Vuo vedere Juventus – Sampdoria ecco come streaming gratis diretta live Tv

Questo articolo in breve

La partita Juventus – Sampdoria si giocherà allo Stadio Diego Armando Maradona domani. Sarà un’esclusiva DAZN, detentore dei diritti di 10 partite su 10 per ogni giornata di Serie A, di cui 3 in co-esclusiva con Sky Sport. La gara sarà visibile in streaming, attraverso il download dell’app ufficiale dell’emittente – con relativa iscrizione e abbonamento – o attraverso una qualsiasi Smart TV. Da quest’anno, con l’acquisto del DAZN box sarà possibile inoltre avere un canale digitale dedicato con i migliori contenuti scelti giorno per giorno. Si sconsiglia categoricamente l’utilizzo di siti pirata per la visione della gara. Sarà disponibile anche sul sito una diretta testuale per seguire la partita: un evento non solo attesissimo dai tifosi azzurri, ma che sarà seguito in tutto il mondo.

Quale… allegria? Semplice: quella stessa che per 5 anni è stata alla base di un trionfale ciclo di vittorie bianconere. Quella che faceva da contraltare, ad esempio, all’irriducibile animus pugnandi (sì, insomma, incazz…. perenne) della precedente gestione contiana, sia pure ugualmente trionfale. E ancora, soprattutto: quella che pare stia nuovamente facendo capolino tra le mura bianconere.
Essì, perché il Max dei tempi d’oro pare esser tornato. Quello che se la gode e tira dritto per la sua strada. E dispensa ottimismo. Mica solo rimbrotti ai giocatori (poco esperti, poco concentrati) e autocritiche (ad esempio sui cambi).

Nel finale della conferenza di vigilia della sfida in agenda contro la Sampdoria, il tecnico bianconero s’è lasciato andare proprio di gusto: «Non ero più abituato, mi mancava e mi diverte un sacco. Bisogna fare un lavoro in cui bisogna migliorare i giocatori e provare a giocare meglio possibile tecnicamente e fare risultati. Io preferisco essere molto criticato ma vincente. La compassione si ha solo per quelli che non vincono. A me non piace essere compatito, preferisco essere vincente. Anche se poi i ragazzi sono quelli che ci regalano le vittorie. È una regola di vita. Si ha compassione con chi sta male. Quando sei in una grande squadra e vinci sei più criticato. Io leggo tutto, fa parte del mio lavoro. Alcune critiche sono più costruttive e ci ragiono sopra, altre mi fanno capire che devo fare il contrario. Per me è divertente, se no mi annoio. Ho scelto di tornare perché sono legato a questo club: voglio aiutare la Juve a tornare a vincere il campionato e voglio far crescere questi ragazzi, che sono bravi. Ma le critiche mi piacciono perché è una sfida cercare di avvicinarci a Inter, Napoli e Milan».

Inter, Napoli e Milan. Eccole qua le favorite alla vittoria per il titolo: il tecnico non ci gira troppo intorno assicurando di non essere intenzionato a fare pretattica, così come non lo era prima di Juventus-Milan. «Ero stato sincero dicendo che avevano più pressioni, perché potevano darci la mazzata finale e invece ci hanno tenuto vivi. Ha ragione Sacchi quando sostiene che l’Inter, il Milan e il Napoli sono le favorite. L’Inter ha vinto l’anno scorso, il Milan dal post covid è in testa a tutte le classifiche, il Napoli ha fatto cinque vittorie ed è normale che sia così. Noi siamo in ritardo di classifica, abbiamo perso molti punti e adesso dobbiamo fare il nostro percorso senza guardare la classifica. Adesso abbiamo vinto lo scontro salvezza con lo Spezia, ora abbiamo quello a parità di punteggio con la Sampdoria: dobbiamo fare altri tre passettini in avanti. Poi vediamo alla sosta di novembre a che punto siamo. Per noi è una sfida stimolante tornare almeno in zona Europa League e poi da lì torniamo più avanti possibile».

Bene, ok, tutto chiaro. Ma cosa manca per vedere davvero la Juventus che ha in mente Allegri? «Innanzitutto mancano i risultati perché così sale la nostra autostima. Ora abbiamo una settimana importante, in questo momento qui dobbiamo pensare alla Sampdoria che è una squadra ottima che concede poco con un tecnico bravo. Non sarà semplice, bisogna cominciare a scalare la classifica e miglioreranno le cose. Dobbiamo affrontare questa partita giocando bene e facendo un passettino avanti in classica. Per la legge dei grandi numeri inizieremo anche a non prendere gol, magari… Alla fine la Juventus avrà un numero di gol subiti inferiore rispetto a quello che sta subendo ora perché quando dobbiamo difendere nella nostra metá campo siamo anche ordinati e i ragazzi stanno migliorando. Dopo aver vinto la prima in trasferta dobbiamo vincere anche in casa. Ci vuole calma, purtroppo abbiamo perso sette punti per strada e non deve capitare. Aver ribaltato la partita con lo Spezia è un fatto positivo. Se fai risultato la prestazione è brutta, se non lo fai anche la prestazione bella non conta. È una legge del calcio e voi lo sapete».
E via, riparte il tormentone. Come prima e più di prima.

Dopo una sconfitta e un pareggio, i tifosi della Juventus incrociano le dite sperando che oggi, all’ora di pranzo, i bianconeri possano centrare la prima vittoria in campionato allo Stadium, a spese della Sampdoria, anche se la testa è già proiettata alla Champions con l’arrivo, mercoledì, dei campioni d’Europa del Chelsea. Due gare nell’arco di quattro giorni nella casa bianconera che può tornare a essere il fortino per la formazione di Massimiliano Allegri . «Il mio sogno è uno stadio all’inglese, con tutto il pubblico coinvolto – sottolinea Rosario, tifoso romagnolo assiduo frequentatore dello Stadium -. Da quando è stato inaugurato ci sono andato 1-2 volte al mese. L’apporto del pubblico negli anni di Conte e del primo Allegri è stato fondamentale, ha portato almeno 10 punti in più. Nelle ultime stagioni, invece, c’è stata un po’ una regressione. Adesso, dopo il lockdown, occorre un cambio di passo: canti e incitamento per 95 minuti, altrimenti che tifosi siamo?»

Domanda legittima, fatta da un tifoso che si definisce caldo, che partecipa dalla tribuna ma che intorno a sé non vede la stessa passione. «C’ero contro l’Empoli, lo Stadium ha caricato la squadra all’inizio, dopo il gol subito ci sono stati soltanto fischi. E no, al massimo si può fischiare alla fine se non ti è piaciuto lo spettacolo, ma durante la partita bisogna spingere i giocatori. Ricordo che contro le piccole lo Stadium aveva un effetto intimidatorio, a livello sportivo ovvio, impauriva davvero gli avversari, adesso invece si sentono addirittura i tifosi della squadra ospite».
Rosario, che sarà a Torino per la sfida di Champions contro il Chelsea, fa un appello ai tifosi: «Torniamo a fare il nostro mestiere perché noi non siamo esterni alla partita, ma siamo una componente importante, che può fare la differenza. Facciamoci sentire: chiediamo l’impegno della squadra, ma anche noi impegnamoci per dare il nostro contributo.

E’ mai possibile che non si senta un coro per un giocatore dai tempi di Mandzukic : certo, abbiamo celebrato Cristiano Ronaldo , ma soltanto quando segnava. Abbiamo l’impianto più bello della Serie A e sembra di andare al cinema…». La crisi del tifo ha come motivazione l’assuefazione alla vittoria e la mancanza di fame. «Siamo stati abituati bene, ma è arrivata l’ora di farci nuovamente sentire».

Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Morigi : «Lo Stadium non deve essere soltanto un salotto, ma anche un’arena. Purtroppo adesso il tifo è improvvisato, manca una regia globale. E sono più i giocatori a trascinare i tifosi che viceversa: i ruoli si sono invertiti e questo è inammissibile. Deve tornare il fortino dei primi anni». Se lo augura anche Luca, tifoso veneto: «Fino alla fine sarà anche il nostro motto, che nostalgia del passato».

Non tanto oggi contro la Samp, ma mercoledì contro il Chelsea la scenografia potrebbe cambiare. «Confido nella Champions, che riserva sempre un’atmosfera diversa: a Torino ci saranno i campioni d’Europa, può essere la partita della svolta, in campo e sugli spalti. E’ la sfida giusta per caricare l’ambiente, per ritrovare la bolgia degli anni d’oro – osserva Massimo Ardissone , torinese e assiduo frequentatore della casa bianconera, abbonato da oltre trent’anni -. Mi fido di Allegri, saprà raddrizzare la Juve».

La nuova Juventus sarà sempre più Dybalacentrica. Dai propositi estivi, si è passati ai fatti: il rinnovo con i bianconeri è dato per imminente (i dettagli a pagina 8) e sarà l’ultima – e più importante – tessera dell’operazione fiducia massima e massimi risultati varata alla Continassa per la Joya 2021-22. Se il 10 era già sulle spalle dell’argentino, i gradi di vice capitano sono arrivati nelle scorse settimane. E oltre all’addio di Cristiano Ronaldo , di cui Paulo è il vero sostituto, c’è stata l’investitura di capitan Giorgio Chiellini : «Questa sarà la Juventus di Dybala».

Tutti, in casa Juve, hanno puntato sul numero dieci di Laguna Larga, un po’ come auspicava l’ex compagno Andrea Barzagli in estate: «Paulo – spiegava in agosto a Tuttosport il difensore campione del mondo, ora opinionista di Dazn – deve dare una svolta alla propria carriera e in questo devono dargli una mano la società e l’allenatore. La Juventus deve dimostrare di voler puntare su Paulo, anche con il rinnovo di contratto».
Detto e fatto. E adesso? «Mi aspetto che Paulo – aggiunge Barzagli – trascini la Juventus: ha tutte le potenzialità per riuscirci». L’ex centrale bianconero è stato molto più che un compagno: dello spoagliatoio – in particolare della Joya e dei sudamericani bianconeri -, è sempre stato un punto di riferimento speciale. «Il salto di qualità di Dybala non passa soltanto dai numeri, che comunque pesano perché un conto è realizzare 20 gol in una annata e un altro 10. Ma è importante che Paulo trascini i più giovani durante la partita facendosi dare la palla nei momenti più caldi».

«Dybala? Adesso deve fare…il Dybala», continua Fabio Capello . L’ex allenatore di Milan, Real Madrid, Roma e Juventus – ora commentatore di punta del salotto Champions League di Sky Sport – non ha dubbi: «Nel caso di Paulo, l’aspetto più importante è che stia bene fisicamente per non vivere una stagione travagliata come l’ultima. Se è in forma, Dybala possiede qualità e inventiva tali da poter garantire qualcosa di diverso alla Juventus: dai gol agli assist, ma anche giocate decisive e reti su punizione e rigore».
Il miglior Paulo juventino, quello del 2017-18, arrivò a segnare la bellezza di 26 reti tra campionato e Coppe (meglio anche della prima annata, 2015-16, chiusa a 23). In questa stagione ha timbrato due volte (Udinese in campionato e Malmoe in Champions) in cinque partite: «Dybala – continua Capello – ha diversi gol nei piedi. Può ripetere i 26 della sua miglior stagione, però per riuscirci ha bisogno anche della squadra. Non si può pensare che possa bastare lui da solo».

Pensiero condiviso da Maurizio Zamparini , primo presidente italiano della Joya negli anni di Palermo e tuttora grandissimo sponsor del fantasista di Laguna Larga, non a caso definito più volte un “piccolo Messi ”. «Non vedevo Paulo ancora alla Juventus con Cristiano Ronaldo . Ma adesso che CR7 è tornato al Manchester United, sono convinto che Dybala farà la differenza e compirà il salto di qualità. A patto che Allegri lo aiuti a correre meno per sprecare meno energie in giro per il campo. Paulo è geniale, deve inventare calcio e non fare il facchino. Per rendere al massimo deve essere messo in condizioni simili a quelle che aveva Messi nel Barcellona: ossia una squadra al suo servizio, con diversi giocatori che corrono anche per lui. Dybala è un campione e deve essere la stella della Juventus, ma accanto ha bisogno anche di gregari. E ovviamente pure di grandi giocatori: vedo molto bene Chiesa con Paulo».

Di quel Palermo di Zamparini faceva parte anche il portiere Stefano Sorrentino , tuttora grande amico di Dybala: «Ci messaggiamo abbastanza – racconta l’ex numero uno, ora opinionista per Mediaset – considero Paulo una sorta di mio figlioccio. Sono convinto che sarà l’anno di Dybala perché la Juventus gli sta dimostrando una straordinaria fiducia: al numero 10 ha aggiunto la fascia di capitano nelle partite in cui manca Chiellini e il rinnovo sento dire che sia sempre più vicino. Sono ottimista anche perché Allegri è un allenatore che conosce benissimo Paulo. Quanti gol mi aspetto? Raggiungere i venti sarebbe un ottimo traguardo. Sono fiducioso: penso e spero di rivedere il Dybala che trascinò la Juventus fino alla finale di Champions a Cardiff e anche quello di due anni fa».