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Mai come stasera sarà una Lazio decoubertiana, votata più al “partecipare” per l’ultima volta a questa Champions che non all’assaporare ancora una speranza di qualificazione. Con l’auspicio di salvare la faccia uscendo a testa alta per poi buttarsi a capofitto sul campionato e tentare di recuperare il terreno che le manca per tornare in scia alla corsa per la Champions che verrà. «Abbiamo compromesso la qualificazione all’andata»: ammette Simone Inzaghi alla vigilia della trasferta di stasera in casa del Bayern. Ma mai la Lazio ha pensato di presentarsi come vittima sacrificale all’Allianz Arena, magari in ossequio del “porgi l’altra guancia“.

No, i biancocelesti sembrano determinati invece a far diventare un discorso qualificazione già chiuso in un nuovo slancio di autostima in vista del finale di campionato. Lo spiega bene Gonzalo Escalante, che stasera giocherà in regia al posto di Leiva: «Se giochiamo come sappiamo, possiamo andare a Monaco e vincerla. Sarebbe importante anche per il campionato»: sottolineava ieri l’argentino ex Catania. È anche per questa determinazione che ultimamente Inzaghi lo sta preferendo sempre più spesso a un Leiva in evidente debito d’ossigeno. Quanto al tecnico, le sue parole ricalcano il lazial-pensiero di tutti alla vigilia di un match che sembra come le carte delle probabilità e degli imprevisti al Monopoli. O, citando una celebre frase di Mario Brega tanto cara ai romani e non solo, «sta mano può esse ferro o può esse piuma». Che la mano del Bayern possa essere piuma, Inzaghi lo spera davvero per ritrovare benefici che – come un incantesimo fatale – dal duro 1-4 subito all’andata la Lazio ha perso, subendo altre due sconfitte (Bologna e Juventus) prima di riprendersi non senza difficoltà contro il Crotone venerdì scorso: «Sappiamo quanto abbiamo lavorato in questi anni per giocare sfide come questa.

Andremo lì per fare la partita nel migliore dei modi, anche perché prima di incontrare il Bayern non avevamo mai perso in Champions». E che l’ultima apparizione nella coppa più importante d’Europa possa diventare l’occasione per ritrovarla attraverso un campionato che al momento vede i biancocelesti a -6 dal quarto posto ma con la gara con il Torino all’Olimpico da recuperare. Due partecipazioni di fila in Champions non si verificano da vent’anni, come l’ultima presenza tra le prime sedici: «Bisognerebbe farla con più frequenza. Sappiamo che non è semplice. Davanti a noi ci sono cinque corazzate più l’Atalanta ma noi vogliamo dare continuità»: annuisce Inzaghi che dopo aver centrato l’obiettivo principale della prima qualificazione ora deve riuscire a riportare almeno la Lazio in Europa mentre al momento i biancocelesti sono fuori da tutto. «Dobbiamo goderci fino in fondo una serata come questa», ci riprova il tecnico in conclusione, ripetendo il mantra del “premio” per tutti. Ma poi si è visto che col Bayern non si scherza: «Servirà corsa e determinazione». La Lazio sa bene che nonostante l’ampio 4-1 dell’andata la squadra di Flick non farà sconti. E prima di tutto, l’importante sarà non prenderle. Sarà una Lazio accorta e pronta a ripartire, giocando sulla vena di Luis Alberto e Milinkovic-Savic in mezzo al campo.

Una specie di turnover mascherato. Dalle necessità e dallo stato di forma della sua Lazio. Simone Inzaghi stasera da un lato vuole salvare la faccia e fare la “sua partita” ma allo stesso tempo deve fare i conti con alcuni perni che ultimamente hanno girato a vuoto. E se si vuole tornare in Champions via campionato, per forza di cose bisognerà pensare anche alla prossima sfida di domenica in casa dell’Udinese, che all’andata fu nefasta per i biancocelesti sempre a cavallo della Champions.

Nelle ultime 48 ore il tecnico ha provato due coppie d’attacco differenti: Immobile con Caicedo e Correa con Muriqi. Sulla carta potrebbe prevalere quest’ultima ma in assenza di ulteriori indicazioni pare che sia proprio il Tucu con l’ex Fenerbahce a partire dall’inizio, lasciando così rifiatare Immobile e l’ecuadoriano che potrebbero giocare dal via domenica. In difesa al fianco di Acerbi e Radu (oggi 400 presenze assolute in biancoceleste, a una sola lunghezza dal record di Giuseppe Favalli), dovrebbe toccare di nuovo a Musacchio. L’ex rossonero non si vedeva in campo dalla sostituzione nel primo tempo della gara d’andata dopo che un suo errore madornale spianò la strada ai bavaresi. Niente da fare invece per Lazzari, che proverà a recuperare per Udine. A sinistra ci sarà Fares.

Il Bayern Monaco arriva senza patemi alla sfida di stasera contro la Lazio, praticamente una formalità. Più di un piede nei quarti di finale dopo il 4-1 dell’andata e una formazione con diversi cambi. C’è il rientrante Pavard a sinistra, una difesa con unico dubbio legato alla presenza di Alaba al centro, Kimmich che dovrebbe avere un turno di riposo a centrocampo, attacco con Sané al posto di Coman e Musiala, protagonista della sfida dell’Olimpico, che si accomoda di nuovo in panchina dopo aver dimostrato di poter ben figurare anche tra i grandi. Non è tuttavia escluso un impiego proprio di quest’ultimo che nonostante la giovane età quest’anno ha già segnato 4 reti, una in Champions League (all’andata, appunto) e 3 in Bundesliga. La sua poliedricità lo potrebbe anche rendere utile a partita in corso. La squadra giocherà certamente per vincere, come suo solito: in Champions League i bavaresi hanno vinto 17 delle ultime 18 partite, segnato almeno due gol in ciascuna delle ultime 16 su 18 ed hanno stabilito in questo lasso di tempo il recordo di vittorie consecutive nel torneo. Già sfatare uno di questi due tabù sarebbe un risultato di rilievo per la Lazio senza per questo voler sminuire il valore di alcun protagonista. Difficile pensare che il Bayern di Monaco non raggiunga per la nona volta i quarti di finale nelle ultime 10 edizioni. «Vogliamo vincere anche questa partita – ha detto ieri Hansi Flick -, viviamo un buon momento e vogliamo continuare soprattutto perché siamo a casa, dobbiamo vincere anche perché questo crea certezze nei propri mezzi in chiave futura».
La storia dice che a Monaco le italiane fanno sempre una fatica tremenda. Ottimo il record casalingo in Europa contro squadre della Serie A italiana (10 vittorie, 5 pareggi, 5 sconfitte) per il Bayern Monaco. Ma attenzione a un dettaglio: i 30 volte campioni di Germania non sono mai riusciti a mantenere la porta inviolata in sette partite ufficiali consecutive all’Allianz Arena (6 vittorie, 1 pareggio). Tuttavia, la difesa quest’anno per il Bayern è un optional visto che la squadra segna in media 3,67 gol a partita quando gioca all’Allianz. Sembra quindi improbabile che la Lazio riesca a mantenere la porta inviolata, soprattutto perché l’ultima volta che l’ha fatto in UCL risale alla stagione 2003/04. Da allora ha subito almeno due gol in quattro partite ufficiali consecutive (una vittoria, tre sconfitte) dopo aver ogni volta subìto gol in entrambi i tempi. «Finora – conclude Flick – in Champions League abbiamo fornito prestazioni convincenti. Il nostro obiettivo è quello di continuare su questa strada e battere la Lazio stasera».