Sergio Castellitto, uno dei più importanti attori italiani, si cimenta con uno dei più grandi testi della storia del teatro italiano: Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo.
«Per me è un grande onore», dice Castellino «portare in TV questo classico immortale: ripenso a quando da ragazzo ho visto il grande Eduardo a teatro con questo spettacolo, emozionandomi profondamente».
È l’evento di Natale di Raiuno, atteso martedì 22 dicembre in prima serata: questo film TV è il rifacimento del celebre classico di Eduardo De Filippo, nato nel 1931 come testo teatrale e poi portato anche sul piccolo schermo in due versioni televisive, nel 1962 e nel 1977.
Sergio Castellino interpreta Luca Cupiello, il capofamiglia napoletano innamorato del Natale e del presepe che in scena era interpretato proprio da Eduardo, e con lui ci sono, tra gli altri, la popolare attrice napoletana Marina Gonfalone, nella parte della moglie del protagonista, e Alessio Lapice, l’attore lanciato da Imma Tataranni – Sostituto procuratore, qui nella parte dello spasimante della figlia di Cupiello.
«Sì», continua Castellino «e se quelle due versioni televisive erano comunque delle rappresentazioni teatrali portate in televisione, il nostro Natale in casa Cupiello è un film per la televisione con tutti i crismi. Eppure, quando lo abbiamo girato, in una piccola, vecchissima casa del centro storico di Napoli, ci sembrava di essere una compagnia teatrale che prova lo spettacolo: c’era un forte affiatamento e lo spirito e il calore di questa commedia ci hanno accompagnato per tutto il tempo delle riprese».
Mi racconti, Sergio: quali differenze ci sono tra questa nuova versione e il testo originale di Eduardo?
«Anzitutto, lo stesso Eduardo, portando in scena questo spettacolo nato negli anni Trenta per cinquanta anni, ha cambiato in continuazione il testo…
Il regista Edoardo De Angelis ha deciso di ambientare il nostro Natale in casa Cupiello negli anni Cinquanta, perché era un periodo in cui la gente aveva una grande voglia di futuro. Oggi, a differenza di allora, non desideriamo lasciarci alle spalle una Guerra mondiale, ma il Covid. E Natale in casa Cupiello è un regalo che vogliamo fare ai telespettatori, nella speranza di potere tornare tutti presto a sorridere: c’è un forte messaggio di speranza nel testo di De Filippo».
In questo film per la TV lei si confronta con un mostro sacro del teatro come Eduardo, interpretando uno dei suoi personaggi più amati di sempre. Qual è stato l’aspetto più difficile di questa “sfida”?
«Mi sono avvicinato con rispetto, ma senza paura, con il desiderio di onorare un grande attore, ma anche un grande autore».
E con il dialetto napoletano come se l’è cavata? È un ingrediente fondamentale nel teatro di Eduardo e lei è romano… «Sì, devo dire che me la sono cavata bene: le origini meridionali della mia famiglia mi hanno aiutato, quindi ce l’ho un po’ nel Dna.
E poi c’erano molti napoletani nel cast, nella troupe, pronti a darmi qualche suggerimento. Ma soprattutto ho fatto tesoro di quello che, come le accennavo, ho visto con questi occhi quando ero ragazzo».
Cioè, quando ha visto Eduardo in scena… «Non tutti hanno avuto la fortuna di vedere recitare Eduardo dal vivo. Parliamo di una quarantina di anni fa, io studiavo all’Accademia di Arte Drammatica e per me De Filippo era una leggenda.
Quando arrivava con la sua compagnia al teatro Eliseo di Roma, io e i miei amici correvamo lì, a via Nazionale, e facevamo la fila per andarlo a vedere, grazie all’Accade-mia avevamo anche diritto a uno sconto.
E ricordo quando ho assistito a Natale in casa Cupiello: Eduardo era già avanti con gli anni, aveva un filo di voce. Ma quando pronunciava la celebre battuta, chiedendo a suo figlio ‘Te piace ’o presepe?”, faceva venire i brividi. Ogni parola che pronunciava era una lezione di recitazione».
E ha ripensato a tutto questo mentre interpretava il suo “Natale in casa Cupiello”?
«Sì. Ho pensato che la vita è stata gentile con me, dal momento che quel ragazzo che sognava a occhi aperti, seduto su una poltroncina dell’Eliseo, adesso ha il privilegio di riportare in scena quello spettacolo che lo aveva tanto emozionato.
Ho sentito quella stessa magia, mentre giravo Natale in casa Cupiello in quella casa a Napoli… E recitare nella parte di Luca Cupiello ha anche risvegliato il mio spirito natalizio».
Perché? Il suo spirito natalizio si era “sopito” ultimamente?
«Be’, erano anni che non facevo più il presepe. E invece, quel vecchio presepe sul set, che odorava di colla di pesce, mi ha fatto venire voglia di rifarlo. Sono sceso in cantina, ho portato su gli scatoloni e adesso, mentre sono al telefono con lei, sto sistemando le statuette».
E anche lei, come Luca Cupiello, farà il presepe tutto da solo, oppure sua moglie, la scrittrice e sceneggiatrice Margaret Mazzanti-ni, la aiuterà?
«No, per fortuna, a differenza di Luca Cupiello, tra mia moglie, i nostri figli e me c’è grande armonia. È vero, ci aspetta un Natale più triste, senza grandi riunioni familiari, ma sono certo che lo spirito del Natale, l’attesa e la speranza saranno più vivi che mai. E sono certo che Natale in casa Cupiello regalerà un sorriso e un po’ di calore a chi lo guarderà».