Pensieri, intrecci, emergenza, pericoli e ricordi. C’è un po’ di tutto nella testa di Roberto D’Aver sa a p oche ore dalla sfida contro il Milan, la squadra che all età di 15 anni lo prelevò dal Renato Curi e lo fece crescere nel proprio settore giovanile. Venti anni dopo il tecnico abruzzese si trova di fronte al suo passato, ma non può lasciarsi andare a dolci ricordi, perché se il Parma vuole riaprire salvezza deve vincere a tutti i costi.
Un evento – i tre punti – che D’Aversa è riuscito a ottenere solo una volta, contro la Roma, da quando è tornato sulla panchina ducale (5 pareggi e 7 sconfitte). «Il Milan è molto forte tecnicamente – spiega D’Aversa -, con giocatori molto bravi ad attaccare la profondità, varia diversi tipi di costruzione, se la si vuole mettere in difficoltà bisogna usare intensità ed aggressività come ha fatto nell’ultima gara anche la Sampdoria.
Quando si affrontano squadre così forti si spera che possano incappare in mia giornata storta ma noi dobbiamo fare la partita perfetta se vogliamo i tre punti». Ancora una volta sarà un Panna inceronato, con 9 giocatori in infermeria (Osorio recuperato in extremis) e scelte quasi obbligate in alcuni reparti (vedi l’attacco). La speranza si chiama Gervinho, anche se il rendimento dell’ivoriano è nettamente inferiore a quello delle ultime due stagioni: «Ha fatto male, ne siamo consapevoli – ammette D’Aversa -, d auguriamo che d possa far vincere la partita, come successo spesso e volentieri in passato». Gervinho, insieme a Man e Pellè, guiderà il tridente offensivo; a centrocampo ballottaggio Hemani-Brugman, in difesa rientra Pezzella dopo il turno di squalifica. «Credo die Spartita col Milan abbia importanza come le altre 8 che rimangono dobbiamo essere bravi ad affrontare ogni gara con il massimo impegno e massima determinazione. La lotta salvezza è aperta, siamo a 4 punti dal Torino e credo che questa squadra abbia del potenziale per raggiungere l’obiettivo».
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Ripartire dai propri errori per viaggiare più rapidi nello sprint per la Cham-pions League. Non ce solo il recupero di pedine importanti nel Milan, a confortare in vista delle prossime nove partite di campionato verso l’obiettivo di arrivare tra le prime quattro. C’è anche la consapevolezza di aver colto ciò che non ha funzionato contro la Sampdoria e di essere in grado di non ripetersi Stefano Pioli, almeno, ne è convinto: «Ce un po di tutto in quello che non ha funzionato sabato scorso, errori che abbiamo capito, ma non possiamo pensare solo a quello che non siamo riusciti a fare, conta la gara anche la gara con il Parma. E conta anche il fatto che, per quanto si sia sbagliato, se siamo bravi a mantenere la media punti tenuta fino ad ora possiamo chiudere a 80 punti». Una quota che garantirebbe senza ombra di dubbio la qualificazione in Champions League.
Che, ormai sembra essere stato l’unico obiettivo perseguito dai rossoneri. Vero a inizio stagione* un po’ meno vero quando la squadra ha girato in testa il giro di boa del campionato. «La parola scudetto l’avete solamente pronunciata voi» – dice rivolto ai cronisti. Ma in realtà non è proprio così, basterebbe chiedere a Ibrahimovic.
Parma è un campo spesso ostico. Il Panna una squadra in crescita: «Il campionato italiano è stimo-ante perché ci sono tante squadre diverse Siamo pronti a tutto. Non dobbiamo commettere gli stessi errori della Sampdoria, ovvero non andare in profondità. Dobbiamo saper leggere bene gli spazi e essere veloci sia con la palla che senza». Per sua fortuna, il Milan recupera ancora qualche giocatore. Tra i convocati ci sono Mandzukic, Brahim Diaz e Leao, mentre sono ancora out Calabria, Romagnoli e il giovane Maldini. Pioli può sorridere: «Significa aumentare il livello di qualità e il ritmo negli allenamenti, nella possibilità di scegliere. Mi auguro che sia sempre cosi da qui alla fine, significherebbe poter avere più idee sia dall’inizio che a gara in corso. Avere più soluzioni è sempre positivo». Di sicuro, Pioli farebbe volentieri a meno di finire nuovamente sotto, voi, come contro la Sampdoria: «L’aspetto menta-e all’interno della partita può cambiare. Andare in vantaggio può fare crescere la fiducia. Abbiamo bisogno di qualità e di ritmo e quando non labbia-mo, andiamo in difficoltà. L’approccio conta molto».
Pioli è certo che Donnarumma e Calhanoglu non siano minimamente condizionati dal tamtam mediatico sul loro futuro e sul rinnovo che non arriva: «Li vedo sereni e concentrati, è normale che si debba aspettare il risultato finale quando ci sono delle trattative, ma qui pensiamo solamente alla partita di Parma. Tutti i giocatori sono concentrati sul nostro obiettivo». Il suo, invece, di futuro, non è minimamente in discussione: «Sto bene qui con il Milan, club e proprietà. Stiamo lavorando bene per riportare il Milan alla normalità, all’Europa che conta Qui sto bene e posso incidere, nel migliorare il club e i giocatori» Se poi rimanesse con Donna-r uni ma e Calhanoglu, anche per lui sarebbe un ottimo punto di partenza per proseguire sulla strada intrapresa».
La calda primavera di Giorgio Donnarumma si dividerà, inevitabilmente, tra la voglia di conquistale un posto in Champions League con il Milan e l’attesa in merito al rinnovo del suo contratto. Due situazioni che, in teoria, sembrano parallele, ma che in realtà si intersecano tra loro, andando a creare un sistema molto delicato, dove un filo può influenzare l’altro. Ma Gigio, fino a questo momento, si è concentrato unicamente sull’aspetto sportivo e lo sta dimostrando con i fatti. In campo e nello spogliatoio è uno dei leader della squadra a testimonianza che la considerazione che si è costruito negli ultimi anni dentro le sacre mura di Milanello gli è riconosciuta dai compagni, esperti e giovani. Donnarumma, da tempo, ha espresso la sua volontà che è quella di rimanere al Milan e lo ha fatto presente anche a chi cura i suoi interessi, ovvero Mino Raiola. Dunque, la base è nota, ma la stesura sta portando ad altri scenari che, forse, non erano stati previsti nemmeno da Gigio. L’andare per le lunghe in questa trattativa è un segnale che Raiola ha dato da tempo al Milan, perché prima di entrare nel vivo delle discussioni, vuole capire se la squadra allenata da Pioli andrà o meno in Champions League. Una condizione fondamentale per sbloccare la situazione rinnovo, che dovrà essere decisa entro la fine del campionato. Perché nessuno vuole andare all’Europeo con Donnarumma svincolato.
Il Milan ha fatto la sua proposta, che in tempi di covid è una signora offerta : 8 milioni complessivi all’anno per quattro anni. Cifre del genere, sulla scrivania di Raiola, non ne sono ancora arrivate e nemmeno di superiori. Il ragazzo è stato chiaro, forse qualcuno si sarebbe auspicato una conclusione più rapida, ma Raiola sa fare il suo lavoro e se ha deciso di condurre le danze così alla lunga, facendo arrivare la situazione quasi a scadenza, è perché da buon uomo di mercato ha voluto vedere se qualche altro club fosse interessato a offrire di più. Al momento nessuno ha messo sul piatto un euro, se non il Milan.
Gli interessamenti di altre società sono normali per un profilo come quello di Gigio, che sarà destinato a riscrivere l’interpretazione del ruolo più individuale che c’è negli sport di squadra, ma nulla di più. E allora emergono ulteriori indiscrezioni su quello che è lo stato dell’arte della vicenda, ovvero le commissioni che Raiola chiede per sé per arrivare a concludere il rinnovo. Si vocifera di cifre alte, con Mino che farebbe forza sul fatto che – in caso di rinnovo – il Milan tornerebbe ad avere un potere contrattuale sul cartellino di Gigio e di questo lui vorrebbe essere ripagato. La proprietà del Milan non è mai stata fan del modus operandi degli agenti e fatica a digerire il fatto che si debba corrispondere a loro una provvigione – spesso molto sostanziosa – per un rinnovo di un giocatore nato e cresciuto in rossonero. Le prossime settimane, anche in base ai risultati sul campo, saranno determinanti per arrivare alla conclusione di una vicenda che sta facendo passare Donnarumma per quello che, in realtà, non è: ovvero un ragazzo avido. In tanti, soprattutto sui social, invocano un suo divorzio da Raiola, ma certi atti richiedono una rottura totale e un gl ande atto di coraggio. E al momento non ci sono i prodromi per una situazione del genere.
Rispetto a quattro anni fa, quando Gigio fu oggetto di una grande contestazione sia a Milano sia agli europei Under 21, il ragazzo è segnalato come sereno e concentrato sul Milan, che è la sua priorità in tutto. Oggi a Parma sarà ancora il capitano, raggiungendo le 243 presenze ufficiali con la maglia rossonera addosso. E chissà che alla fine di questa primavera, magari con il Milan in Champions, non gli rimanga tatuata ancora.