Èla rivelazione di Tale e Quale Show di Raiuno, quello che con le sue esibizioni è riuscito nell’ardua impresa di mettere d’accordo (quasi) tutti i giurati: Ciro Priello, 35 anni, napoletano doc, uno dei fondatori del gruppo di youtuber The Jackal, vincitore del programma Lol – Chi ride è fuori su Amazon Prime, sembra avere le carte in regola per conquistare, scalino dopo scalino, il suo spazio nel mondo dello spettacolo italiano.
Nato come creator – così vengono chiamate le persone che creano contenuti su YouTube e i social – Priello e i suoi compagni hanno inventato format e filmati comici che sul Web sono diventati virali, per passare poi ai film. Ora i The Jackal si sono dati anche ai podcast (l’ultimo è Biscottis su Spotify) e nel frattempo Ciro ha iniziato la sua carriera in solitaria come attore e doppiatore. Escono in questi giorni due film cui ha prestato la sua voce: The Walking Liberty e Ainbo. Nello show di Raiuno (l’ultima puntata va in onda sabato 5 novembre), ha stupito tutti con la sua interpretazione di Freddie Mercury, Mika e Tiziano Ferro, ma è nell’esibizione dedicata a Michael Jackson che ha dato il meglio di sé lasciando la platea a bocca aperta sia per la prova canora sia per aver ricreato le stesse mosse dell’artista americano.
Pochi sanno che in realtà Ciro nasce come ballerino. Ed è proprio da qui che cominciamo la nostra chiacchierata. Com’è nata la passione per la danza? «Quando ero ragazzino il ballo ebbe un’esplosione di popolarità grazie ad Amici di Maria De Filippi. Così iniziai a danzare a 11 anni. Poi, in modo del tutto inaspettato, Enzo Paolo Turchi mi prese nella sua scuola, mi mise nella classe avanzata anche se non avevo la tecnica.
Probabilmente vide in me un talento che io non sapevo di avere. Nel giro di un anno imparai tantissimo e divenni in grado di fare spettacoli con lui. Fu bellissimo». Insomma, eri avviato al professionismo nel ballo. Che accadde poi? «Intanto ci fu la grande delusione di Amici: feci tutti i provini, andai avanti con le selezioni, ma non riuscii a superare lo scoglio delle prove per il serale e venni escluso.
E poi comunque il mondo della danza professionistica è poverissimo: i ballerini sono pagati niente per un lavoro duro e massacrante. Ore di prove e di repliche non retribuite… Come fa un giovane a mantenere una famiglia? Così a 26 anni ho smesso di ballare». E hai deciso di restare con i tuoi amici “nerd” Simone Russo e Francesco Capaldo, e di andare avanti con il progetto dei The Jackal. «È vero, eravamo tre ragazzi un po’ disadattati che come hobby avevano quello di inventare storie e fare filmati. Io e Simone ci conosciamo dall’asilo, Francesco lo inglobammo più avanti: non giocavamo a calcio, eravamo esclusi dal giro dei “fighi”. E ci divertivamo così.
Poi è saltato fuori che il nostro modo di raccontare le cose è piaciuto anche ad altri, e grazie alla diffusione dei social siamo arrivati qui». Con i The Jackal avete realizzato filmati virali che hanno dato voce a personaggi tipici della realtà napoletana, come le “vrenzole”, due vicine di casa che dal balcone commentano in stretto dialetto napoletano i fatti di attualità. Come sono nate? «Esistono davvero! Erano due signore che ogni giorno si affacciavano al balcone sopra il nostro studio e parlavano di ogni cosa.
Abbiamo cominciato a osservarle e a ricreare i loro discorsi pieni di saggezza popolare. Le vrenzole sono un archetipo dell’italianità, esistono ovunque. Ecco perché sono piaciute ». I The Jackal ti hanno portato anche l’amore: è vero che hai conosciuto la tua compagna Maura Iandoli a un provino? «Sì, eravamo agli inizi, ancora i The Jackal non erano esplosi. La notai, ma non la prendemmo. Cominciammo a scriverci, ai tempi eravamo entrambi fidanzati.
È stato un colpo di fulmine, un amore sincero. Da allora, era il 2014, non ci siamo più lasciati. Ci sposiamo a giugno». Insieme avete una bambina, Anna, di 5 anni. Le piace ballare? «Ancora non scorgo in lei la passione che avevo io, ma non vedo l’ora di insegnarle dei passi. Per ora mi limito a sfogarmi con qualche mossa su TikTok». Tu canti, balli, reciti, imiti e sei anche un autore comico. Esistono pochi showman così completi e uno di questi è Fiorello. Saresti un suo degno erede? «Grazie, ma io cerco di volare basso. Sono molto affascinato dal mondo dello spettacolo: dentro di me c’è un grande desiderio di fare l’attore e di recitare. Non faccio progetti a lungo termine, ma vorrei continuare a sognare, perché è proprio sognando che sono arrivato dove sono ora, e non vorrei mai smettere di farlo».