È tutto pronto tra poche ore allo stadio San Siro si affronteranno Inter Bologna. La squadra di Inzaghi ha prima frenato in campionato, poi è uscita sconfitta in Champions: per evitare il rischio di un contraccolpo psicologico serve una vittoria.
Com’è in tutti gli eventi sportivi migliaia di telespettatori si mette nella ricerca su internet di qualche sito web che trasmette la partita in streaming. Noi volevamo ricordare che questa pratica è illegale, oltre ricevere un’ipotetica denuncia penale, si rischia anche di imbattersi in qualche pericoloso virus che può annidarsi nei vostri dispositivi.
Tre punti per evitare che su San Siro incombano i primi fantasmi con le fattezze di Antonio Conte e Romelu Lukaku, ma anche per entrare con lo spirito – e la classifica – migliore nel prossimo ciclo di gare che vedrà l’In-ter impegnata in quattro partite dal coefficiente di difficoltà non secondario prima della sosta di ottobre: martedì21 al Franchi contro la Fiorentina, sabato 25 a San Siro contro l’Atalanta, martedì 28 a Kiev contro lo Shakthar e sabato 2 ottobre al Mapei contro il Sassuolo.
Vlahovic e Gasperini, De Zerbi e Raspatoti, i prossimi avversari non saranno di quelli morbidi e l’ìnter deve cercare di arrivarci al top della condizione fisica, ma soprattutto psicologica. Il pareggio con la Sainpdoria ha raffreddato gli entusiasmi di inizio estate, il ko con il Real giunto nel minuto finale dopo una prestazione di alto livello, rischi ci invece di avere contraccolpi sull’umore della truppa. Bisogna svoltare in fretta, ritrovare la vittoria, ma per far lo l ìnter dovrà battagliare contr o il Bologna dell’ex Sinisa Mihajlovic, uno che a Milano ha già fatto uno scherzetto ai nerazzurri (il 5 luglio 2020, spegnendo, così, i residui sogni di rimonta scudetto della prima Inter di Conte) e che con Inzaghi ha un bilancio in equilibrio, con 2 vittorie (l’ultima il 27 febbraio scorso, Bologna-Lazio 2-0), 3 pareggi e 3 sconfitte.
La partita Inter – Bologna si giocherà allo Stadio Diego Armando Maradona domani. Sarà un’esclusiva DAZN, detentore dei diritti di 10 partite su 10 per ogni giornata di Serie A, di cui 3 in co-esclusiva con Sky Sport. La gara sarà visibile in streaming, attraverso il download dell’app ufficiale dell’emittente – con relativa iscrizione e abbonamento – o attraverso una qualsiasi Smart TV. Da quest’anno, con l’acquisto del DAZN box sarà possibile inoltre avere un canale digitale dedicato con i migliori contenuti scelti giorno per giorno. Si sconsiglia categoricamente l’utilizzo di siti pirata per la visione della gara. Sarà disponibile anche sul sito una diretta testuale per seguire la partita: un evento non solo attesissimo dai tifosi azzurri, ma che sarà seguito in tutto il mondo.
Da mercoledì sera c’è un dato che viene analizzato con grande rammarico in casa Inter. La statistica dei tiri verso la porta del Real Madrid. Sono stati 18 complessivamente, di cui 5 nello specchio difeso da Courtois che si è dovuto superare per evitare la sconfitta degli spagnoli. Al Real Madrid, per vincere la partita, ne sono bastati appena due tra i pali della porta di Handanovic , su un totale di 12 conclusione tentate. Massima resa per Carlo Ancelotti , grazie alla prodezza di Rodrygo . Minima efficacia invece per i nerazzurri. Una circostanza che è stata sottolineata a fine gara da Simone Inzaghi , amareggiato per essere uscito con zero punti da una partita nella quale la sua squadra ha costruito tanto.
La ricerca di una maggiore concretezza sotto porta è indispensabile in una competizione come la Champions dove gli avversari non concedono nulla e puniscono alla prima distrazione, come successo mercoledì. La considerazione di Inzaghi assume ancora maggiore forza se unita all’andamento del 2-2 di domenica a Marassi con la Sampdoria. Contro i blucerchiati l’Inter ha calciato 8 volte verso la porta, con tre conclusioni nello specchio. In quel caso quindi la percentuale di realizzazione è stata alta. Ma resta l’imprecisione di alcune soluzioni, come il tiro di Calhanoglu a lato da ottima posizione, quasi un rigore in movimento. Oppure il cross di Perisic , troppo forte e profondo per l’inserimento di Dzeko che si sarebbe trovato davanti alla linea con la sola incombenza di spingere il pallone nella rete sguarnita. Situazioni che si sono riproposte contro il Real a San Siro, quando Dzeko e Lautaro avrebbero potuto angolare meglio alcune traiettorie da posizione molto favorevole a pochi passi da Courtois. Lo pensa anche Marcelo Brozovic , migliore in campo dell’Inter nella sfida con le “merengues”: «Abbiamo sbagliato troppo. Non abbiamo fatto gol e se non fai gol alla fine lo prendi», ha detto il centrocampista croato nelle interviste post-partita con il trofeo consegnato dalla Uefa per la sua ottima prestazione.
Interessante un’osservazione di Brozovic sull’andamento tattico dell’incontro con il Real: «Volevamo subito giocare il pallone sugli attaccanti. Ma, secondo me, dobbiamo gestire la palla meglio e finire 0-0 se non puoi fare gol». Ragionamenti naturali quando un giocatore si trova nella zona dove si decidono i destini delle partite. Il riferimento è all’atteggiamento dell’Inter nel finale, quando ha cercato comunque di fare sua una partita che stava lentamente sfuggendo di mano. Inzaghi voleva i tre punti. L’Inter ne aveva disperatamente bisogno per invertire il rapporto negativo con la competizione che dura da troppi anni. «Ultimamente abbiamo vinto poco in Champions – spiega Brozovic – ma sono sicuro al 100% che quest’anno vinceremo tre o quattro partite e passeremo il turno». Servirà un po’ di precisione in più qualche metro avanti.
Un altro Tripletista a San Siro. Dopo aver applaudito Julio Cesar e Diego Milito , mercoledì allo stadio nelle vesti di “talent” per la Champions, domani i loggionisti nerazzurri rivedranno, con la maglia numero 9 del Bologna (all’Inter aveva l’89, come il suo anno di nascita) Marko Arnautovic . Il quale saluterà certamente con un sorrisone Javier Zanetti : grazie a lui, ha ricevuto i 640mila euro di premio per aver vinto Champions, Scudetto e Coppa Italia, andati – su espressa richiesta dell’allora capitano – equamente distribuiti a ogni singolo componente della rosa.
Massimo Moratti e Marco Branca dell’austriaco si innamorarono per l’attitudine in campo che un po’ ricordava Ibra , cosa di cui lo stesso Marko andava fiero: «Quando Branca arrivò con Arnautovic, stavamo facendo allenamento e decisi di andare a salutarli – ha raccontato qualche tempo fa José Mourinho – Nella prima stagione all’Inter i miei attaccanti erano Ibra, Adriano , Crespo e Cruz . Ci stringiamo la mano, scambiamo due parole e Marko mi dice “Mister, io sono meglio di tutti loro”». Parole che si sarebbero rivelate un tantino blasfeme, come constatato presto da Moratti in persona. Il petroliere infatti si presentò, insieme a tutti i suoi generali, a Piacenza in un’amichevole organizzata appositamente durante la pausa della Nazionale di ottobre per vedere all’opera quello che era stato pomposamente ribattezzato come il “Cigno di Floridsdorf” che, fino a quel momento, si era visto solo a Lugano, in un test di precampionato: prestazione disarmante, come prova la scelta da parte di Moratti di abbandonare lo stadio a una ventina di minuti dalla fine. L’Inter, in quei giorni già si stava interrogando se spendere 9 milioni per riscattarlo dal Twente, ma non servì assoldare un investigatore privato per capire che l’austriaco sarebbe stato spedito al mittende a fine stagione.
Arnautovic comunque si integrò bene con i compagni, che lo amavano per la sua strafottente guasconeria. Non ricordate però a Samuel Eto’o che fine ha fatto la Bentley Gt 63 che gli aveva prestato (!) qualche giorno dopo il gol segnato a Stamford Bridge al Chelsea: l’austriaco, che aveva visto quella gara dalla tribuna come quasi tutte quelle in Champions (uniche presenze, ma in panchina, all’andata con il Cska e a Barcellona in semifinale), si fece rubare l’auto davanti all’Hotel Sheraton in zona Porta Venezia, come da denuncia fatta ai carabinieri quella sera. Memorabile pure quanto accaduto a Riad nei primi giorni del 2010: Arnautovic prese la mini-tournée tra Emirati e Arabia come una gita scolastica e, dopo aver passato il pomeriggio a scorrazzare per l’hotel con aria allampanata in ciabatte e tenuta da spiaggia incurante della presenza dei giornalisti al seguito della squadra, aveva omesso di presentarsi puntuale alla riunione pre-partita: Mourinho (ovviamente) lo punì e fece sapere al mondo il perché Marko non avrebbe preso parte all’amichevole che concluse il ritiro.
Agli atti restano 3 presenze, tutte in campionato, con 56 minuti sul terreno di gioco: 2 col Chievo a Verona, 45 a San Siro contro il Siena e 9 il 24 aprile con l’Atalanta sempre al Meazza, nei giorni in cui l’Inter aveva iniziato ad accarezzare l’idea di fare qualcosa di grande, come poi avvenuto. Nonostante in quella squadra sia stato poco più di una comparsa, non si può dire però che l’austriaco non abbia vissuto appieno i festeggiamenti post-Madrid, come mostrano le foto in cui compare da “prezzemolino” sempre ben a fuoco rispetto alla Coppa, un copione ripetuto quando la squadra planò su San Siro tutto colorato di nerazzurro: lì fu vero e proprio animatore dei festeggiamenti tra campo e tribuna, facendo da capoclaque nei cori dei tifosi. Per questo, c’è da scommettere che domani Arnautovic sarà accolto con grande affetto dagli interisti, nel ricordo di quell’anno da leone a Milano. «L’Inter? Ho giocato lì. Anzi, forse è meglio dire che mi sono allenato lì più che io abbia giocato», ha detto giusto un paio di giorni fa. Impagabile.
Tutto fatto. In attesa del crisma dell’ufficialità, l’Inter e Lautaro hanno l’accordo totale per il prolungamento del contratto dell’argentino, col giocatore che andrà a percepire uno stipendio da 6 milioni netti a stagione più bonus, sino al 30 giugno del 2025. Finalmente si metterà la parola fine ad una negoziazione iniziata dai vecchi agenti dell’attaccante nerazzurro addirittura nel 2019. Da allora la crescita dell’atleta è stata più che costante, tanto che il profilo di Martinez era stato associato prima a Barcellona e Real Madrid e poi – nell’ultima finestra del calciomercato – anche al Tottenham di Paratici , pronto a far follie per il 10 sudamericano qualora Kane avesse lasciato gli Spurs. Probabilmente, se fosse pervenuta in Viale della Liberazione un’offerta irrinunciabile, tale proposta sarebbe stata anche valutata, e forse accettata, ma solo prima della cessione di Lukaku al Chelsea. Successivamente la punta argentina è diventata uno dei pochi calciatori incedibili della rosa dell’Inter. E non a caso da allora c’è stata una forte accelerata per accontentare Lautaro, considerato da tutti a Milano un elemento imprescindibile del club campione d’Italia. «Più che rinnovo, è un prolungamento.
Dobbiamo gratificare il percorso dei nostri giocatori, Martinez è arrivato giovane e ha confermato le qualità – le parole di due giorni fa di Marotta a Prime Video -. Giusto riconoscergli un contratto di pari passo con le sue prestazioni. È una politica che faremo anche con altri». Se infatti il grosso, a livello economico, delle cessioni estive dei nerazzurri non è stato reinvestito sul mercato, i maggiori protagonisti delle vittorie interiste verranno ricompensati a livello contrattuale. Il caso più impellente riguarda Brozovic . Fonti vicine al giocatore assicurano che «Marcelo non veda l’ora di firmare», ma prima dovrà necessariamente esserci un confronto tra il padre Ivan con l’avvocatessa di fiducia della famiglia – che curano gli interessi del centrocampista – con i vertici nerazzurri. L’Inter farà pervenire all’entourage dell’atleta un’offerta alla Calhanoglu , da 5 milioni netti a stagione. Il croato potrebbe puntare a qualcosina di più, ma la volontà di entrambe le parti è di chiudere la contrattazione in tempi stretti. Previste carezze economiche anche per Skriniar , Barella e de Vrij , individuati come i pilastri dell’Inter del presente e di quella del futuro.