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Dove e come vedere Inter – Shakhtar
Inter – Shakhtar. La gara verrà trasmessa in diretta tv ed in streaming da Dazn. Il match sarà quindi trasmesso in diretta tv esclusiva da Dazn e gli utenti potranno vedere la sfida tra Inter – Shakhtar con una smart tv o utilizzando una Smart Tv o utilizzando ancora Amazon Fire Stick o Google Chromecast, la Xbox e la Playstation. Si potrà assistere al match anche in streaming, sempre tramite Dazn da dispositivi fissi, oppure scaricando l’applicazione da mobile e scegliendo l’evento che apparirà tra i primi del pannello della piattaforma dopo aver effettuato il login.
Se una scusa tira l’altra, allora Lautaro spera di poter giungere le mani davanti alla Nord anche stasera. Non era certo necessario, eppure domenica chiedeva umilmente perdono per il rigore sbagliato nel derby, subito dopo aver messo al tappeto il Napoli e interrotto un infinito digiuno di 50 giorni. Adesso contro lo Shakhtar in Champions un altro gol darebbe la qualificazione e cancellerebbe del tutto i vecchi incubi ucraini: le “scuse” sarebbero da moltiplicare per tre, come le partite consecutive in cui l’Inter si è schiantata contro la squadra di Donetsk. La semifinale di Europa League del 2019 è forse la vetta nerazzurra più alta di questi anni, un 5-0 che ha rasentato la perfezione con doppietta del Toro annessa, ma da lì in poi sono piovuti solo 0-0 e rimpianti. Le due sfide della scorsa stagione e quella di questo girone 2021-22 hanno complicato, se non rovinato, i sogni europei e in ogni occasione Lautaro si è mangiato le mani. Nell’ordine: ottobre 2020, occasione a porta vuota sciupata nello stupore generale e nel freddo ucraino; dicembre 2020, traversa tonante con un destro a San Siro nel giorno della qualificazione fallita; settembre 2021, chance d’oro sprecata a Kiev in una gara in cui i nerazzurri avrebbero strameritato tre punti. Adesso, di errore in errore, il piatto piange: Lautaro non segna in questa Coppadauna vita intera, 03-11-20, caduta a Madrid contro il Real.
E, a voler cercare un gola Milano, gli anni di attesa diventano due: 23-10-19, vittoria casalinga contro il Borussia Dortmund che era di Hakimi. Coppia da ritrovare Alnetto di una piccola, residuale tentazione Correa, Lautaro tornerà a dividere l’attacco con il nuovo gemello Edin Dzeko. Anche il bosniaco, però, inizia a soffrire di astinenza perché a lui il gol manca da Inter-Juve del 24 ottobre, un mese e tre partite fa. In generale, però, la coppia stupefacente di inizio stagione ha scalato una marcia: dopo aver messo insieme inA nove reti (5 Edin,4il Toro) tra la sosta di settembre e quella di ottobre, i due hanno messo a referto soltanto il guizzo del bosniaco contro i bianconeri tra la sosta di ottobre e quella di novembre. Contro il Napoli almeno Lautaro ha ritrovato la via smarrita, adesso toccherebbe a Dzeko: torna titolare con sette punti in testa come ricordino di Ospina. A differenza del compare di attacco, almeno a lui lo Shakhtar risveglia dolci ricordi: nella Champions 2017-18 con la maglia della Roma buttò fuori praticamente da solo gli ucraini. Quella volta strappò i quarti di finale, in questa ci si può accontentare degli ottavi
Battere lo Shakhtar. Per conquistare dopo dieci anni gli ottavi di Champions e per mettere ancora più pressione a Milan e Napoli nella volata scudetto. «Se facciamo molto bene domani, possiamo concentrarci solo sul campionato», ha detto Simone Inzaghi alla squadra nel discorsetto che ha preceduto l’allenamento. Per lui entrare nelle magnifiche sedici d’Europa non è una primizia, visto che ci è già riuscito una stagione fa con la Lazio; per l’Inter invece si tratterebbe della fine di un sortilegio che ha paralizzato anima e corpo dei giocatori nelle decisive partite con Psv (già eliminato), Barcellona (già qualificato) e pure con lo Shakhtar (che si giocava un posto in Europa League). Stavolta, il match point -anche perché risulta diffìcile pensare che il Real Madrid possa perdere con lo Sheriff a Tiraspol dopo esserci riuscito già al Santiago Bernabéu… – arriva alla penultima partita del girone e questo potrebbe aiutare i giocatori a vivere la sfida con la necessaria lucidità.
A credere ciecamente nella vittoria, i 48-50mila interisti attesi stasera allo stadio, nonostante l’orario della partita (calcio d’inizio alle 18.45) non agevoli certamente chi deve pensare pure ad andare a lavorare. L’Inter non brinda agli ottavi dall’autunno 2011 quando Claudio Ranieri mantenne fede alla sua fama di “aggiusta tutto’,’ rimettendo la squadra in carreggiata dopo lo 0-1 subito al Meazza dal Trabzonspor sotto la gestione Gasperini. Il girone, che comprendeva pure Lilla e Cska Mosca, non era propriamente “infernale’,’ comunque Ranieri riuscì – caso vuole – a chiudere i conti addirittura alla 5a partita, pareggiando 1-1 a Trebisonda (l’Inter passò da prima, stavolta tutto sarà probabilmente in ballo a Madrid all’ultima giornata). Era il 22 novembre 2011 e quella sera in riva al Mar Nero nessuno avrebbe mai lontanamente immaginato che per rivedere l’Inter agli ottavi della manifestazione si sarebbero dovuti aspettare dieci lunghissimi anni. Unica testimonianza giocante di quella squadra è Andrea Ranocchia che stasera sarà chiamato a guidare la difesa in assenza di Ste-fan De Vrij. Dubbi – nonostante i parecchi acciacchi ereditati dalla gara col Napoli, non ce ne sono, fatta eccezione per il ballottaggio tra Bastoni (non al meglio per un’ammaccatura alla spalla) e Dimarco con il primo comunque favorito. In attacco invece tornerà dal primo minuto Edin Dzeko nonostante il cerotto-ne in testa per i sette punti di sutura “souvenir” dello scontro con Ospina. Per fare turnover ci sarà tempo una volta messa in ghiacciaia la qualificazione Cham
pions quando il calendario proporrà le gare con Venezia e Spezia dove Inzaghi attingerà a piene mani al serbatoio delle seconde linee. Stasera tutti dovranno stringere i denti (pure Barella che col Napoli, stremato, aveva chiesto il cambio) anche perché, come sottolineato dall’allenatore pure davanti ai microfoni, è troppo importante vincere: «Sentiamo che è tutto nelle nostre mani. Il 3-2 sul Napoli ha dato grandissima autostima alla squadra. Nei big match avevamo fatto sempre ottime prestazioni ma mancava un successo pieno. L’abbiamo fatto contro il Napoli dei record e contro la miglior difesa d’Europa e questo ci dà tantissima benzina per il futuro». A spingere l’Inter ci sarà uno stadio tutto nerazzurro: «E questo conterà tantissimo perché sappiamo cosa ci danno i nostri tifosi e cosa ci dà San Siro. Speriamo che come sempre, ma non ho il minimo dubbio, siano lì al nostro fianco per portarci a un grande traguardo che aspettiamo da tanto e che pure loro aspettano da tanto tempo». Altro effetto collaterale della vittoria sul Napoli, il fatto di aver rimpicciolito i ricordi riguardanti gli ultimi tre precedenti con gli ucraini, terminati con altrettanti 0-0. «De Zerbi è preparatissimo, organizza bene le due squadre: all’andata loro hanno avuto più palleggio mentre noi le occasioni più nitide. Ecco noi dovremo essere bravi a concretizzarle come non siamo riusciti a fare a Kiev e dovremmo essere bravi ad indirizzare gli episodi della partita dalla nostra parte», l’Inzaghi pensiero.
L’allenatore sa bene quanto sia importante passare il turno per i conti del club (gli ottavi porteranno in dote una ventina di milioni: ieri l’ad corporate Alessandro Antonello all’Expo di Dubai ha sottolineato come l’Inter sia «un’eccellenza italiana») e per segnare il suo primo anno nerazzurro con un traguardo che chi l’ha preceduto non è riuscito a conquistare. Non a caso, Inzaghi aveva promesso urbi et orbi che l’In-ter avrebbe superato il girone di Champions addirittura nel giorno della sua presentazione: «Quel giorno avevo sottolineato come, al di là di chi era andato via, nostro obiettivo doveva essere quello di tornare agli ottavi di finale. Siamo a buon punto ma manca ancora tanto visto che ci aspetta una sfida decisiva, anche alla luce del fatto che l’ultima, a Madrid contro il Real, non sarà delle più semplici. Se mi fa piacere che si parli già di Inter di Inzaghi? Ho avuto la fortuna di trovare un ottimo ambiente che mi ha accolto alla grande dal primo giorno. Sto cercando di portare i miei concetti e in quattro mesi abbiamo fatto un ottimo percorso». Ora non resta che mettere la ciliegina sulla torta.