Non riuscivo ad aprire la bocca. Tutti i giorni una fisioterapista mi massaggiava per cercare di risvegliare nei muscoli la memoria del movimento. Il corpo si ricorda tutto, ma il mio volto era stato insultato a tal punto da non riuscire a far altro che lottare contro l’invasore.
Le cicatrici. Gonfie, rigide, pesanti, In quel momento difficilissimo, poco dopo che qualcuno aveva provato a cancellare la mia identità privandomi dei tratti che meglio conoscevo – le mie palpebre, le ciglia lunghe, il disegno del profilo, le curve del naso, la forma delle guance – sapevo con certezza che, se solo ce l’avessi fatta a cantare, non sarebbe riuscito nel suo intento. Una mattina di aprile, tre mesi dopo l’aggressione, mi sono alzata e ho deciso che quello era il giorno giusto…
Ho cominciato a spingere la mandibola, prima in avanti, poi in basso, con tutta la forza che avevo. Non li percepiamo mai, i muscoli della faccia, nemmeno ci ricordiamo di averli. Ma ci sono, e io potevo usarli per sospingere la bocca in fuori, il mento in giù e per aprire le labbra un millimetro in più a ogni tensione. Sembravo L’urlo di Munch, mi faceva male tutto – il volto, il collo, le spalle, la schiena, le dita attorcigliate attorno al microfono -, ma non me ne fregava assolutamente nulla perché nel frattempo la voce aveva cominciato a uscire.
Sempre più potente, sempre più tonante, sempre più mia. E arrivato verso sera, l’acuto. Era bello, era quello giusto, era inciso. “Vaffanculo” ho pensato.
“Avrò la faccia distrutta, ma sono ancora io.”». Inizia così Nata sotto una buona stella, il libro che Gessica M Notaro ha dato alle stampe pochi giorni fa per far conoscere a tutti la B propria storia. La giovane, ex candìdata a miss Italia, aspirante cantante \ e showgirl, come ricorderete era stata sfigurata dall’ex fidanzato, Edson Tavares, il 10 gennaio 2017.
Un caso che ha avuto clamore nazionale, e che ha trasformato la Notaro nell’eroina delle donne oppresse e costrette a subire violenze e angherie dai compagni. La vicenda da un punto di vista giudiziario si è conclusa a metà aprile, quando Tavares è stato condannato in via definitiva a 15 anni e 5 mesi di carcere, mentre la sua vittima diventava sempre più famosa, anche grazie a una fortunata partecipazione a Ballando con le stelle. Ma le ferite, com’è naturale, non si sono rimarginate: né quelle fisiche, ben visibili ancora, né quelle morali.
Ecco quindi che Gessica, con un gesto di grande coraggio, ha deciso di scrivere un libro in cui descrive nei dettagli tutto, ma proprio tutto quello che è successo: un’autocoscienza dolorosa, che è prima la storia di un amore malato, in cui erano già presenti i segnali di quello che sarebbe successo, senza però che lei riuscisse a coglierli. Poi dei mesi di terrore, stalkerizzata dall’ex compagno che le fa terra bruciata con famiglia e amici. Fino al tragico epilogo, che paradossalmente apre alla speranza. Gessica infatti sente che questa prova le è stata data da Dio, perché la sua missione ora è aiutare le donne a liberarsi dai pericoli che ha corso lei.
Il libro è duro, è esplicito, non nasconde nulla. Gessica è ferocemente sincera nel descrivere se stessa, resa fragilè dalla morte recente del padre e di un fratello, caduta nell’incantesimo di un uomo bellissimo e apparentemente gioviale, in realtà cupo e problematico.
E soprattutto manipolatore: fin dal primo incontro Edson le racconta la sua storia lacrimevole, vittima di violenze fin da bambino, scappato da casa a 14 anni, privato di ogni affetto. Ecco cosa scrive oggi Gessica. «Se mi capitasse oggi saprei che il vittimismo è una leva che il cosiddetto “manipolatore affettivo” (noto anche come “narcisista maligno”) sfrutta per impietosire gli altri, farsi accettare e accogliere. E non solo.
Quando qualcuno ci confessa i suoi segreti più intimi, non ci viene forse spontaneo fare lo stesso? Non ci sentiamo forse liberi di esporci? Certo che sì! Ecco perché il manipolatore si confida: per scoprire i punti deboli della vittima, in modo da poterli utilizzare, al momento opportuno, contro di lei».
L’idillio dura due settimane, dopo di che Edson cambia subito volto: diventa freddo, distante, sprezzante. Ha altre avventure, anche se nega contro ogni evidenza. Ce ne sarebbe già a sufficienza per lasciarlo, ma Gessica è totalmente presa nella rete e lo giustifica sempre: «Il format era sempre lo stesso: Edson faceva qualcosa che a me pareva scorretto, ingiusto oppure incomprensibile, chiedevo spiegazioni e ricevevo in cambio una giustificazione che attribuiva a me la responsabilità di ciò che era accaduto…
Ho poi scoperto che il manipolatore affettivo – a volte consapevolmente, a volte no – dopo aver circonfuso d’amore la sua vittima fino a stordirla si trova costretto a svelarsi per chi è veramente: l’ombroso, il malinconico, la persona ferita non può fingersi a vita un campione di ottimismo e resilienza.