Streaming online Sampdoria – Milan dove vedere Gratis Diretta Live Tv Sky o Dzan? No Rojadirecta

Come vedere Sampdoria – Milan in diretta tv e streaming

Sampdoria Milansi disputerà, Domenica 6 dicembre 2020, alle ore 20.45  La partita sarà visibile sui canali Sky e nello specifico sui canali Sky Sport, sia sul satellite che sul digitale terrestre ed ancora Sky sport Arena al numero 204 del satellite.

 Ovviamente chi vorrà potrà seguire anche il match in diretta streaming. Gli abbonati potranno affidarsi a Sky Go per poter vedere il match, scaricando l’app su dispositivi mobili quali computer e notebook o ancora tablet e smartphone. Ci sarebbe ancora un’altra possibilità, ovvero guardare il match su Now Tv, il servizio di streaming live e on demand di Sky che da la possibilità di poter assistere ai più importanti incontri di calcio, ovviamente dopo aver acquistato uno dei pacchetti offerti.

Il Milan è rimasto senza i suoi totem, gli unici due giocatori nati negli anni ’80 che vengono schierati da Stefano Pioli nella formazione titolare: il 31enne Simon Kjaer e il 39enne Zlatan Ibrahimovic, entrambi fermati da problemi muscolari. Il Milan capolista, questa sera a Marassi contro la Sampdoria, dovrà esibire un’altra prova di forza: dimostrare di riuscire a vincere senza il difensore danese, che si è fatto male giovedì sera con il Celtic Glasgow in Europa League, e l’attaccante svedese, ai box da due settimane dopo la partita di Napoli in campionato.

Dallo scorso gennaio Kjaer e Ibrahimovic sono diventati le colonne portanti rispettivamente di difesa e attacco, oltre che due punti di riferimento dello spogliatoio per i compagni più giovani.

DURA SENZA simon

La prima della classe ha dimostrato di riuscire ad ammortizzare bene l’assenza di Ibrahimovic. Senza il centravanti di Malmö sono arrivate comunque cinque vittorie e un pareggio. Più delicata la situazione quando è venuto a mancare Kjaer, non a caso imprescindibile per Pioli.

Quando l’ex centrale dell’Atalanta non ha giocato, il Milan non ha mai vinto. È successo quattro volte in campionato, dal suo arrivo durante la sessione di mercato dello scorso gennaio. I tabellini parlano di tre pareggi e una sconfitta, l’ultima del Milan in campionato: il ko casalingo per 2-1 con il Genoa dell’8 marzo scorso. Il segno ‘x’ è uscito contro Fiorentina e Verona (1-1) e Spal (2-2).

Le partite con Verona e Spal sono le uniche due nelle quali si è verificata una situazione simile a quella di questa sera a Genova. Quella con i gialloblù a San Siro, il 2 febbraio scorso, è stata l’unica partita nella quale Pioli non ha potuto utilizzare nemmeno per un minuto Kjaer e Ibrahimovic, entrambi indisponibili. Ne è uscito un pareggio casalingo che ha lasciato l’amaro in bocca a un Milan in ripresa.

A Ferrara lo scorso 1° luglio, invece, è stata l’ultima volta che Pioli non ha potuto schierare titolari in campionato i suoi due elementi di maggiore esperienza. In quel caso, però, Ibrahimovic era in panchina, tenuto prudenzialmente fuori perché reduce dal problema muscolare al polpaccio. Ed è stato solo il suo ingresso in campo al 20’ del secondo tempo a permettere di raddrizzare l’andamento della partita, visto che fino a quel momento la Spal era in vantaggio per 2-0. Sono bastati 25 minuti con lo svedese sul prato dello stadio “Mazza” per trascinare il Milan al pareggio.

Questi precedenti dimostrano che il Milan fatica a fare a meno di Kjaer e Ibrahimovic contemporaneamente. D’altronde è stato proprio il loro arrivo a Milanello a spingere la squadra rossonera verso il cambio di passo, certificato dal primato in classifica. L’infortunio di Kjaer rende ulteriormente più giovane la formazione di Pioli: questa sera l’undici titolare sarà formato da giocatori con un’incredibile età media di 22 anni e 10 mesi.

Ancora meno rispetto all’abituale soglia anagrafica, tra 23 e 24 anni, che fa già del Milan la squadra più giovane dei cinque principali campionati europei. Sarà una sfida in più per Pioli che torna in panchina in campionato essendo guarito dal coronavirus, dopo averlo fatto giovedì sera in Europa League col Celtic Glasgow. L’allenatore di Parma cercherà di vincerla contro uno dei colleghi che stima di più, Claudio Ranieri. D’altronde è stato proprio questo uno dei punti di forza del Milan degli ultimi mesi: affrontare sempre nuovi ostacoli, riuscendo a superarli spingendo più in là l’orizzonte dello scetticismo. La nuova prova è riuscire a vincere per la prima volta senza i suoi totem.

MILANO. Zlatan Ibrahimovic continuerà a giocare: «O qui o altrove». Lo ha dichiarato il campione svedese all’interno della lunga intervista effettuata con Massimo Ambrosini per Sky Sport. Ibra ha poi aggiunto: «Finché posso continuare a stare bene gioco. Quando sei vecchio si parla solo di fisico, come con Totti. Non è che mancano le qualità. Se uno ha ritmo ce la fa. È quella la cosa importante. Non perdi qualità, è impossibile. È una questione fisica». Ci sarà da affrontare la questione con la famiglia, visto che la compagna e i due figli sono tutt’ora in Svezia: «A Milano sto molto bene, la città mi piace, ma mi manca la famiglia. Non è facile, è la prima volta che sono in un club senza di loro. L’obiettivo sportivo mi toglie di mente la mancanza della famiglia». E poi svela il retroscena sul rinnovo estivo: «Pioli mi ha chiesto cosa volessi fare. Gli ho detto “Basta, non continuo”. Penavo ai sacrifici e pensavo alla famiglia che è in Svezia. Se faccio un altro anno come questi sei mesi, no. Pioli mi ha detto “ti rispetto”. Il giorno dopo mi ha richiamato: “Non è così semplice. Ieri ti ho lasciato troppo facilmente. Se tu non rimani qua sarà un’altra cosa”.Sono arrivato anche a pensare che non avrei voluto avere rimpianti. E allora ho chiamato Mino e gli ho detto “Chiudi tutto, si va avanti”. Ma all’inizio avevo detto di no, che il prossimo anno non sarei rimasto».

Candreva seconda punta al fianco di Quagliarella. E’ questa la novità di formazione a cui sta pensando Ranieri nella Sampdoria che stasera sfiderà il Milan. In attacco i blucerchiati devono inventarsi qualcosa e forse la soluzione più suggestiva può essere proprio l’avanzamento dell’ex interista, che nella gara con il Torino aveva palesato grande feeling col capitano: un gol e un assist a testa per due giocatori che sembrano parlare la stessa lingua e possono fare la differenza in tandem. Una scelta o forse solo una necessità per la Sampdoria visto che in questo momento parecchie cose non quadrano in avanti: Keita è out per infortunio e tornerà solo a fine mese, Gabbiadini è rientrato ma non è ancora al top, i due trequartisti Ramirez e Verre non brillano per continuità e La Gumina è lontano nelle gerarchie. Ecco allora che Ranieri oggi potrebbe provare a sorprendere i rossoneri con un duo offensivo tutto sommato inedito. Se Candreva giocherà in attacco con ogni probabilità Ranieri si affiderà a Jankto a destra e al giovane Damsgaard a sinistra in mezzo al campo, qualcosa di simile a quello che si era visto nella gara vinta con l’Atalanta. Con Thorsby praticamente certo di una maglia da titolare, ballottaggio in mediana tra Ekdal e Adrien Silva. In difesa è nuovamente disponibile Colley dopo che coi granata si era rivisto anche Alex Ferrari, ma la sensazione è che Ranieri possa affidarsi al tandem formato da Yoshida e Tonelli. Intanto sul fronte societario è il momento di una riorganizzazione volta a rassicurare giudici e creditori nell’ambito della richiesta di concordato preventivo al tribunale di Roma per Eleven Finance e Farvem, due aziende di Massimo Ferrero, per cui la Sampdoria rappresenta una sorta di garanzia esterna ma non direttamente raggiungibile dagli stessi creditori. La controllante del club doriano – la Sport Spettacolo – non è più riconducibile alla Holding Max della famiglia Ferrero bensì alla trust service Rosan di Gianluca Vidal, commercialista del patron doriano e membro del cda del club di corte Lambrushini. Ad oggi comunque la Sampdoria continua ad essere di proprietà di Ferrero: un’eventuale cessione della società è considerata un’opzione da qui ai prossimi tre anni.

Zlatan Ibrahimovic, questa sera, non sarà a disposizione di Stefano Pioli per la sfida con la Sampdoria, ma il campione svedese è sempre al centro delle domande che la stampa pone all’allenatore rossonero. Pioli, con riferimento alle parole di Ibra nell’intervista con Ambrosini per Sky dove ha detto che è stato importante per la sua permanenza in rossonero, ha dichiarato: «Con ogni giocatore cerco di essere diretto, quando parli col cuore vieni più facilmente ascoltato. Gli dissi che per quello che avevamo iniziato e dimostrato non sarebbe stato giusto interrompere, oltre a tutto il contributo che aveva dato. Gli dissi di pensarci bene e che io, Maldini, Massara e Gazidis avrebbero fatto di tutto per convincerlo. Siamo contenti sia qua».

Il Milan dovrà continuare a fare a meno di Zlatan e, al suo posto, sta cercando di fare il meglio possibile Ante Rebic, a sua voglia reduce dall’infortunio al gomito e non ancora al top della condizione. Sul come si sta muovendo il croato da prima punta ha risposto lo stesso Pioli: «Ha avuto un infortunio fastidioso, gli ha tolto la miglior condizione. Sta facendo molto bene per la squadra, giovedì si è mosso molto bene ma non è stato servito abbastanza. Gli auguro di ritornare presto al gol, ma sta facendo bene». E poi fa il punto sugli indisponibili: «Sicuramente Ibra, Leao e Kjaer non saranno disponibili. Kjaer va rivalutato tra una settimana, avremo le idee chiare. Il ragazzo è sereno e dispiaciuto, è una roccia, voleva essere sempre presente».

PENSIAMO AL NOSTRO

La lunga serie di risultati utili consecutivi del Milan non convince ancora a pieno alcuni scettici e sul fatto che i rossoneri vengano sottovalutati, Pioli ha dichiarato: «Mi interessa fino ad un certo punto, nel calcio non c’è una via di mezzo. Uno dei nostri punti di forza è l’equilibrio, stamattina (ieri mattina, ndc) l’allenamento è stato perfetto, la preparazione giusta. Ci aspetta una gara complicata, dovremo giocarla al meglio per ottenere il massimo».

Dopo anni di vacche magre a livello di bacheca, l’attuale leadership della Serie A da parte del Milan a qualcuno ha ricordato la favola del Leicester allenato proprio da Claudio Ranieri, avversario di questa sera visto che allena la Samp: «Non dico che il Leicester sia irripetibile, è successo al Verona e alla Sampdoria, ma continuo a ripetere che siamo soltanto all’inizio, pensiamo alla prossima partita e ad affrontarla nel miglior modo possibile per tirare fuori il massimo». E sull’evoluzione della squadra afferma: «Sono sempre stato convinto delle qualità dei giocatori, spero sempre di ottenere il massimo. Purtroppo non abbiamo ancora vinto niente e c’è tanto da fare. Siamo un gruppo volenteroso e vogliamo essere ambiziosi».

BRAVA SOCIETà

Contro il Celtic è brillato il talento di Hauge (che andrà in panchina) e su di lui Pioli spende parole dolci: «La società è stata brava, siamo stati anche fortunati di incontrarlo sul campo. Ha qualità importanti, la forza e le qualità nell’uno contro uno. Può ancora crescere tanto».

E stavolta i totem mancanti sono due. Non soltanto Ibrahimovic, che a questo punto probabilmente rientrerà contro il Parma domenica prossima, ma anche Simon Kjaer. Dall’altra parte, invece, in zona Sampdoria, il totem c’è e toccherà a Alessio Romagnoli e Matteo Gabbia, accoppiata rara, cercare di bloccare Fabio Quagliarella, un altro senior terribile. Vecchio a chi? Quagliarella, forte dei 169 gol realizzati in carriera e dei 5 segnati in questa stagione, andrà all’attacco di un altro tabù: non ha mai segnato contro il Milan a casa sua e fra le poche squadre alle quali non ha mai segnato in partite casalinghe il team rossonero è quello incontrato più volte (14). L’occasione giusta per provarci? Può essere, perché Kjaer è un elemento fondamentale per l’impalcatura difensiva del Milan.

Ma Romagnoli e Gabbia, pur avendo giocato poco insieme, hanno uno score soddisfacente: in questa stagione sono stati in campo uno a fianco dell’altro soltanto in Europa League contro il Celtic, giovedì, dopo l’infortunio del difensore danese, e alla fine è andata bene vista la rimonta.

Nella stagione passata invece hanno giocato 7 volte insieme, calcolando anche la Coppa Italia: 4 vittorie, 2 pareggi, una sconfitta, con 7 gol subiti in totale. La percentuale dei successi è del 57 per cento. Ci sarà da lavorare molto anche per loro a Marassi per mantenere il treno Milan sul binario giusto: l’ultima volta che la squadra di Pioli si è presentata a casa Samp si è chiusa 4-1 con uno show di Ibra. La sfilza dei risultati da allora, era fine luglio, si è allungata parecchio.

Il tempo passa, il Milan resta in piedi nonostante le pressioni e ne sentiranno tante presumibilmente anche i due ragazzi della difesa. Gabbia ha 21 anni e sta studiando per avere un posto stabile nel futuro del Milan. Quello che si è conquistato Romagnoli, che a 25 ha tagliato già il traguardo delle 200 partite in rossonero ed è il capitano anche se Ibra resta il leader. Solo Gigio Donnarum-ma è un giovane vecchio più giovane di Romagnoli. «Duecento partite vogliono dire tante cose, le vedo come un punto di partenza e non di arrivo. Spero di farne altre duecento, spero di essere ricordato come un vincente». E’ stato Paolo Maldini, ieri difensore e capitano, oggi direttore dell’area tecnica, a consegnare la medaglia-ricordo a Romagnoli davanti a tutta la squadra.

Raccogliere trofei come il predecessore sembra un’impresa complicata per il capitano di questi anni, ma i grandi obiettivi arrivano anche con piccoli passi.

E già riuscire a controllare la fame di gol di Quagliarella e accompagnare il Milan oltre l’ostacolo Samp sarebbe un buon modo per non far rimpiangere Kjaeaer: per Romagnoli che sta tornando in forma e per Gabbia, anche perché l’assenza del danese non sarà brevissima. Fra una settimana è previsto un altro controllo per vedere a che punto sarà il danno muscolare alla coscia destra riportato in Europa Lea-gue, quindi ci saranno altre occasioni per il giovane del vivaio. A gennaio il Milan dovrebbe rinforzarsi con un nuovo centrale e ogni occasione va sfruttata.

Quagliarella è un Hlghlander del gol, l’unico che dal punto di vista anagrafico possa fare concorrenza a Ibrahimovic, ma al Milan in carriera ha segnato solo due volte, una con la maglia della Juve e una con quella della Samp. E’ abituato a colmare tante caselle, ma ne ha una da colmare anche Ante Rebic, l’unico nella cooperativa d’attacco con un fastidioso zero alla voce gol. Nello show di qualche mese fa, Rebic dovette accontentarsi di un assist. Non segna da giugno dopo essere stato il mattatore dei primi mesi del 2020, però è stato a lungo infortunato e adesso ha il peso di Zlatan sulle spalle. A Marassi sfide e pressioni non risparmieranno nessuno. «Ma il Milan ha trovato il suo equilibrio», ha detto Pioli. Servirà soprattutto quello.

Un un gelido pomeriggio di dicembre, campionato 199495, con la complicata sfida alla Roma sullo sfondo, Claudio Ranieri — all’epoca allenatore della Viola —, orfano dello squalificato Malusci, decise di affrontare l’attacco giallorosso Balbo-Fonseca con un’inedita difesa a cinque, guidata — pensate un po’ — da Stefano Pioli, con Marcio Santos e Sottil a comporre il trio centrale.

Non era una scommessa, ma una certezza: l’attuale tecnico della Sampdoria, sbarcato a Firenze l’anno prima, aveva capito subito la serietà di questo giocatore con il quale il rapporto si sarebbe poi consolidato e rafforzato negli anni a venire, senza bisogno di molte parole. Piccolo particolare, quasi scontato: la domenica successiva, 11 dicembre, 13a giornata di andata, la Fiorentina vinse uno a zero. Sarebbe quasi superfluo dire che Pioli non tradì la fiducia del tecnico imbrigliando la coppia Balbo-Fonseca. Ecco, in questa storia di uomini il calcio viene dopo, è un dettaglio che certifica la profondità di un rapporto personale che va oltre il pallone, le etichette e, soprattutto, la carta d’identità, quei quattordici anni esatti di differenza — entrambi sono nati il 20 ottobre — azzerati dalla medesima visione globale della propria esistenza, non solo sportiva.

Nella naturale ritrosia mostrata da entrambi quando, in questa lunga vigilia di Sampdoria-Mi-lan, sono stati chiamati a raccontare le virtù del rivale, c’è il senso autentico del loro rapporto. Dove nulla va ostentato, dove la patente di normalizzatori — usata, e talvolta abusata, semplicemente per togliere il luccichio dai loro risultati sportivi — null’altro nasconde se non la volontà di non derogare mai ai buoni comportamenti. Per questo la loro stima reciproca ha origini così lontane nel tempo, e tale è rimasta negli anni. Senza rinnegare mai una certa soddisfazione personale per i successi dell’altro, ancor più quando questi arrivavano al termine di percorsi calcistici complicati. Anzi, forse la grandezza ed il segreto (di entrambi) sono stati sino ad oggi direttamente proporzionali al grado di difficoltà dell’ascesa da affrontare. Troppo facile sarebbe (o sarebbe stato) arrivare al traguardo su strade ampie e ben tracciate. Se oggi Pioli si gode un Milan sontuoso, la ragione sta (anche) anche nei crediti maturati agli occhi del gruppo e della piazza quando l’estate passata s’era scrollato di dosso, non senza imbarazzi, i fantasmi del visionario Rangnick. E, questo, nel messaggio a distanza rivolto all’amico, Ranieri l’ha puntualizzato a chiare lettere. Persino nella forma verbale scelta («l’hanno lasciato lavorare») c’è lo stupore del primo nel-l’aver dovuto seguire il tormentone dei mesi scorsi intorno alla riconferma di Pioli. Il resto lo ha fatto quest’ultimo, parlando «con il cuore a Ibrahimovic, perché così è più facile che tu sia ascoltato. Gli dissi di pensarci bene: non sarebbe stato giusto interrompere quello che avevamo iniziato. Siamo contenti sia ancora qui». Certo, è curioso che le due carriere abbiano avuto in passato situazioni analoghe, seppure in tempi diversi, ma sempre nel nome di una sorta di perenne precarietà. Lo stesso cammino sampdoriano di Ranieri, in tempi altrettanto recenti, lo testimonia. Quattordici mesi fa, l’ardua missione di una squadra da rianimare, scivolata in fondo alla classifica. Oggi, dopo una salvezza acciuffata con quattro turni di anticipo, e rinforzate le fondamenta, la tranquillità e la saggezza del tecnico blucerchiato sono il carburante per accrescere l’autostima, provando a regalare ai suoi la capacità di giocare stasera liberi da responsabilità contro la capolista dell’amico Stefano. Se poi sia lecito paragonare l’impresa di sir Claudio in Premier al cammino del Milan di oggi, Pioli è cauto: «Non dico che il Leicester sia irripetibile, ma continuo a ripetere che noi siamo soltanto all’inizio».