La partita Napoli – Cagliari Sarà un’esclusiva DAZN, detentore dei diritti di 10 partite su 10 per ogni giornata di Serie A, di cui 3 in co-esclusiva con Sky Sport. La gara sarà visibile in streaming, attraverso il download dell’app ufficiale dell’emittente – con relativa iscrizione e abbonamento – o attraverso una qualsiasi Smart TV. Da quest’anno, con l’acquisto del DAZN box sarà possibile inoltre avere un canale digitale dedicato con i migliori contenuti scelti giorno per giorno. Si sconsiglia categoricamente l’utilizzo di siti pirata per la visione della gara. Sarà disponibile anche sul sito una diretta testuale per seguire la partita: un evento non solo attesissimo dai tifosi azzurri, ma che sarà seguito in tutto il mondo.
Salire di corsa le scale per arrivare al primo piano. Sembrerebbe un paradosso ed invece è il campionato di Serie A, quello con 7 condomini che detengono lo stesso numero di millesimi ed uguale voglia di arrivare in fretta ai “piani bassi”. Pardon, in vetta alla classifica, ed il Napoli oggi ha la ghiotta chance di mettersi di nuovo più su del Milan (1-2 a La Spezia) di due gradini e lasciare l’Inter (2-2 con l’Atalanta) sotto di 4. Piedi per terra, come no, ma pure pronti a proseguire la corsa poderosa cominciata 5 partite fa e provare a vincere quello scudetto che manca da 31 anni. Proposito audace? Non per Spalletti : «Non ci nascondiamo da tempo e in questo momento ci sentiamo avvolti dall’affetto dei tifosi e della città.
Poi siamo anche consapevoli che in una stagione bisogna essere pronti a tutto, perché ci sono gli alti e i bassi». Insomma, la trappola si nasconde dietro ogni partita, soprattutto quelle apparentemente facili. Come il posticipo di stasera contro il Cagliari penultimo con 2 punti, uno conquistato in casa della Lazio con in panchina il grande ex, Walter Mazzarri (miglior media-punti della storia del Napoli, 1,8), conterraneo e quasi coinquilino di Spalletti. «Viviamo ad un chilometro di differenza, ci divide solo un ponte. Mi aspetto un Cagliari organizzato, lui sa mettere bene in campo la squadra. Contro la Lazio ha fatto benissimo e dovremo dare il massimo come squadra per vincere, non basteranno i singoli». Vietato distrarsi, niente turn over: la stagione è agli albori e il Napoli vuole trarre il massimo dalla formazione che finora ha fornito più garanzie. Quella con Rrahmani al fianco di Koulibaly per la terza volta di fila e Manolas in panchina. Come ha reagito il greco? «L’avete visto tutti quando è entrato giovedì – ha risposto Spalletti – ha fatto vedere subito di essere nel contesto squadra. Rrahmani è il frutto di un gruppo che si autoalimenta nella convinzione. Questa squadra vuole diventare forte per poi dividersi i meriti».
Ci sarà Politano con Zielinski ed Insigne che insegue il primo gol su azione. Da Osimhen ci si attende il quarto exploit di fila e da oggi ci sarà anche Mertens , reduce da un’estate alle prese con l’operazione alla spalla sinistra. Oltre a Demme , disponibile dopo la rottura del legamento collaterale contro la Pro Vercelli durante il ritiro di Dimaro. Per il Napoli una vittoria sarebbe la sesta di fila, ma il record a inizio campionato appartiene a Sarri (8), cioè il coach che più si è avvicinato allo scudetto dopo il 1990. Spalletti, ora tocca a te.
La classifica è da brividi, anche se il campionato è agli albori. Proprio quando Walter Mazzarri torna in una città dove ha vissuto momenti intensi. Cagliari in crisi di identità, che non riesce a districarsi contro le pari grado. Un misero punticino in 3 partite interne (Spezia, Genoa ed Empoli) ed un pareggio in casa della Lazio. Ora c’è la trasferta a Napoli, nel momento peggiore. Il tecnico è tentato da una mini-rivoluzione, ma guarda la lista degli eventuali sostituti dei titolari di mercoledì con l’Empoli e sfiora la depressione. Tra reduci da infortuni, altri out per acciacchi vari e qualcuno in palese difficoltà, si ritrova con una rosa di elementi disponibili che dovrà essere attentamente verificata per non incorrere in errori già commessi dalla precedente gestione. Mazzarri pare aver sposato il 4-4-2, almeno all’inizio delle gare, per poi eventualmente virare in altre direzioni in corso d’opera. Da una cosa non si può prescindere: le figurine vanno messe da parte. Con l’Empoli si è notato che non bastano i nomi, serve ben altro per salvaguardare la categoria. «Mi aspetto il massimo. – ha detto il tecnico -. Abbiamo condiviso i momenti del confronto con l’Empoli mercoledì grazie all’ausilio di alcuni filmati. La brutta prova potrebbe essere un fattore mentale dovuto alla responsabilità di giocare davanti al nostro pubblico. Vorrei rivedere la stessa squadra che ha pareggiato domenica scorsa con la Lazio, anche se sono consapevole che il Napoli è più in forma della formazione romana». Poi affiorano i ricordi: «Ho trascorso 4 anni bellissimi in Campania, però ora devo resettare. Penso a dare i migliori input ai miei per mettere in difficoltà gli avversari. Serve tempo per inculcare il mio modo di giocare. Approfitterò durante la sosta, anche se molti saranno impegnati con le Nazionali».
Questa grandezza non può avere fretta». Pensieri e parole di Victor Osimhen, un ragazzo di soli 22 anni che ha capito l’importanza di godersi il momento che sta vivendo il Napoli in sintonia con la città, in un legame idilliaco che va oltre la presenza allo stadio, al momento limitata.
Oggi contro il Cagliari sono attesi circa ventimila spettatori. Ma aldilà dei numeri quello che non mancherà agli azzurri, a caccia della sesta vittoria difila e del nuovo primato, sarà il sostegno del Maradona, perché a Fuorigrotta tifano tutti anche dalle tribune e la gente proverà a spingere gli azzurri ben sapendo che contro il Cagliari sono sfide tradizionalmente ostiche, ancor più adesso che sulla panchina avversaria c’è quel Walter Mazzarri che con la sua impronta alle squadre ha insegnato ai tifosi azzurri come le partite non finiscano mai.
Con questo modo di fare fu il primo a portare il Napoli di De Laurentiis in Champions, spingendolo sino agli ottavi, persi ai supplementari in casa del Chelsea che poi si aggiudicò il trofeo nel 2012. Senza mollare La gente vuole una squadra che lotti e non molli mai e finora è stata accontentata. E l’amore è sbocciato in agosto alla prima di campionato. Perché col Venezia sembrava tutto facile, ma l’espulsione (ingenua) di Osimhenha complicato i piani. Giocare oltre un’ora in inferiorità numerica non era semplice.
E quando nella ripresa Lorenzo Insigne ha sbagliato il rigore, invece di imprecazioni o fischi è partito subito l’incitamento al capitano e alla squadra. E poco dopo Lorenzin ho, sempre dal dischetto, ha sbloccato la gara. Una scintilla diventata fiammata contro la Juventus, l’avversaria storica con la maiuscola. Apprezzando il forcing di una squadra generosa e che non pensava alla stanchezza delle nazionali. Il gol di Koulibaly ha poi suggellato il tutto. Non a caso il Comandante, come lo chiama Spalletti, ha voluto fissare quel momento fotografando lui “i ragazzi della curva B” festanti, quelli cantati da Nino D’Angelo negli Anni 80, inno dell’epoca di Diego Maradona e degli scudetti.