rimase affascinato e le offrì un contratto di lavoro. Lei aveva 16 anni, 22 in meno di lui, che era sposato.
Negli Anni 50, mentre corre verso il successo recitando in film come Miseria e nobiltà (1954, al fianco di Totò), Pane, amore e… (1955, con Vittorio De Sica), Orgoglio e passione (1957, con Frank Sinatra e Cary Grant), fino ad arrivare all’Oscar per La ciociara, la Loren e Ponti, che intanto aveva lasciato la moglie, si frequentano pubblicamente riempendo di sdegno un’Italia dove ancora mancava la legge sul divorzio.
I due si sposano per procura, in Messico, ma in Italia il produttore risulta comunque bigamo: lui rischia il carcere, lei la scomunica. Il loro sentimento non cede. Lei rinuncia al flirt con Cary Grant per tornare da Ponti: «L’amore indimenticato, l’unico che mi ha capita». Tutto si risolve nel 1966, quando il produttore prende la cittadinanza francese, ottiene il divorzio dalla moglie e sposa Sophia. Il segreto di un amore durato fino alla scomparsa del produttore, nel 2007? «Crescere insieme la famiglia, essere felici insieme, condividere tutto», risponde lei.
La Loren oggi è nonna di quattro nipoti: Vittorio e Beatrice, figli del primogenito Carlo Jr., Lucia e Leonardo, figli del secondogenito Edoardo, regista. Proprio quest’ultimo l’ha convinta a tornare a recitare in La vita davanti a sé. Un regalo per il pubblico che fa sentire profumo di Oscar… Sulla leggenda di Sophia Loren non è stata ancora scritta la parola fine.