Giovani, belli e sfrontati. Il Cagliari di Eusebio Di Francesco contro l’Inter proverà a giocare la carta della voglia di emergere dei tanti ragazzi rossoblù.
In particolar modo in difesa, dove il tecnico pescarese è orientato a confermare la coppia di giovanissimi, formata dall’azzurrino Under 21 Andrea Carboni (classe 2001) e dal nazionale polacco Seba-stian Walukiewicz (2000), anche contro il miglior attacco del campionato.
I due ragazzi terribili del Cagliari hanno giocato insieme dall’inizio nelle ultime due sfide contro Spezia e Verona, ma solo contro i gialloblù, al Bentegodi, hanno composto la coppia centrale della difesa sarda dal primo minuto.
Contro lo Spezia Carboni, infatti, è partito da terzino mancino per poi giocare al centro a gara in corso. Una buona prova che ha convinto Di Francesco, complice anche l’assenza per il Covid di Diego Godin e il recupero solo in extremis dell’estone Ragnar Klavan, a dare continuità alla linea verde in rossoblù.
Carbo e Walu non potrebbero essere più diversi fuori dal campo ma insieme si completano. Spigoloso, abile in marcatura e silenzioso il primo. Elegante, forte personalità in campo, abile con la palla tra i piedi e silenzioso ancora di più il secondo. Sardo di Tonara uno e polacco di Gorzów l’altro. Entrambi ancora hanno ampi margini di miglioramento, soprattutto in fase di ripiegamento e nella gestione alta della linea difensiva. Uno dei veri e propri pallini tattici del tecnico ex tra le altre di Sampdoria, Roma e Sassuolo. Ma Di Fra non vuole aspettare troppo e vuole testare la loro crescita anche in sfide probanti come quella di pranzo contro l’Inter: «Per me non è mai esistito il problema dell’età dei miei giocatori, nemmeno in difesa.
Sto pensando a dare continuità a Carboni e Walukiewicz perché stanno facendo bene».
Non solo i piccoli gioielli di casa. Di Francesco contro l’Inter metterà in mostra tutta la giovane argenteria del negozio rossoblù. In campo anche i due 1999 Sottil e Zappa, con quest’ultimo che potrebbe giocare sia da terzino sia da esterno alto, come già visto a Verona. Anche perché Nandez è tornato dopo lo stop per coronavirus ma ha nelle gambe solo la rifinitura di ieri con la squadra. Non un problema insormontabile per un motorino infaticabile come l’uruguaiano ma Di Francesco dorme sogni tranquilli su quella fascia perché Zappa garantisce cavalli, tenuta e corsa per due. Per l’ex Pescara quella con l’Inter sarà una sfida speciale: per lui cresciuto proprio nel settore giovanile nerazzurro, prima del passaggio in B l’anno scorso a Pescara.
Tutti insieme Carboni, Zappa, Walukiewicz e Sottil hanno giocato la bellezza di una sola partita contro l’Inter in Serie A in carriera. L’unico presente in uno scontro con i nerazzurri è Walu, titolare nell’1-1 a San Siro della scorsa stagione con Maran in panchina. Partita dove Walukiewicz fu messo in difficoltà, specie sui cross alti, da Lautaro Martinez, con il Toro che firmò il vantaggio poi annullato da Nainggolan, ora ai margini con Conte, per l’1-1 finale. In quella partita il giovane polacco dimostrò già le prime qualità da play difensivo che ora lo stanno rendendo uno degli insostituibili. Poca esperienza contro una big che farebbe tremare le gambe a tutti ma non a loro, come confermato dallo stesso Zappa alla Gazzetta: «Vogliamo fare una grande partita contro l’Inter, Carboni può marcare Lukaku perché è uno che non molla un centimetro contro nessuno». Sfrontati e senza paura, come vuole DiFra: «Non guardiamo all’avversario, vogliamo imporre il nostro gioco e la nostra identità».
Cagliari Inter si disputerà, Domenica 13 dicembre 2020, alle ore 12.30 La partita sarà visibile sui canali Sky e nello specifico sui canali Sky Sport, sia sul satellite che sul digitale terrestre ed ancora Sky sport Arena al numero 204 del satellite.
Ovviamente chi vorrà potrà seguire anche il match in diretta streaming. Gli abbonati potranno affidarsi a Sky Go per poter vedere il match, scaricando l’app su dispositivi mobili quali computer e notebook o ancora tablet e smartphone. Ci sarebbe ancora un’altra possibilità, ovvero guardare il match su Now Tv, il servizio di streaming live e on demand di Sky che da la possibilità di poter assistere ai più importanti incontri di calcio, ovviamente dopo aver acquistato uno dei pacchetti offerti.
La domanda è principalmente una: come reagirà l’Inter all’euro-eliminazione? Antonio Conte ieri ha voluto lanciare un messaggio all’intero ambiente nerazzurro: «L’uscita dalla Champions è stata dolorosa per me e i calciatori, ci credevamo. Brucia, chi mi conosce sa come la sto vivendo.
Ora bisogna metabolizzare e alzare la testa – ha spiegato il tecnico -. Ai tifosi dico di non prestare il fianco a chi in questo momento sta godendo e spera, magari per timore sui frutti del nostro lavoro, che si distrugga quel che stiamo cercando di fare da un anno e mezzo.
Vedo troppa negatività». Il flop europeo ha lasciato il segno, negli ultimi giorni proprio dai tifosi, soprattutto sulla platea social, sono arrivate forti critiche in particolare al tecnico che però ieri ha voluto stringere i ranghi: «Bisogna restare compatti e uniti, il percorso ha già portato al secondo posto in A, a una finale di Europa League e una semifinale di Coppa Italia. Siamo tornati ad avere una credibilità».
Ovviamente l’Inter ora si trova spalle al muro: non potrà fallire in campionato e, dopo il secondo posto del ’19-20, l’obiettivo non può che essere lo scudetto, anche se su questo argomento Conte continua a non sentirci: «La proprietà è stata molto chiara, mi ha parlato di un percorso di crescita, di valorizzazione dei giovani, di aiutare i prospetti di top player a diventare tali – ha incalzato il tecnico -.
Credo che le dichiarazioni del presidente (di giovedì, ndr) vadano lette in questo senso, a me è stato ribadito tutto e stiamo lavorando in questa direzione. Bisogna avere fiducia, capisco l’impazienza dopo dieci anni senza vittorie, ma bisogna capire che quando riparti dalle fondamenta, ci vuole più tempo proprio per tirare su le fondamenta. Fatte quelle, puoi costruire un grattacielo. Quando ho preso l’Inter, non era in quel momento al top, ora stiamo parlando di una squadra che ha iniziato un percorso e che sotto questo punto di vista ha ancora un bel po’ di strada da fare».
Conte, che ha preso un’Inter arrivata comunque per due volte in Champions con Spalletti, non vuole dunque parlare di scudetto: «Dopo il dolore Champions, ora ci concentriamo sul campionato: per ora, comunque, abbiamo solo due partite in meno da giocare rispetto alle altre, poi si vedrà». Oggi, come detto, sarà però importante capire come l’Inter reagirà. Per Cagliari – ancora out Vidal – il tecnico pensa a Sanchez come partner di Lukaku e potrebbe sfoderare la carta a sorpresa, ovvero Eriksen: «Il compito di un allenatore è portare tutti a migliorare, io sto facendo questo anche con Christian. Magari con lui ci vorrà più tempo – ha chiosato Conte -, poi sboccerà e mostrerà il suo talento». All’Inter o altrove?
Antonio Conte sbaglia spesso modi e toni delle risposte, specie dopo che ha perso. Eppure resta uno dei migliori allenatori per provare a vincere uno scudetto. Nei giorni in cui è facile istruire processi al suo operato, varrà ricordare che il Feroce Salentino è stato preso per vincere lo scudetto, 10 anni dopo Mourinho, e non per la Champions, come ha provato a fare la Juve cambiando gestione. Non sarebbe giusto, né intellettualmente onesto, ridurre dunque il giudizio sull’annata di Conte a quanto è successo mercoledì a San Siro.
È doloroso, per carità, molto criticabile, ma è transitorio. Nella furia del dopogara, Conte ha detto anche una cosa vera: all’Inter, tra andata e ritorno contro lo Shakhtar, le occasioni per vincere non sono mancate. Ma le ha fallite tutte. Come fallimentare è ora il riflesso dell’uscita dalla Champions, nel senso che il mancato passaggio agli ottavi – come più grave conseguenza – si porterà dietro la perdita di 15 milioni d’euro, utili per il potenziale mercato di gennaio.
Conte dovrà perciò giocarsi le sue carte senza ulteriori pretese. Il banco di prova resta il campionato. E su quello, personalmente, sarà giusto stendere un bilancio del Conte nerazzurro. Siamo alla seconda annata, un tempo ampio per valutare il manager Antonio visto a Milano. Un anno fa, con il finale eccellente tra campionato ed Europa League, l’allenatore ha dato ragione per sperare nell’ultimo balzo, che quest’anno deve fare salendo sul gradino più alto, in una stagione in cui la superiorità schiacciante della Juventus è meno schiacciante.
È vero che con Milan e Napoli si è allargato il gruppo delle concorrenti, ma l’Inter ha preso giocatori in questi due anni (230 milioni) e ha preso il migliore tecnico nel vincere tornei nazionali, quattro titoli nei 5 anni con Juve e Chelsea. Credo che nessun presidente prenderebbe Conte per la Champions, visto che al massimo ha raggiunto i quarti di finale, molti lo ingaggerebbero invece per la corsa a tappe, dove la sua grinta, la determinazione, persino i ricordati spigoli della comunicazione possono risultare decisivi.
È dunque giusto aspettare, sin dalla non facile trasferta di oggi contro il Cagliari del bravo Di Francesco, e dall’infrasettimanale contro il Napoli, altro pericoloso banco di prova. Lo diciamo ora davanti alle spade sollevate dalla critica contro Conte. In pochi giorni si dovranno digerire amarezza e contraccolpo dell’esclusione dalla Champions – unica italiana fuori dell’Europa – e trasformarla in energia e benzina con cui dare l’accelerata in campionato. Conte ha parlato spesso di “percorso”, di attenzione ai dettagli della Pinetina, dei quattro anni utilizzati dal Liverpool di Klopp per vincere. Sono armi dialettiche, schermaglie, diversivi, che non servono a comprare tempo. È del tutto evidente che tra pochi mesi si scriverà la parola finale sul Conte nerazzurro. È a un bivio: o vince o perde lui. Ed è inevitabile che suoni come un referendum.
Oggi in pochi invidieranno i difensori del Cagliari. Già, perché alla Sardegna Arena non arriverà solamente un’Inter vogliosa di rivalsa dopo l’eliminazione dalle eurocoppe, ma soprattutto un Romelu Lukaku furioso per quanto accaduto negli ultimi giorni. Il belga è stato senza dubbio il trascinatore dell’Inter in questo avvio di stagione, ma anche nella scorsa annata, compresa la coda agostana quando a suon di reti ha condotto la squadra nerazzurra fino alla finale di Europa League. Nelle ultime 23 partite giocate fra Inter e nazionale, Lukaku ha segnato qualcosa come 22 gol.
Peccato, però, che nelle gare decisive per la gloria europea, la finale col Siviglia del 21 agosto scorso e il match da dentro-fuori di mercoledì con lo Shakhtar, “Big Rom” sia stato protagonista soprattutto in negativo: un gol, ma soprattutto l’autogol della sconfitta con gli spagnoli nella finale di Europa League e quattro giorni fa l’involontaria e sfortunata respinta di testa sul colpo a botta sicura di Sanchez nei minuti finali. Due episodi che hanno macchiato il percorso continentale di Lukaku e gli hanno guastato il sonno e il morale. Ecco perché oggi Lukaku avrà una particolare voglia di rivalsa, di tornare a esultare e guidare l’Inter nella ricorsa al Milan. Ma non solo.
Ci sono stati, infatti, un altro paio di “eventi” nelle ultime 48 ore che non hanno di certo fatto piacere a Lukaku che, seguendo però le indicazioni date nelle scorse settimane dal suo tecnico-guru Conte, ha preferito tapparsi le orecchie e isolarsi da tutto ciò che è estraneo al campo. Fra il pomeriggio e la serata di venerdì, infatti, Lukaku ha ricevuto una frecciata e una cannonata contro. Prima il tweet poco elegante dello Shakhtar che di fatto sfotteva l’attaccante belga per il suddetto episodio nei minuti finali della sfida di San Siro.
Ma soprattutto sul sito della FifPro, il sindacato internazionale dei calciatori, è uscito l’elenco dei 55 giocatori che hanno ricevuto più voti (dai calciatori stessi) per il “2020 Fifa FifPro World 11”: bene, Lukaku nei 55 non c’è. Nonostante i 34 gol realizzati nella prima annata all’Inter, i 7 gol nella fase finale di Europa League, il premio della Uefa come miglior giocatore della stessa EL, Lukaku non è stato inserito nei 15 attaccanti presenti nella lista. Gli sono stati preferiti i soliti big, ma anche giocatori eccellenti come Aguero o Aubameyang che nel ’19-20 non avevano però combinato chissà cosa in campo internazionale. Una scelta, diciamo così, curiosa. E Lukaku accumula: no, oggi nessuno invidierà i difensori del Cagliari.
Cagliari-Inter commento in diretta e post partita su Inter Tv
Il lunch match tra Cagliari e Inter sarà seguita live sul canale tematico Inter Tv (disponibile su Dazn) con approfondimenti e appuntamenti live: si parte alle 11:30 con il pre-partita: in studio Eva Gini, Federica Migliavacca e Fernando Siani, con Ilaria Alesso e Roberto Scarpini in diretta da Cagliari e Massimo Paganin in collegamento. Al termine della sfida, a partire dalle 14.40, il post-partita, con interviste e highlights!
Cagliari-Inter in diretta live gratis con il risultato in tempo reale sarà disponibile sul sito o sull’app gratuita Diretta.it. La diretta radiofonica sarà invece disponibile su Radio Uno all’interno della storica trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto“.
Cagliari-Inter, Conte: “Dobbiamo alzare la testa e fare il massimo”
Alla vigilia della partita Antonio Conte in conferenza stampa ha risposto alle domande dei giornalisti collegati. Il tecnico nerazzurro ha sottolineato l’importanza di questa partita: “Contro il Cagliari sarà una partita difficile. Dobbiamo essere bravi a giocare nella maniera più giusta fin dal fischio d’inzio. L’uscita in Champions è stata dolorosa sia per me che per la squadra ma ora bisogna metabolizzare e alzare la testa. È giusto ci sia dolore e rammarico, ma sappiamo che bisogna affrontare subito una partita nella migliore maniera possibile“.
Conte ha poi aggiunto: “Bisogna stare compatti e uniti. Questo percorso l’anno scorso ha portato un secondo posto, una finale di Europa League, una semifinale di Coppa Italia, abbiamo guadagnato credibilità, c’è stata una valorizzazione di giovani. Capisco che c’è impazienza ma quando inizi a lavorare il tempo più importante da spendere è quello per costruire le fondamenta, poi si può costruire un grattacielo che è quello che meritano i tifosi dell’Inter ma bisogna essere uniti. Dobbiamo farci trovare compatti, noi stiamo lavorando per crescere“.
Nel Cagliari c’è Godin, ex Inter, per alcuni la sua partenza è stata una sorpresa: “Ho grande rispetto nei confronti di Diego e grande affetto per quello che mi ha dato l’anno scorso. Lui sa il mio pensiero nei suoi confronti e l’importante è che lo sappia lui“.
Formazioni Cagliari-Inter, Di Francesco recupera Simeone
Per questa importante sfida mister Di Francesco potrà contare di nuovo su Nandez, Gaston Pereiro e Simeone, reduci dalla positività al Covid-19. In attacco il Cholito contenderà il posto a Pavoletti come unica punta nel 4-2-3-1 che vedrà Cragno tra i pali, Marin e Rog in mezzo al campo e in difesa Zappa e Lykogiannis terzini, con Walukiewicz e Carboni centrali.
Conte conferma il 3-5-2 e tutta la linea difensiva con Skriniar, De Vrij e Bastoni che dovrebbero difendere la porta occupata da Handanovic. In mezzo al campo maglia da titolare per Eriksen, a destra dovrebbe giocare Darmian al posto di Hakimi, mentre sulla sinistra spazio a Perisic in sostituzione di Young. Davanti dovrebbe essere Lautaro Martinez a lasciare il posto ad Alexis Sanchez, al fianco di Lukaku. Ancora out Vidal.
CAGLIARI (4-2-3-1): Cragno; Zappa, Walukiewicz, Carboni, Lykogiannis; Rog, Marin; Nandez, Joao Pedro, Sottil; Pavoletti.
INTER (3-5-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Darmian, Gagliardini, Brozovic, Barella, Perisic; Sanchez, Lautaro Martinez.