Ci siamo tra meno di un’ora scenderanno in campo Torino Juventus. Ovviamente come ogni derby migliaia di appassionati vogliono Seguire la partita il migliore dei modi. Purtroppo per tutti coloro che non hanno un abbonamento Premium è difficile vedere la partita. Moltissimi vanno su internet e provano a cercare qualche link utile che trasmette la partita in streaming, molte volte si parla di siti stranieri dove sui propri server e ospitano miliardi di virus. Noi consigliamo sempre di eseguire una diretta radiofonica.
La partita Torino – Juventus Sarà un’esclusiva DAZN, detentore dei diritti di 10 partite su 10 per ogni giornata di Serie A, di cui 3 in co-esclusiva con Sky Sport. La gara sarà visibile in streaming, attraverso il download dell’app ufficiale dell’emittente – con relativa iscrizione e abbonamento – o attraverso una qualsiasi Smart TV. Da quest’anno, con l’acquisto del DAZN box sarà possibile inoltre avere un canale digitale dedicato con i migliori contenuti scelti giorno per giorno. Si sconsiglia categoricamente l’utilizzo di siti pirata per la visione della gara. Sarà disponibile anche sul sito una diretta testuale per seguire la partita: un evento non solo attesissimo dai tifosi azzurri, ma che sarà seguito in tutto il mondo.
Beh, eccome se dovrebbero dirgli grazie per quel pareggio del suo Verona a Napoli, all’ultima giornata dello scorso campionato: Allegri per la qualificazione in Champions ereditata post Pirlo , ma prima di tutto Agnelli , a ben pensarci. Se no sai che (s)profondo rosso nei bilanci e che crollo del desiderio, in Europa League. Ivan comprende al volo la battuta quando un cronista gli chiede se si sia pentito, ora che è diventato allenatore del Toro. Sorride, ma si vede subito che ci tiene a tracciare una riga, sul serio. Per un fatto di statura. «Nessuno deve ringraziarmi di niente. Feci tutto per il Verona e soltanto per il Verona, perché ero l’allenatore del Verona. E sono ancora molto orgoglioso della prestazione di quel giorno: altro che pentito. La cultura sportiva è sacra per me. Dare il massimo in ogni partita, in ogni allenamento, è l’unico modo di essere uomo».
Ci siamo, dunque. Primo derby a Torino per Ivan il Terribile, lui che da allenatore non ne ha vinti a Marassi, ma in compenso ha già sconfitto la Juve 2 volte con Genoa e Verona in 8 partite (3 i pareggi). «Ho pensato solo a lavorare. A livello di emozioni inizierò davvero a capire il derby di Torino soltanto quando sarò in campo: e poi mi resterà dentro, lo so già. Però in questi primi mesi, vivendo la città, ho capito che non è come Genova, sostanzialmente divisa in due tra genoani e doriani. Qui mi pare che l’unica squadra sia il Torino, percepisco il Torino in città». E allora, con dedica ai tifosi: «Ho visto e sentito un loro grande sostegno sin dai primi minuti della prima partita. Per il nostro modo di giocare, ritengo. Mi è parso un ambiente molto positivo allo stadio, sempre. Sicuramente i tifosi ci dovranno dare una bella spinta: più ancora che come contro la Lazio. Sarà di grande aiuto». Anche perché l’ospedale da campo non si svuota. Belotti, Praet, Pjaca, Zaza . «Non recupererò nessuno degli infortunati e su ‘sto aspetto dobbiamo migliorare tanto. Saremo felici quando Belotti e Zaza torneranno a giocare. Ma chissà quando». Difficile non cogliere una frecciata alla gestione medica dei rotti: ci sbagliamo, forse?
Stessa posizione in classifica: non capitava dal 1972, prima di un derby. La Juve ha pagato l’inizio horror, il Toro innanzi tutto i blackout di Djidji : 2 volte al 90’ (Atalanta e Lazio) e uno in anticipo (Venezia). Altrimenti sarebbe a quota 12 o addirittura 13. E’ potenzialmente il derby del decollo, di qui o di là: oltretutto prima della sosta, che tutto amplifica sempre. Decollo stratosferico in caso di vittoria granata. Quasi normale dopo il Chelsea, invece, se sarà Juve (come quasi sempre, negli ultimi lustri). Juric infatti è realista, allontana i proclami stupidi, sa bene quale sia la differenza sul prato, in partenza: «La Juve ha tutto e sa fare tutto, ora ha anche ritrovato lo spirito giusto e ripreso a vincere. Chiesa, Kulusevski e Cuadrado sono micidiali. E’ una top squadra. Mi preoccupa tutto della Juve». Ma c’è sempre un ma: «La Juve ha tutto, però io ho un gruppo di giocatori fantastici per come si comportano e lavorano. Con molti giovani che hanno tanta voglia di imparare. Mai un problema mi ha dato il gruppo. Non è con loro che ogni tanto mi devo arrabbiare. Mica li devo spronare. Mai che lavorino male. Anche in questi giorni abbiamo lavorato come al solito sull’intensità, sulle cose nostre, su come affrontare la gara. Come sempre, cioè»: nei desideri, come contro la Lazio, il Sassuolo, sotto molti aspetti anche il Venezia. Pressing, intensità, però anche equilibrio. Gioco. Le armi da appoggiare sul tavolo, per cercare di ridurre il gap della qualità. «Siamo su due livelli assolutamente diversi, loro sono in Champions. Però noi arriviamo da grandissime prestazioni, sono molto soddisfatto. Voglio che continuiamo così. Magari, però, con un po’ di sfortuna in meno: ci è girata male, avremmo meritato di avere dei punti in più». Finora, rispetto al Toro, nessuno ha concesso meno tiri agli avversari, l’organizzazione difensiva di Juric è potenzialmente la migliore (sorride di nuovo: «Sì, sono d’accordo») ed è un’altra carta pesante che si gioca Ivan: con il baby Zima .
«La squadra ha compiuto grandi passi in avanti anche a Venezia, tenuto conto delle difficoltà. Ma c’è tanto da migliorare e ci mancano diversi giocatori che hanno qualcosa in più. Dovremo essere tosti, sportivamente cattivi. E spietati, sotto porta. Per vincere dovrà andare tutto bene: carica agonistica e colpi di qualità. Le due rose sono imparagonabili, ma io ho un gruppo fantastico», ripete. Quindi esalta i più giovani, oggi quasi tutti titolari: « Pobega, Zima, Brekalo, Bremer, Singo, Aina, Lukic, Mandragora, Buongiorno … Tutti con grandi margini di miglioramento: la mia più grande gioia è vedere come si allenano, una partecipazione fantastica. Questa squadra potrà crescere tanto, se la sfortuna non ci perseguiterà quando recupereremo gli infortunati. Però anche mettendo dentro qualche giocatore più forte, in futuro». Già a gennaio, Cairo ?
Ma oggi c’è il derby. Un’altra volta, per le sfide in famiglia.
Massimiliano Allegri ringrazia che il derby arrivi dopo Juventus-Chelsea, partita che ha risvegliato unità del gruppo, spirito agonistico e, soprattutto, capacità di rimanere in partita per novanta minuti. Massimiliano Allegri maledice che il derby arrivi dopo una partita praticamente perfetta, il cui strascico di esaltazioni e complimenti può dare la sensazione di avere in mano la formula per vincerle tutte. Che poi è la premessa migliore per perdere quella successiva.
Al netto dei suoi pensieri tattici, il tecnico juventino dà l’impressione di essere anche lui alla ricerca del giusto equilibrio psicoemotivo fra l’entusiasmo e la troppa sicurezza, costata già molto cara all’inizio della stagione. «Contro il Toro sarà più difficile che contro il Chelsea», spiega. E non c’è prettatica, né provocazione nel temere i granata più dei campioni d’Europa, perché Allegri è perfettamente consapevole di quanto la Juventus abbia sofferto Ivan Juric negli ultimi anni e come il derby possa anche rovesciare i ruoli rispetto a mercoledì, quando il timore reverenziale per quelli che hanno alzato l’ultima Champions abbia avuto un effetto benefico su concentrazione e applicazione. «Ci vuole lo stesso spirito che abbiamo messo nella fase difensiva, dobbiamo difenderci sempre in quel modo: mercoledì è stato per 70 minuti, in altre occasioni può essere anche solo per 10 o 20 minuti, ma deve esseci la stessa mentalità». Ripensa, Allegri, a come sarebbe andata senza le fatali distrazioni contro Udinese, Napoli e Milan, tre gare nelle quali la Juventus è passata in vantaggio e per poi subire svagatamente rimonte. Avessero avuto la stessa tigna anti- Lukaku , ora la Juventus avrebe 7 punti in più in classifica, 15 in totale.
Invece, il derby diventa uno snodo fondamentale perché, ripete tre volte Allegri: «abbiamo da sistemare la classifica». Giocarsi i bonus, anche un po’ sciaguratamente come è capitato ai bianconeri nelle prime quattro giornate, comporta queste scomodità: «Per loro sarà la partita della vita, come sempre. Per noi una finalina, perché non possiamo perdere più punti». Condizione resa più spinosa dalla presenza di Juric sull’altra panchina: «Ha saputo riportare lo spirito del Torino nella squadra. I granata sono una delle squadre che ha concesso meno occasioni alle sue avversarie. E ha preso solo sei gol: da quando il Torino prendeva solo sei gol nelle prime sei giornate di campionato? Questa è una partita nella quale dobbiamo ribattere colpo su colpo. Ci sarà una bella intensità perché loro giocano uomo contro uomo a tutto campo, quindi dobbiamo essere molto bravi per riuscire a passare una bella sosta».
E bravo deve essere anche Max, dal quale tutti si aspettano un’altra allegrata, visto che Dybala e Morata restano indisponibili. Stessa formazione di mercoledì? Forse no. Perché questa volta sembra proprio che Moise Kean lo metta dall’inizio, magari senza lasciare fuori Bernardeschi , Chiesa e Cuadrado , ma schierandoli dietro il bomber azzurro in un 4-2-3-1 che vede Locatelli e Bentancur in mezzo. Una formazione con tantissima qualità per riuscire a mettere in difficoltà il Toro che punta sugli uno contro uno.
Una formazione del genere lascerebbe in panchina poche alternative in attacco: in pratica solo Kulusevski , perché Kaio Jorge , così come Arthur , torna felicemente in panchina, ma con la possibilità di giocare solo una decina di minuti. Ma, soprattutto, una formazione nella quale grandi responsabilità ricadrebbero sul duo di centrocampo Locatelli e Bentancur : «Entrambi non hanno mai gestito un centrocampo da soli. Bentancur ha più bisogno di qualcuno che gli dia una mano nella gestione del pallone. L’altra sera ha giocato bene, con grande intensità, poi gli è capitato di sbagliare ma perché è un giocatore generoso. Locatelli anche è andato a ribattere tanti tiri, e ha chiuso le traiettorie di passaggio, ha schermato Lukaku. Ha fatto una partita fisica e cattiva, oltre che tecnica. Più giocano insieme e più si conosceranno e miglioreranno».
L’allenamento di ieri ha lasciato aperte anche altre soluzioni e solo stamattina Allegri scioglierà i dubbi. Difficilmente rinuncerà a Federico Chiesa , eroe di Juve-Chelsea, sul quale Allegri puntualizza: «Abbiamo scoperto che in certe condizioni può fare il centravanti, ma non è ancora un centravanti, andiamoci piano, al solito serve equilibrio. Contro il Torino sarà una partita diversa e necessiterà di soluzioni diverse. Loro giocano uomo contro uomo e noi dobbiamo essere bravi a crearci gli spazi. Serviranno forze fresche, quindi gente che non ha giocato mercoledì. Ma bisogna considerare che sono ragazzi giovani, recuperano in fretta e c’è un’energia positiva che dobbiamo sfruttare al meglio».
l derby è tutto. O forse ancor di più. Se poi Ivan Juric nella conferenza stampa di vigilia gasa così l’intero ambiente l’amore non può far altro che esplodere: «So che da una parte c’è una Juventus che gioca la Champions League, a Genova però vedevo che la città era divisa in due tra genoani e doriani, invece qui il Toro sembra l’unica squadra di Torino, così almeno ho percepito io». Apriti cielo. Così il popolo ieri si è scaldato ulteriormente. Era in programma alle ore 18 il raduno dei gruppi organizzati della Maratona davanti al Grande Torino, all’angolo di via Filadelfia. Si sono presentate, fra passanti ed esponenti della Curva, quasi 300 persone. Grandi cori per la squadra, sfottò ai rivali cittadini, un clima di entusiasmo che da tempo non si percepiva più sulla sponda granata.
Il corteo di tifosi è iniziato dal Filadelfia e ha percorso tutta la strada che porta allo stadio: traffico momentaneamente bloccato dalle forze dell’ordine, nessun cenno di contestazione nei confronti del presidente Cairo , solo una marcia allegra verso il Grande Torino. Ad attendere il gruppo un’altra schiera di persone, tutte unite da una tremenda passione per il Toro. Juric ha caricato tutti e la squadra, con le ottime prestazioni delle ultime settimane, ha meritato sul campo la fiducia della gente. Così la partecipazione alla vigilia del derby contro la Juventus è stata notevole, per essere un giorno lavorativo. Non era scontato che il popolo si legasse subito a doppio filo al nuovo corso, invece l’amore è ormai dilagante.
E non sembra nemmeno sul punto di aver raggiunto il suo picco massimo. A pochi passi dallo stadio è stato anche affisso uno striscione: «Uccideteli». Rivolto, sportivamente parlando s’intende, alla compagine bianconera. In un derby così, con le due squadre a pari punti, i tifosi del Toro si servono di ogni mezzo motivazionale possibile pur di vivere una notte indimenticabile. A prescindere dal risultato finale: è evidente che il divario tecnico sia netto, ma con il temperamento, la fame e le idee di Juric i granata possono arrivare lontano. E mettere timore ad una Juventus che sta ancora cercando una chiara identità.
Il raduno della Maraton a – che oggi non entrerà allo stadio in segno di protesta per le restrizioni anti-Covid varate dal Governo in materia di manifestazioni sportive – ha via via inglobato sempre più gente. Persino attirando la curiosità dei passanti. Un momento solenne è stato quello del saluto ai giocatori, presenti al Grande Torino per la rifinitura. Una volta terminata la sgambata, la squadra si è avvicinata ai cancelli, per guardare da vicino il popolo in festa. Un abbraccio virtuale, con molti contenuti reali. Bremer e compagni erano visibilmente emozionati. Hanno visto persone, fumogeni, bandiere, sciarpe e tante maglie granata. Chi non aveva mai vissuto le sensazioni della vigilia del derby della Mole ha avuto la pelle d’oca. Il Toro adesso avverte un forte senso di responsabilità nei confronti della propria gente. Molto più sul piano della prestazione rispetto al risultato, che Juric farà comunque di tutto affinché possa essere positivo. Dopo tre stracittadine consecutive a porte chiuse, oggi tornano le fibrillazioni dei duelli di un tempo. Il Grande Torino sarà quasi tutto esaurito: ogni settore è sold-out, fatta eccezione per la Curva Primavera. I presenti dovranno raddoppiare gli sforzi per sostenere la squadra. Nel primo derby di Juric: tutti sperano che da oggi inizi ufficialmente una nuova era. D’altronde, se non ora, quando