Streaming Web Inter – Bologna dove vedere diretta live tv Gratis Sky o Dzan?

Come vedere Inter – Bologna in diretta tv e streaming

Inter Bologna si disputerà questa sera, Sabato 5 dicembre 2020, alle ore 20.45  La partita sarà visibile sui canali Sky e nello specifico sui canali Sky Sport, sia sul satellite che sul digitale terrestre ed ancora Sky sport Arena al numero 204 del satellite. Ovviamente chi vorrà potrà seguire anche il match in diretta streaming. Gli abbonati potranno affidarsi a Sky Go per poter vedere il match, scaricando l’app su dispositivi mobili quali computer e notebook o ancora tablet e smartphone. Ci sarebbe ancora un’altra possibilità, ovvero guardare il match su Now Tv, il servizio di streaming live e on demand di Sky che da la possibilità di poter assistere ai più importanti incontri di calcio, ovviamente dopo aver acquistato uno dei pacchetti offerti.

E’ arrivato il momento di mettere pressione. In attesa di capire quale sarà il proprio destino in Europa mercoledì contro lo Shakhtar, stasera i nerazzurri torneranno a San Siro per sfidare il Bologna e provare a portarsi a soli 2 punti dal Milan che giocherà invece domani a Genova contro la Sampdoria.

I rossoneri sono primi con 23 punti, l’Inter insegue a quota 18, ma soprattutto la squadra di Antonio Conte sembra aver superato il momento di difficoltà vissuto fra metà ottobre e metà novembre. Se l’Inter avrà ritrovato davvero la strada maestra lo scopriremo fra stasera e i prossimi impegni, di sicuro però la squadra vista contro Sassuolo e Borussia Monchengladbach sembra aver ritrovato vecchie sicurezze e quella ferocia che Conte chiedeva a gran voce.

Gli inizi timidi che hanno condizionato molte gare sembrano evaporati, a Reggio Emilia e in Germania i nerazzurri sono tornati ad aggredire l’avversario con il giusto atteggiamento e adesso Conte, tornato a vivere le vigilie con la solita tensione, attende conferme per iniziare finalmente a volare in campionato: «La cosa che mi ha reso più orgoglioso nelle ultime due gare è che ci siamo tappati le orecchie e abbiamo pensato a giocare e fare del nostro meglio – ha incalzato Conte -.

La difficoltà maggiore in questo momento è la stanchezza, dover giocare tutte partite importanti e decisive, avendo pochissimo tempo per prepararle e recuperare le energie. Detto ciò, ci auguriamo di giocare ogni tre giorni perché significa che stiamo andando avanti nelle competizioni. Maggiore concentrazione nelle ultime uscite? Sicuramente il risultato finale condiziona un po’ tutti i giudizi e tante situazioni. Cerchiamo di migliorare tutto, sia da un punto di vista dell’organizzazione tattica che dello spirito, dell’approccio e della gestione».

Lo scorso 5 luglio il Bologna vinse 2-1 a San Siro e mise fine ai sogni scudetto dell’Inter. Una partita che Conte non ha dimenticato: «Abbiamo perso una partita incredibile, vincevamo 1-0, dominando e con l’uomo in più. Dopo il rigore che abbiamo sbagliato, abbiamo preso due gol in contropiede. Una gara che mi ha fatto arrabbiare molto e in cui era difficile dare una spiegazione – ha ricordato il tecnico -. Sappiamo quanto sia determinato e forte il Bologna, ha avuto una settimana di tempo per preparare la sfida, noi però vogliamo dare continuità al nostro percorso».

Dunque, voglia di vincere col Bologna, ma Conte dovrà pensare anche alla Champions. E quindi ci sarà un po’ di turnover, con alcuni giocatori affaticati – Barella e Martinez – che rifiateranno. Dietro potrebbe riposare De Vrij, con Ranocchia al centro. Hakimi e Perisic si candidano a un posto sulle fasce, mentre Vidal tornerà in mezzo al campo con Brozovic e Gagliardini; Sanchez al fianco di Lukaku. Conte ha speso parole – poche – per Sensi («non è ancora pronto»), che partirà dalla panchina, mentre Nainggolan non sarà convocato: «Non ha recuperato. Una futura chance da titolare? Per quel che riguarda le situazioni dei singoli giocatori dovete chiedere alla società». Una risposta che sa tanto di addio a gennaio. Kolarov, ieri tornato negativo ieri dopo 20 giorni di positività al Covid, non dovrebbe fare in tempo ad avere le autorizzazioni necessarie per andare in panchina.

Ieri mattina c’è stata la visita di cortesia da parte del presidente della Figc Gravina nella sede nerazzurra di Viale della Liberazione. A fare gli onori di casa i due ad Marotta e Antonello. I tre hanno parlato di tutto, in particolare del delicato momento economico che sta attraversando il calcio italiano e dei provvedimenti necessari per aiutare i club.

C’è un dato statistico che fotografa bene la svolta offensiva dell’Inter di Antonio Conte in questa stagione. Si tratta dei numeri sul possesso palla nella propria metà campo e in quella avversaria, elaborati dalla Lega Serie A.

Al termine dello scorso campionato la squadra nerazzurra, con una media di 28 minuti e 28 secondi a partita, era la quinta per possesso palla in Serie A, alle spalle di Napoli, Juventus, Sassuolo e Atalanta. E il pallone veniva fatto circolare nella propria metà campo, più che in quella avversaria: 15 minuti e 18 secondi contro 13 minuti e 10 secondi.

Nelle prime nove giornate di questo campionato la proporzione si è ribaltata. L’Inter è salita al secondo posto per possesso palla con 30 minuti e 36 secondi. Davanti adesso c’è solo la Juventus con 32 minuti e 10 secondi. E l’Inter è diventata l’unica formazione, insieme all’Atalanta (i bergamaschi lo fanno in maniera ancora più decisa e lo facevano già nella scorsa annata), a far girare il pallone nella metà campo avversaria più che nella propria: rispettivamente 15 minuti e 35 secondi e 15 minuti e un secondo. Conte ha spiegato che adesso gli avversari attendono maggiormente l’Inter. Quindi diventa necessario spingersi più avanti per cercare spazi. In questi dati può trovarsi la spiegazione del maggior numero di gol segnati dall’Inter e contemporaneamente dell’aumento delle reti subite.

Caccia alla spia a Casteldebole, come in un libro di Le Carrè. Sinisa Mihajlovic si traveste da colonnello del Kgb: «Ho provato un nuovo schema solo per capire chi parla coi giornalisti. L’ho fatto apposta, sto indagando. Se lo trovo lo attacco al muro e smette di giocare. Non cambio assetto per niente. Eravamo solo noi della squadra ed è uscito tutto. Lo trovo e saranno c… amari. Nelle altre squadre non si capisce mai chi gioca. Da noi invece si viene a sapere sempre la formazione». Un trappolone quindi per beccare chi si sarebbe venduto non per trenta denari, ma “per un mezzo voto in più”, secondo l’ipotesi complottista di Sinisa. Una vicenda grottesca (e pure divertente…), che però Mihajlovic non digerisce da tempo. Stavolta tutto è nato dalle prove di 3-4-1-2 svolte giovedì a Casteldebole e riportate dai giornali più attenti, Tuttosport compreso. L’idea di base è spostare Medel tra i tre centrali difensivi, con De Silvestri e Hickey sulle fasce e il sacrificio di Sansone in avanti, in assenza dell’infortunato Orsolini. Mihajlovic ha detto ieri espressamente che non cambierà nulla rispetto al solito (quindi 4-2-3-1, con Sansone tra i tre e Medel in panchina), ma a questo punto potrebbe pure essere una pretattica al quadrato. Chissà chi lo sa, lo scopriremo solo stasera. Tra i convocati mancano anche Denswil (leggero affaticamento) e Poli (infezione al dito di un piede).

la qualità

Di certo i problemi più rilevanti del Bologna vengono dall’ovvia differenza di qualità rispetto all’Inter. Mihajlovic uno come Lukaku l’avrebbe sfidato a pugilato, l’unico modo per arginarlo: «Io non l’avrei fermato. E’ più veloce, più forte e più grosso di me. Magari avrei potuto farlo sul ring. Ma a calcio non sono ammessi i colpi proibiti. Barrow? Gli voglio bene come a un figlio, cerco di spronarlo. Mi arrabbio con quelli come lui che possono fare la differenza; adesso la sta facendo per gli avversari. Speriamo si tolga questa fasciatura alla mano che lo condiziona. Lo voglio più cattivo. La cosa peggiore è vedere un giocatore moscio. Se continua così va poi fuori, c’è un limite a tutto». Il mood degli uomini simbolo è quindi diametralmente opposto. Più che il gambiano, oggi la vera icona rossoblù è Roberto Soriano, 5 gol e 3 assist in 9 partite, brillante anche in azzurro quando Mancini lo ha schierato contro l’Estonia. E’ lui l’uomo che la difesa nerazzurra deve temere maggiormente.

Quattro gol in Champions hanno l’effetto di un biglietto da visita tempestato di diamanti, ma il primo a non stupirsi dell’exploit di Olivier Giroud a Siviglia è stato proprio Antonio Conte che, avendolo allenato al Chelsea, sa di che pasta è fatta il francese. L’ha capito pure Frank Lampard che, dopo averlo visto segnare quattro gol in 83’, ha ricoperto di elogi il centravanti: «E’ un vero professionista, forse non è sempre continuo ma ha dimostrato di essere un grande esempio per i giovani che si affacciano al mondo del calcio». Ora Giroud attende che alle parole seguano dei fatti. Perché dietro i lustrini in terra andalusa c’è un malessere sempre vivo: il francese – invitato da Didier Deschamps, suo ct, a trovare una squadra dove giochi di più – è stato titolare soltanto in due occasioni (prima di Siviglia, in Coppa di Lega con il Tottenham), mentre in Premier Lampard l’ha utilizzato col contagocce: 17 minuti con il West Brom, 13 con il Burnley, 11 con il Tottenham e 3 minuti contro Sheffield United e Newcastle.

La Juve resta sullo sfondo

Non a caso, nonostante dopo il poker di Champions Giroud si sia preso tutte le prime pagine dei giornali inglesi, Michel Manuello, suo procuratore, si è dato come dead line Natale per capire se c’è un’inversione di tendenza nelle scelte da parte di Lampard. Altrimenti Manuello tornerà all’assalto con Marina Granovskaia per chiedere di essere ceduto. Già presi i contatti con l’Inter a cui manca un attaccante per completare il reparto, mentre la Juve – per ora – resta sullo sfondo. Giroud guadagna 3.5 milioni e in Italia potrebbe firmare per 18 mesi. In estate le richieste del Chelsea erano 4 milioni più 1 di bonus, pretese che a metà stagione andrebbero comunque abbassate. L’Inter, che un inverno fa aveva strappato ai Blues il sì per Victor Moses, potrebbe pensare a una formula simile a quella che ha convinto il Manchester United e Ashley Young a puntare sul nerazzurro: per l’inglese era stato offerto un contratto di sei mesi con opzione, mentre ai Red Devils vennero garantiti poco meno di 1.8 milioni. Già la gara di sabato sera con il Leeds può essere una prima cartina tornasole per Giroud. «Io titolare? Fatemi godere la serata e questa grande vittoria. Dopo ci riposeremo e vedremo qual è il piano del manager», le parole dell’interessato, che – se fosse più coinvolto nel progetto dall’allenatore – probabilmente non lascerebbe Londra.

Politano invece lo “paga” Milik

Nel testa a testa per completare l’attacco, Giroud è il preferito da Conte rispetto ad Arek Milik per due buoni motivi: il primo è esclusivamente tattico (il francese già sa cosa chiede l’allenatore da un attaccante), il secondo è fisico, visto che il polacco – dopo tanti mesi senza giocare – avrà bisogno di ritrovare il ritmo partita oltre che di un importante lavoro tattico (in tal senso, basta vedere la parabola di Eriksen dopo il suo arrivo). I pro sono legati al fatto che il polacco sarebbe una scelta per il presente, ma pure il futuro anche per avere una stampella già in casa nel caso in cui Lautaro Martinez dovesse salutare. Le richieste del giocatore sono molto importanti a livello economico (6 milioni a stagione, che non possono essere attutiti dai benefici del decreto crescita, come per Sanchez) e pure il Napoli non ha intanzione di svendere un giocatore che comunque a giugno andrà a scadenza. Il presidente De Laurentiis, infatti per il cartellino di Milik chiede 18 milioni che però l’Inter potrebbe “compensare” con il debito che il Napoli deve corrispondere per rilevare Politano. Operazione che, in un mercato ricco di idee e povero di soldi, potrebbe fare contenti tutti, soprattutto se Giroud, grazie ai quattro gol segnati al Siviglia, dovesse trovare un po’ più di considerazione nelle rotazioni del Chelsea.

Sarà un’Inter alla cilena quella chiamata a dare continuità alle ultime due vittorie consecutive domani sera a San Siro con il Bologna. Dovrebbero trovare spazio in contemporanea dal primo minuto Arturo Vidal e Alexis Sanchez, che contro gli emiliani dovrebbero partire dall’inizio per dare un turno di riposto a Nicolò Barella e Lautaro Martinez. Il centrocampista italiano e l’attaccante argentino sono usciti malconci con qualche acciacco dalla partita di Champions League di martedì sera con il Borussia Moenchengladbach. Colpa rispettivamente di un affaticamento muscolare al polpaccio e di un pestone al piede. Barella sta migliorando ma ieri ha effettuato ancora un lavoro personalizzato alla Pinetina. Lautaro invece si è allenato in gruppo con i compagni, ma potrebbe essere preservato in campionato in vista dell’impegno decisivo in Champions League con lo Shakhtar Donetsk.

SANCHEZ IN RIPRESA

Così largo ai due calciatori cileni, protagonisti di momenti opposti. Sanchez ha segnato 2 gol in campionato negli ultimi 180 minuti con Torino e Sassuolo. Contro i granata è stato determinante nell’avviare la rimonta. E con i neroverdi ha sbloccato il risultato spianando la strada al largo successo per 3-0. L’ingresso in Champions League con i tedeschi non è stato altrettanto convincente, visto che il Niño Maravilla ha perso il pallone dal quale è nata l’azione del 2-3 del Borussia. Al netto di quella svista, però, il rendimento di Sanchez è sicuramente in crescita, dopo una prima stagione nerazzurra caratterizzata da tanti infortuni e pochi squilli. Non si può dire altrettanto del connazionale Vidal che finora non ha risposto alle attese. Fortemente voluto da Conte, l’ex giocatore della Juventus è rimasto ben al di sotto dei suoi standard. Il punto più basso è stato toccato con la sciagurata espulsione rimediata contro il Real Madrid.

ANCORA SENZA GOL

Vidal è chiamato a una reazione sul campo. Preferibilmente con una delle sue armi migliori: il gol. Uno dei suoi punti di forza, ancora inespresso in maglia nerazzurra. Alla valutazione del momento di Vidal non giova nemmeno il fatto che l’Inter abbia disputato la sua prestazione più convincente in Champions League martedì in Germania senza il nuovo acquisto dell’ultima sessione di mercato, squalificato per un turno. Un controsenso perché l’esperto centrocampista è stato voluto da Conte proprio per portare esperienza e spirito vincente sui grandi palcoscenici. Invece il contributo di Vidal non si è visto. Domani avrà l’occasione per mettere in mostra un cambio di marcia, seguendo la scia del connazionale Sanchez. L’attaccante ha fatto vedere di poter essere una risorsa preziosa, anche se ancora a corrente un po’ alternata. Adesso tocca a Vidal ripagare la fiducia di Conte che lo ha voluto con estrema decisione. Conte farà ruotare un po’ di giocatori in vista dell’impegno decisivo di mercoledì prossimo con lo Shakhtar Donetsk. In difesa potrebbe partire titolare D’Ambrosio o Ranocchia. Sugli esterni invece potrebbe toccare ad Hakimi o Perisic che sono entrati a gara in corso martedì scorso con il Borussia.