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Questo articolo in breve
  • Non sono tre nomi che arrivano dal mercato, ma per adesso gli acquisti di casa Inter in vista del riannodarsi del campionato sono tre recuperi: quelli di Stefano Sensi, Matias Vecino e Alexis Sanchez.

Il centrocampista ex Sassuolo ha iniziato a scaldare i motori già prima della pausa: l’obiettivo è quello di essere protagonista nel 2021 come lo era stato nei suoi primi mesi in nerazzurro. In questo senso, i minuti in campo contro Cagliari, Napoli e Spezia hanno fatto intravedere il giocatore che era stato decisivo per la prima Inter di Conte. La grande novità per il reparto di centrocampo, però, è che da inizio settimana prossima anche Vecino dovrebbe essere di nuovo al lavoro insieme al gruppo.

L’ultima apparizione del giocatore risale ormai ai 20 minuti giocati in campionato il 9 luglio contro il Verona. Dopodiché l’operazione al ginocchio destro lo ha costretto stare a lungo fuori, situazione che ha fatto sì che in estate il giocatore rimanesse a Milano. Si deciderà invece oggi sulla possibile panchina domenica contro il Crotone per Sanchez. Anche il cileno vorrebbe rilanciarsi nel 2021 dopo un 2020 piagato degli infortuni che hanno influito su un rendimento privo di picchi memorabili.

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Sì alla ricerca di finanziatori e soci di minoranza, no alla vendita della maggioranza dell’Inter. Dopo giorni di indiscrezioni sul futuro del club nerazzurro, ieri è arrivata la precisazione del presidente Steven Zhang.

Il manager cinese, da Nanchino, «smentisce categoricamente» e definisce «notizie prive di fondamento» le ipotesi relative alla cessione dell’Inter da parte di Suning. Le ultime manovre finanziarie, affidate a Goldman Sachs, quindi sarebbero relative alla ricerca di banche o fondi disposti a rifinanziare il maxi-debito obbligazionario dell’Inter, pari a 375 milioni, in scadenza nel 2022.

E all’individuazione di soci di minoranza che possano garantire un supporto di liquidità all’Inter in una fase delicatissima, vista l’ulteriore stretta del governo cinese sugli investimenti nel calcio, che rende il cammino nerazzurro ancora più impervio rispetto al percorso già reso accidentato dalla pandemia.

A QUOTA UN MILIARDO

Nei mesi scorsi Suning avrebbe rifiutato una proposta di 800 milioni di euro per la maggioranza dell’Inter. Per la proprietà cinese, secondo fonti vicine al dossier, l’Inter varrebbe almeno un miliardo. Questa cifra diventa interessante non solo nell’ottica di una futura cessione superiore al 51%, negata ieri da Suning. Ma assume una rilevanza immediata, dal momento che la famiglia Zhang cerca soci di minoranza. Quindi la valutazione di un miliardo serve come parametro per il prezzo di ogni passaggio di quote. Quindi, se qualcuno fosse interessato a comprare il 31,05% di Lion Rock Capital, secondo questa stima, dovrà pagarlo 310 milioni. Proprio Lion Rock potrebbe recitare una parte fondamentale in questa fase. Fin da quando il fondo basato a Hong Kong e alle Isole Cayman è entrato nell’Inter al posto di Erick Thohir, due anni fa, la situazione dell’Inter è apparsa in movimento. Il primo effetto è stato quello di riportare di fatto il 100% dell’Inter in mano a un unico centro di interessi – quello di Suning – garantendo quindi totale libertà di azione a chi controlla il club.

SGUARDO VERSO L’AMERICA

Adesso Lion Rock può assumere un’importanza ancora maggiore. È altamente probabile che Steven e Jindong Zhang intendano trovare nuovi capitali per l’Inter sul mercato statunitense. Da lì recentemente sono arrivati gli investimenti stranieri più significativi in Serie A: Rocco Commisso, Dan Friedkin (dopo James Pallotta), Kyle Krause e il Fondo Elliott. Qui, al di là del lavoro dell’advisor Goldman Sachs, può entrare in gioco Lion Rock che ha molti legami con gli Stati Uniti. Secondo quanto dichiarato alla Sec (l’autorità che controlla la Borsa americana), oltre al fondatore Daniel Tseung, gli altri azionisti principali del fondo sono americani: Ned Sherwood, Jonathan Schiff e Martin Shen. Oltre ai controllori della società del fondo registrata alle Cayman. Alle spalle di questi manager, ci sono famiglie di immobiliaristi e aziende edilizie Usa. E il 40% degli asset è riconducibile a soggetti finanziari americani. Le novità per il futuro nerazzurro potrebbero arrivare da oltre Atlantico (dove si segue con attenzione il progetto di un nuovo stadio in una città economicamente vivace come Milano). Per ora sotto forma di rifinanziamento del maxi-debito o di nuovi soci di minoranza. Ma, quando si azionano queste dinamiche, al di là delle attuali smentite, lo scenario può diventare rapidamente più ampio.

«Non dobbiamo mandare dei messaggi, dobbiamo continuare a essere credibili e confermarci in quel gruppetto di squadre che devono provare a vincere. Quando giochi nell’Inter e sei l’allenatore dell’Inter, hai il dovere assoluto di credere che devi lottare fino alla fine per raggiungere il massimo. Io chiedo sempre tanto, penso che ogni calciatore fino a quando ha la capacità di migliorare può farlo.

La richiesta che ho è quella di guardare l’eccellenza, se si vuole fare qualcosa di straordinario servono persone straordinarie». Fra qualche conferenza stampa, magari al termine di un mercato di gennaio che si prospetta, salvo sorprese, avaro per l’Inter, Antonio Conte forse tirerà fuori di nuovo il discorso del progetto e di una squadra non ancora pronta a spiccare il volo, ma ieri il tecnico, nelle sue prime parole di questo 2021, a quattro giorni dal vertice di martedì con la dirigenza e la proprietà (Steven Zhang era collegato dalla Cina), ha usato meno cautela di un tempo.

Certo, non ha dichiarato apertamente che la sua Inter deve lottare per lo scudetto, questo non lo dirà probabilmente mai, anche perché nello stesso vertice di martedì, come conseguenza della linea di austerity dettata dal club, nessuno gli ha chiesto il titolo, ma di confermarsi innanzitutto in Champions. Però quanto dichiarato ieri fa intuire che l’allenatore salentino non giocherà per il secondo posto. Mercato o non mercato che sia. Anche perché Conte – che ha evitato polemiche con Nainggolan («inutile tornare sul passato e su giocatori che non fanno più parte dell’Inter, gli auguro il meglio») – non ha voluto approfondire quanto dettosi con il presidente: «Per quello che riguarda gli incontri con la società sono cose che è giusto rimangano private, ci deve essere sempre rispetto nei confronti di tutti».

L’ESEMPIO DEL TRAP

Conte sa che non avrà quasi certamente i rinforzi che sognava, ma da febbraio avrà, almeno inizialmente, un vantaggio sulle dirette concorrenti. Non giocare in Europa ha portato la società a irrigidire ancora di più le proprie direttive economiche (sono venuti a mancare una quindicina di milioni), ma permetterà al tecnico di lavorare una settimana intera per la partita di campionato e Conte, alla Juventus e al Chelsea, ha dimostrato di saper sfruttare questo aspetto. Prima, però, ci sarà da superare un mese, quello di gennaio, storicamente arcigno per i nerazzurri, prima gestione di Conte compresa: «Con il Crotone ci aspetta una gara impegnativa e poi è sempre una grande incognita ripartire dopo le feste, ma sappiamo dell’importanza di continuare nella nostra serie positiva». Arrivata a sette successi consecutivi in A.

Vincere oggi nell’anticipo delle 12.30 resta fondamentale, anche perché poi il calendario sarà in salita con Sampdoria e Roma in trasferta, quindi la Juventus a Milano il 17 gennaio: «Il più 9 sui bianconeri? Questo campionato è equilibrato, ogni partita la devi sudare per vincere – ha sottolineato Conte -. Non ci sono gare facili e alla fine emergeranno dei valori importanti come il lavoro, l’organizzazione. Cose che portano a primeggiare e vincere». E qui si ritorna, sempre. Trentadue anni fa un altro ex allenatore della Juventus alla guida dell’Inter portò lo scudetto a Milano a distanza di dieci anni, era Giovanni Trapattoni che a un certo punto della stagione ’88-89 disse ai suoi giocatori che era arrivato il momento di vincere: «Trapattoni che per me è stato un secondo padre, lo saluto con affetto. Il mister ha fatto cose importanti per l’Inter, non oso paragonarmi a lui perché stiamo parlando di un’icona che ha fatto la storia del calcio. Al tempo stesso – ha chiosato però Conte – spero di fare qualcosa di importante come ha fatto lui».

Napoli, Atalanta e Cagliari. Il gennaio 2020 dell’Inter iniziò in maniera esaltante con un successo atteso 23 anni al San Paolo, poi arrivarono tre pareggi consecutivi, tutti subiti in rimonta che macchiarono l’inizio del nuovo anno (tre 1-1 con Atalanta, Lecce e Cagliari). A lasciare il marchio sull’avvio dell’anno passato fu Lautaro Martinez, autore di reti con – appunto – Napoli, Atalanta e Cagliari. Una partenza sprint come quella del 2019, quando in Coppa Italia realizzò una doppietta al Benevento. I nuovi anni piacciono al “Toro”, in rete anche a Verona nell’ultima recita del 2020. L’argentino sta bene, oggi sarà protagonista in attacco insieme al partner Lukaku con alle spalle quella che si può serenamente definire l’Inter attualmente titolare, quella che cercherà l’ottava vittoria consecutiva. Davanti ad Handanovic ci sarà il trio composto da Skriniar-De Vrij-Bastoni; mentre a centrocampo i cinque del 3-5-2 saranno Hakimi e Young sulle fasce, Vidal, Brozovic e Barella in mezzo.

FUTURO DA SCRIVERE

Come detto, Lautaro – che fra poche settimane diventerà per la prima volta papà di una bambina, Nina – dodici mesi fa scattò alla grande, anche se nell’ultima partita di gennaio, segnò l’1-0 contro il Cagliari, ma poi si fece espellere per veementi proteste contro l’arbitro Manganiello e da lì cominciò il suo 2020 sulle montagne russe: grandi prestazioni e gol importanti, ma anche lunghe pause senza reti, con alle spalle i continui rumors provenienti da Barcellona che lo hanno di fatto accompagnato – e distratto – da febbraio a settembre. Adesso il trasferimento dall’amico Messi sembra una possibilità lontanissima, anche se proprio il suo rendimento in questa seconda metà di stagione potrebbe accendere nuovi luci sul suo futuro, avvicinandogli vecchie (Barcellona e Real Madrid) e nuove pretendenti. Corteggiamenti che, visto il momento economico del club nerazzurro, potrebbero anche non dispiacere perché una cessione importante a fine stagione potrebbe essere “obbligata” e su Lautaro pende sempre una pesante clausola di rescissione da 111 milioni. Ragionamenti, in caso di future offerte, andranno fatti e forse anche per questo l’Inter continua a tenera alta l’attenzione sulla situazione del futuro svincolato Milik (mentre per questo gennaio rimangono vive le voci su Papu Gomez e Gervinho in uno scambio con Pinamonti).

«Dobbiamo fare la gara perfetta. I valori tecnici ovviamente sono diversi, ma cercheremo di fare la nostra partita al meglio, magari evitando di concedere errori gratuiti. Avremo di fronte forse la squadra più completa del campionato con una identità precisa e individualità formidabili come dimostra la sua classifica». L’allenatore del Crotone, Giovanni Stroppa, conosce la forza degli avversari e non usa giochi di parole: se si vuole uscire imbattuti da San Siro, contro l’Inter di Conte occorre fare la gara perfetta. «I ragazzi – ha continuato l’allenatore dei calabresi – si sono allenati bene e siamo in grado di fare una buona partita. L’Inter però non viene da turni infrasettimanali, ha avuto dieci giorni per preparare la partita con il Crotone e quindi per noi sarà ancora più impegnativa» e poi aggiunge: «Un conto è vedere l’Inter da sportivo un conto è studiarla: è ancora più forte che a vederla in tv in modo spensierato». Crotone che, dopo la sosta natalizia, sperava di poter recuperare due importanti pedine a centrocampo come Benali e Cigarini, ma a Milano nessuno dei due sarà disponibile. Per l’ex Cagliari occorrerà ancora qualche settimana per il recupero visto che proprio durante uno degli ultimi allenamenti ha avuto un ulteriore problema muscolare. Per il nazionale libico, invece, il recupero potrebbe essere alle porte e stroppa spera di averlo a disposizione nella prossima partita contro la Roma in casa. Ancora problemi di formazione, quindi, per Stroppa che dovrà per forza di cose ridisegnare il centrocampo come nelle ultime uscite: «Contro l’Inter metto in campo la formazione più pronta, sperando che la partita possa portarci a fare risultato non solo con l’undici iniziale, ma anche con i cambi. Non ci saranno sorprese, stanno bene in tanti ed il fatto che abbiamo ripreso qualche acciaccato mi dà possibilità di fare turn over, ma anche di poter cambiare nel corso della partita». Ma gennaio è anche tempo di mercato: «Parlate con la società, io sono concentrato su squadra e su campionato. Stanno recuperando tutti, chi ha dovuto rimettersi a posto fisicamente e chi ha dovuto adattarsi al calcio italiano. Sul mercato la società sa cosa fare». In difesa torna Marrone che ha scontato un turno di squalifica, mentre in attacco Simy dovrebbe tornare dal primo minuto e farà coppia con Messias. In cabina di regia il ballottaggio è tra Petriccione e Zanellato.

Ringrazio l’offerta e vado avanti », era il tormentone di quella famosa trasmissione tv. Ecco, qui l’offerta neppure c’è stata, il mercato dell’Inter è finito prima di cominciare. Ma Antonio Conte non si tira indietro. Va avanti, the show must go on.

E sì, deve continuare, possibilmente con la stessa andatura di prima. Velocità di crociera già alta, ecco perché Conte dice «non dobbiamo mandare alcun messaggio, dobbiamo solo confermarci e continuare a essere credibili».

Mica semplice, mentre la proprietà prova a far quadrare i conti, tra bond da rifinanziare e ricerca di nuovi partner per proseguire il viaggio. Ma soprattutto, è la linea dell’austerity e del taglio dei costi dettata da Steven Zhang ai dirigenti (e dunque allo stesso Conte) a far nascere qualche punto interrogativo.

Inutile girarci intorno: la squadra saprà isolarsi? Andatura Eccolo, allora, il ruolo dell’allenatore. Conte è l’unico tra i tecnici di oggi in Serie A ad aver già vinto uno scudetto in panchina. Banalmente, sa come si fa.

E di certo, allontanare il più possibile il gruppo squadra da distrazioni esterne è uno degli ingredienti del successo, forse uno dei principali. Conte si è già mosso in questa direzione, parlando con i suoi giocatori. Ma poi saranno i risultati delle prossime partite a dare una prima risposta: Crotone oggi, poi la Sampdoria mercoledì, subito dopo due scontri diretti con Roma e Juventus, quattro esami buoni per orientare la bussola.

Qui si capisce tutto. Perché l’Inter a Natale era arrivata lanciata da sette vittorie consecutive, lasciando dietro di sé a Verona la sensazione di aver trovato la quadratura, di aver capito di essere in grado di fare più cose, più tipi di partite, vincendo sempre. Ecco, serve quella stessa Inter per tenere il passo del Milan. Anzi, meglio: per far sì che il Milan non tenga il passo di Conte. Perché nessuno corre come Antonio in Serie A.

Nessuno ha la sua media punti in campionato, 2,24 a partita. Peraltro, media di fatto confermata nell’anno e mezzo alla guida dell’Inter, con un andamento da 2,20 ogni match. Così, non gli sta dietro nessuno. Per intendersi: non gli sta dietro neppure lo Stefano Pioli in salsa rossonera, che ha una velocità di crociera inferiore a Conte da quando si è seduto sull’altra panchina di Milano. Ad Antonio, allora, «basterà» confermarsi.

Basterà far correre i suoi come è riuscito a fare sin qui. Detta così, sembra semplice. Ma non ci sarà il mercato a risolvergli qualche problema, come accaduto un anno fa con gli arrivi in corsa di Moses e Young a sistemare le cose. Di più: non è neppure detto che si trovi un amatore davvero interessato per Eriksen da qui a fine gennaio, giusto almeno per abbassare il monte ingaggi e anche il livello della polemica per tutte le volte che il danese non scende in campo.

La cena si fa con quel che c’è, fa sapere Zhang. E allora ecco Conte lanciare un altro appello, l’ennesimo, alla sua squadra:«Io chiedo l’eccellenza. E per fare cose straordinarie bisogna essere persone straordinarie». Tutti a bordo È un modo per tenere tutto a bordo della barca, in piena rotta per il titolo.

Lo scudetto è una parola che non dà più fastidio a sentirla pronunciare, posto che ormai è chiaro a tutti che bisognerà fare di necessità virtù, poggiandosi sull’impegno unico a settimana da febbraio in poi, ma essendo pure costretti a sperare che non si infortuni nessuno da qui in avanti, specie in alcuni ruoli cruciali (attacco su tutti). Il resto lo farà la velocità di crociare, che oggi racconta di una proiezione da 90 punti per Lukaku e compagni. «Vogliamo proseguire la striscia positiva – ancora il tecnico –. E se sei nell’Inter, hai il dovere di credere, di lottare fino alla fine per il massimo». Anche se il viaggio non permette a breve soste rifornimento ai box.

Si dice che per vincere il campionato bisogna raccogliere la maggior quantità di punti possibile contro le squadre più piccole. Lezione che l’Inter di Antonio Conte sembra aver mandato a memoria, soprattutto quando si tratta di neo promosse. Contro Benevento e Spezia l’Inter ha dato prova di essere solida e determinata, per niente propensa a lasciare punti (pesanti, sopratutto quelli della gara contro i liguri) per strada. Due vittorie e sei punti messi in cascina per lanciarsi in classifica, 5-2 il risultato della vittoria contro il Benevento in trasferta, 2-1 contro lo Spezia in casa (con la rete ospite subita nei minuti di recupero) e domenica a San Siro è di scena l’ultima neo promossa che l’Inter affronterà nel girone d’andata, il Crotone. I pronostici sono tutti per i nerazzurri, che andando avanti così rischiano di migliorare quanto fatto nella passata stagione, in cui hanno conquistato la bellezza di 14 punti sui 18 disponibili contro le neo promosse – 6 punti contro il Brescia, frutto delle due vittorie ottenute (2-1 all’andata e 6-0 al ritorno); 4 punti contro il Lecce, battuto per 4-0 alla prima di campionato e che poi ha bloccato l’Inter sull’1-1 al ritorno; infine altri 4 punti ottenuto contro il Verona, sconfitto all’andata 2-1, ma che poi al ritorno ha imposto un 2-2 ai nerazzurri. Nel girone d’andata l’obiettivo sarebbe fare l’en plein, risultato che prolungherebbe di un altro mattone il lastricato di vittorie che la Beneamata sta mettendo insieme in questo periodo (sarebbe l’ottavo successo di fila). Per tutti questi motivi l’Inter si allenerà sia oggi che domani. Capodanno di lavoro per i giocatori, quindi, ma non poteva essere altrimenti visto che domenica all’ora di pranzo arriva un Crotone affamato di punti per migliorare la classifica e bisognerà subito riattaccare la spina. Proprio per questo prima del match contro i calabresi, i nerazzurri staranno in ritiro ad Appiano. E tra i giocatori che hanno messo il Crotone del mirino, come avevamo scritto negli scorsi giorni, c’è anche Alexis Sanchez (fuori dal 13 dicembre dopo aver accusato un problema agli adduttori nei minuti finali di Cagliari-Inter) che da ieri è rientrato parzialmente in gruppo. Una buona notizia per Conte, che potrà a breve riavere a disposizione il giocatore che non è stato tra i convocati nelle ultime tre partite giocate in campionato contro Napoli, Spezia e Verona. Bisognerà invece aspettare la prossima settimana per rivedere con il gruppo Matias Vecino. L’uruguaiano dovrebbe ormai essere vicinissimo a mettersi alle spalle l’infortunio che l’ha costretto all’operazione in luglio.