Le reti wireless negli anni hanno fatto passi da gigante. Il Wi-Fi, nella sua prima incarnazione, IEEE 802.11b, non superava gli 11 Mb/s (teorici, mica reali), che passavano a 54 Mb/s con il protocollo IEEE 802.11a, che sfruttava le frequenze dei 5 GHz. Stessa velocità massima, ma sulla frequenza dei 2,4 GHz, per Wi-Fi 3, standardizzato nel 2003.
Ci sono voluti altri 6 anni per arrivare ai 600 Mb/s dello standard IEEE 802.11n. Sino a questo momento, il Wi-Fi non si avvicinava nemmeno lontanamente alla velocità offerta dal cavo Ethernet, 1 Gb/s reali, non influenzati dall’ambiente. Finalmente nel 2014 è arrivato IEEE 802.11ac, che potenzialmente può muovere dati a 6.933 Mbit/s e che ha iniziato a rappresentare una vera alternativa al cavo, non facendolo rimpiangere se non in casi particolari.
Oggi, poi, stanno iniziando a diffondersi i dispositivi compatibili Wi-Fi 6 (standardizzato nel 2019), ancora rari e piuttosto costosi, ma entro breve questo non sarà più un problema, dal momento che i nuovi smartphone e notebook lo stanno iniziando a integrare, soprattutto quelli di fascia alta: è probabile che entro la fine di quest’anno anche i router compatibili inizieranno a costare meno. Nel frattempo, però, lo standar ac (noto anche come Wi-Fi 5) è in grado di offrire prestazioni adeguate, anche per lo streaming di contenuti 4K: mediamente, piattaforme come Sky, Netflix e Disney+ “streammano” a un massimo di 15/16 Mbit al secondo, ben al di sotto dei limiti teorici delle reti Wi- Fi.
Questo significa che non dobbiamo più tirare cavi per collegare la nostra Smart TV, godendoci i contenuti al massimo della qualità senza scatti o interruzioni dovute al “buffering”, quando la riproduzione si interrompe momentaneamente per caricare i dati. Non solo: possiamo guardare più flussi 4K su diversi dispositivi. Sulla carta. Nella realtà, non sempre è così, come molti di noi avranno notato. Ma come è possibile? Sulla carta, c’è banda in abbondanza, eppure, anche guardare un solo flusso 4K a volte è un’impresa ardua. Cerchiamo di capire quali possono essere i problemi.
Velocità solo teorica Come abbiamo detto, quando si parla di velocità massima di uno standard, ci si riferisce a un valore teorico, ottenibile in condizioni ideali. Un po’ come la velocità massima di un automobile indicata nei dati di fabbrica: se troviamo una strada dritta, un rettilineo sufficientemente lungo, le condizioni climatiche ideali (e magari togliamo gli specchietti così da evitare attriti), forse la raggiungeremo.
Così è per il Wi-Fi, solo che in questo caso la differenza non è di pochi Km/s (anzi, Mb/s), ma enorme. A influenzare le prestazioni sono tanti parametri: la distanza dal router, il suo posizionamento, le interferenze di altri apparati, la banda di frequenze usata (2,4 GHz o 5 GHz) e le pareti. Quelle in cartongesso, pur sottili, limitano tantissimo il segnale, ma ancora peggio fanno le pareti al cui interno passano tubature.
Non dobbiamo però rinunciare alla comodità del wireless e tirare cavi per ogni dispositivo presente in casa: vediamo come si può ovviare al problema. 2,4 GHz Vs 5 GHz Le prestazioni migliori si ottengono sfruttando la banda dei 5 GHz. Connettendoti a questa, teoricamente andrai più veloce. Molto spesso, però, i router utilizzano lo stesso nome (SSID) sia per la banda a 2,4 GHz sia per quella a 5 GHz, lasciando che i dispositivi si connettano automaticamente a quella più efficace in quel particolare punto dell’appartamento. Non sempre però questa seblezione automatica funziona al meglio e in molte situazioni è conveniente scegliere manualmente.
Per farlo, entriamo nell’interfaccia del router e cerchiamo l’opzione relativa alle reti wireless. Verifichiamo che sia attivata la banda dei 5 GHz e poi indichiamo due nomi differenti ma facilmente riconoscibili per le due reti a 2,4 GHz e a 5 GHz. A questo punto, facciamo un po’ di esperimenti, in varie posizioni della casa, per scapire in quali posizioni è conveniente usare i 5 GHz e quando invece passare alla banda a 2,4 GHz. Se ci stiamo chiedendo il perché delle frequenze teoricamente più veloci possano offrire prestazioni inferiori la spiegazione è semplice: le onde a 5 GHz raggiungono una distanza inferiore rispetto a quelle a 2,4 GHz e, soprattutto, sono influenzate maggiormente da ostacoli come pareti, armadi e via dicendo.