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La quiete nella tempesta, anziché dopo. Anzi: la quiete, o meglio ancora la sua proverbiale ” ’halma’,’ come mezzo per uscire dalla tempesta. Perché a tracciare la rottaper portare la Juventus fuori dalla burrasca che la sta sballottando in campionato è Massimiliano Allegri: «Dobbiamo solo compattarci come quando siamo in mezzo al mare e c’è tempesta: bisogna trovare un modo per uscire dalla tempesta, non si può combatterla.

E il marinaio di solito trova sempre un modo per uscirne», chiude con un sorriso sornione nel quale si legge la fiducia di chi in riva al mare è nato e lo conosce bene. Proprio per questo, però, sa che può essere pericoloso. Anche nel golfo di Salerno: «Contro la Salernitana sarà una gara complicata, anche per la questione ambientale perché hanno un pubblico molto caldo. Dobbiamo avere un approccio migliore rispetto a Verona o rischiamo di prendere subito degli schiaffi e diventa tutto più difficile». Ed è già abbastanza difficile così, la situazione della Juventus, almeno in campionato e per non parlare di quanto accade fuori dal campo: «Il presidente dopo aver parlato sabato alla squadra lo ha fatto stamattina (ieri, ndr) a tutti i dipendenti e ci ha rasserenati».

Allegri invece prosegue, come già dopo il ko con il Chelsea e prima e dopo la partita contro l’Atalanta, nell’opera di rasserenare la squadra. Cercando di evitare anche eccessivi slanci di volontà, nobili ma deleteri: «Lo stato d’animo è quello di un momento in cui siamo in ritardo in campionato e ci manca un po’ di spensieratezza. Tutti vogliamo fare qualcosa di più e invece dobbiamo fare tutti il nostro e avere un ordine.

Usciremo da questo momento, ci vogliono calma e pazienza. Più ci agitiamo e più facciamo casino. Invece dobbiamo essere ordinati, fare le cose semplici, ripartire dall’abc e piano piano le cose ver reno di conseguenza. La squadra contro l’Atalanta ha fatto una buona partita ma un episodio ci ha condannato, abbiamo trovato un’ottima squadra e nel finale Gasperini ha fatto anche cambi difensivi, cambiando un po’ mentalità alla squadra per portare a casa il risultato, e per questo merita un plauso. Dobbiamo continuare a lavorare con continuità e fare un po’ di più perché quanto fatto finora non basta. Questo momento fa parte della vita e del nostro lavoro. Fortunatamente abbiamo ancora tanti obbiettivi da raggiungere: gli ottavi di Champions da giocare, la Coppa Italia, la Supercoppa e poi abbiamo una rincorsa che vista in modo positivo può esser divertente, bella. Non dico per arrivare primi, nonio so… ma è una rincorsa stimolante».

Rincorsa che è indispensabile alimentare con i gol, finora di gran lunga il principale problema della Juventus. Anche su questo fronte Allegri dispensa serenità, soprattutto nei confronti di uno di quelli che dal punto di vista realizzativo finora hanno deluso di più, Alvaro Morata, quattro gol dei quali due in campionato, a secco in generale dal 4 novembre (rete allo Zenit), in Serie A dal 19 settembre (contro il Milan).

«Voglio fare una precisazione perché a volte mi sembra che nei giudizi ci sia un punto preso contro alcuni giocatori: Morata contro l’Atalanta ha fatto una delle migliori prestazioni della stagione e credo sia stato tra i migliori in campo. Quindi o non capisco io o ci sono pregiudizi e non mi piace questo accanimento». Difesa appassionata, che segue i complimenti fatti sabato in campo allo spagnolo al momento della sostituzione, quando parte del pubblico lo aveva fischiato, ma che non necessariamente prelude a una sua conferma tra i titolari.

Anzi, è possibile che Allegri gli eviti la quarta partita da titolare in 11 giorni (la decima in 39 considerando anche la Spagna) per permettergli di recuperare le energie spese sabato: «L’unica mossa giusta è vincere la partita -ha tagliato corto sulle scelte per sostituire gli infortunati McKennie e Chiesa -. Finora abbiamo fatto pochi gol rispetto alle occasioni, ma le scelte di mercato sono giuste. Morata, Dybala, Kean hanno sempre segnato^ non possono avere disimparato. Magari domani o domenica iniziano a fare gol e cambia tutto».

Non cambia, invece, nonostante la tempesta, la realtà della Juventus. «Alla Juventus non esistono anni di transizione -chiarisce Allegri -. Bisogna avere la consapevolezza che siamo sesti in classifica e delle responsabilità che abbiamo di essere alla Juventus. E l’ambizione di ottenere il massimo». Ma prima serve uscire dalla tempesta.

Con il pareggio strappato in extremis a Cagliari, la Salernitana non solo ha impedito ai sardi di allontanarsi, ma ha pure mantenuto invariato il ritardo dal Genoa, guadagnando una lunghezza su Venezia e Spezia. All’orizzonte c’è un ciclo di gare sulla carta molto difficili, a cominciare da questa sera quando all’Arechi sfilerà una Juventus appesantita nel morale dalla sconfitta con l’Atalanta ed anche dalle voci sull’inchiesta legata alle plusvalenze. Colantuono recupera Schiavone e Kastanos, due ex della sfida, e confida di avere a disposizione anche Ribery anche se le chances di impiego dell’asso francese sembrano ridotte al lumicino. In avanti conferma certa per Bonazzoli, decisivo a Caglial i, che dovrebbe essere affiancato da Djuric. Il quadro sarà definitivamente chiaro solo al termine della rifinitura prevista per questa mattina.

Ci sono giocatori in bilico – dice Colantuono – altri li abbiamo recuperati in extremis. Ribery? Ho qualche perplessità, ha dei problemini». Il francese è alle prese con i problemi al ginocchio che lo hanno tenuto fuori a Cagliari. Tanti dubbi e qualche certezza. Non saranno sicuramente della partita: Strandberg, Buggeri, Mamadou Coulibaly, ai quali si è aggiunto in extremis anche Gondo. LArechi, intanto, si prepara al pienone tra possibili disagi legati ai lavori in corso lungo via Allende e parcheggi che potr ebbero non essere sufficienti in ragione dalla capienza maggiore rispetto all’inizio della stagione.

C’è poi la delicata partita societaria. La Figc pare si voglia sincerare dello stato dell’arte ed ha in agenda un incontro con i tru-stee. Domenica prossima scadrà, infatti, il nuovo termine fissato da Berteli ed Isgrò con l’ultimo comunicato secondo cui, secondo l’interpretazione più diffusa, alla nuova scadenza i potenziali acquirenti dovrebbero fornire chiarimenti ed integrazioni rispetto alla documentazione già presentata. I trustee hanno già fatto sapere che sarà loro premura, nel caso, comunicare quale offerta sia stata accettata entro il 15 dicembre. Ed allora, anche nel caso in cui a metà del prossimo mese ci fosse finalmente un nome, un volto da attribuire al nuovo proprietario del club, ci potrebbe essere bisogno di altro tempo per definire tutti gli aspetti legati al passaggio di quote.