Gloria Paul è nata a Londra il 28 febbraio del 1940. Figlia di un giornalista del Financial Times e di una cantante lirica, cominciò a danzare all’età di tre anni. Successivamente vinse numerosi concorsi che la qualificarono “Giovane di talento”. Gli studi in collegio la costrinsero ad interrompere i corsi di danza classica ma, poco dopo aver finito le scuole superiori, fu ingaggiata nel famoso balletto “Tiller Girls”. Fu quindi tra le “Bluebell” al Lido di Parigi e poi la prima ballerina dell’ Alaria Ballet. Arrivata a Roma, nel 1961, prese parte a quattro film (in totale ne ha girati oltre 25), apparendo fra gli altri accanto al mitico Totò, Renato Rascel e in teatro accanto a Erminio Macario
. La sua ultima apparizione cinematografica è datata 1996, nel film “Esercizi di stile”. Nello stesso anno rimase infatti vittima di un grave incidente domestico che la costrinse a trascorrere un periodo di degenza su una sedia a rotelle (mentre era sotto la doccia, il contro soffitto del bagno ha improvvisamente ceduto, trascinando nel crollo anche il pesantissimo boiler che le e’ rovinato addosso, procurandole la frattura della vertebra con la fuoruscita del midollo). Dopo l’incidente è intervenuta in varie trasmissioni TV, da Maurizio Costanzo, Conversando (con Maurizio Costanzo), Ci vediamo in Tv (con Paolo Limiti), ‘900 (con Pippo Baudo), Domenica In (con Mara Venier), Domenica In (con Pippo Baudo), Cominciamo Bene (con Pino Strabioli), Porta a porta (con Bruno Vespa), 50 anni Gala TV, Incominciamo bene Mattina, I migliori anni (con Carlo Conti).
Breve filmografia
Totò Peppino e la Dolce Vita – Pugni pupe e marinai – Cacciatore di dote – Copa Cabana Palace – Venere al sole – Le tardone – I due evasi da Sing Sing – Gold-Ginger – Napoleone a Firenze – I due figli di Ringo – Il buono il bruttu ed il cretino – Il Gringo – Sigpress – I tre favolosi superman – I tre supermen a Tokyo -I sette cinesi d’oro – The intelligence men – Darling Lilli – Tango blu – Fratelli d’Italia – Esercizi di stile.
Televisione
1961: “Il signore delle 21”, “Volubile” – 1962: “Eva ed io” (Falqui), “Studio Uno” – 1963: “Benny hill show” (Londra) – 1964: “Sette voci”, “Scala reale”, “Biblioteca di Studio Uno” (A.Lupo G. Bramieri) – 1965: “Za Bum”, “Tutto Totò” – 1967: “Il tappa buchi”, “La vedova allegra” – 1969: “Ieri ed oggi” – 1970: “La domenica è un’altra cosa” – 1971: “Per un gradino in più”, “La freccia d’oro”, “Un disco per l’estate” (St.Vincent) – 1972: “Il poeta ed il contadino”, “Il buono e il cattivo” – 1973: “L’occasione”, “Ah! L’amore” – 1975: “Macario le 2” – 1976: “Senza rete”, “Jazz e nostalgia” – 1977: “Settimo anno”, “Valentina” – 1979: “Un uomo da ridere”, “Bontà loro” – 1982: “Doppio tamarindo con panna” – 1987: “Jeans” – 1988: “Costanzo show”, “Loretta Goggi show” “Tutti in palestra”, “Domenica In”, “Caro Totò”. “Mille lire al mese”.
Teatro
1961: “Teatro lirico” Enrico 61 (Garinei e Giovannini) – 1962: “Teatro Sistina” Enrico 61, “Tournee” Enrico 61 – 1963: “Tournee” Enrico 61, “Enrico 61”, “Buonanotte Bettina”(Garinei e Giovannini) – 1964: “Buonanotte Bettina” – 1965: “Le sei mogli di Enrico VIII” (Macario) – 1971: “Fiore d’Haway” – 1975: “Baci, promesse, lusinghe d’amore” – 1988:”Kiss me Kate.
Intervista
E’ nella sua bella casa all’Aventino. Solare e simpatica, è felice di scambiare quattro chiacchiere, di parlare della sua carriera e di Roma. Non ama le formalità e accetta il “tu” senza problemi.
Com’è nata la tua passione per lo spettacolo, Gloria?
E’ nata fin da piccolina. Mia mamma mi ha portata ad una scuola di ballo che ero piccolissima, avevo 3 anni e poi ho iniziato a fare saggi, spettacolini, ecc… E quindi mi sono abituata presto ad andare in palcoscenico.
I tuoi genitori che futuro sognavano per te?
Mia madre sognava proprio quello che poi ho fatto, forse perché voleva fare anche lei questo lavoro, ma non è stato possibile. Mio padre invece avrebbe voluto che facessi la modella oppure la giornalista di moda, perché lui era giornalista. Sperava che seguissi le sue orme. Invece come primo lavoro, appena finiti gli studi, ho fatto la ballerina e poi è stata tutta una escalation continua, senza tanto pensare a cosa stessi facendo. Mi lasciavo trascinare dall’entusiasmo per il lavoro e continuavo questo sogno.
Il complimento più bello che hai ricevuto, qual è stato Gloria?
Oddio! Ne ho ricevuto talmente tanto che non me ne ricordo uno (risata). Una cosa che mi fa veramente piacere è quando scendi alla fine dello spettacolo e ricevi gli applausi. Sono fortissimi e ti riempiono il cuore… A parte il lato professionale, un complimento che mi fanno spesso chi mi conosce da anni, è che non sono mai cambiata dalla ragazza che ero. Anche quando ero al culmine del successo, nei mitici anni d’oro non mi sono mai montata la testa. Ho sempre avuto la testa sulle spalle, come si dice.
La cosa più cattiva che ti hanno detto o scritto?
Niente cose cattive. L’unica cosa brutta che ho avuto nella vita è stato l’incidente che mi è successo nll’96, quando mi è caduto addosso lo scaldabagno della doccia. Quello è stato l’episodio più brutto della mia vita. E’ crollato il boiler e con lui è crollata la mia vita.
Nella tua carriera hai lavorato con tanti grandi personaggi. Come recitava Totò?
Quando l’ho conosciuto lui era già un grande. Io allora ero al mio primo film, che era “Totò, Peppino e la dolce vita” e non davo il giusto valore a chi lavorava con me, non lo conoscevo bene artisticamente perché ero appena arrivata in Italia. Io avevo 20 anni non conoscevo la realtà cinematografica italiana. Di Totò devo dire che con me è sempre stato molto protettivo, un signore. Con lui ho fatto quel film che ti dicevo prima e poi mi ha voluta per un episodio in un filmato televisivo che si chiamava “Tutto Totò” e lì ricordo che il regista, scherzando, giocava sul fatto che non parlavo bene l’italiano e qualche volta sbagliavo a parlare o a pronunciare una parola. E mi diceva. “Ma come, dopo tutti gli anni che stai qui, non parli ancora bene l’italiano?” Allora interveniva subito Totò e diceva: “Vorrei vedere te che parli l’inglese come lei parla l’italiano.” Era sempre molto garbato, protettivo e gentile nei miei confronti. E molto affabile.
E Renato Rascel?
Anche lui con me era molto gentile. Era un uomo duro nello spettacolo, molto esigente. Un grande artista. Con lui ho lavorato 3 anni, facendo “Enrico 61”. Abbiamo girato con questo spettacolo due anni in Italia e un anno in Inghilterra, chiaramente con la traduzione in inglese.
Gloria, che consiglio daresti a chi si vuole avvicinare al mondo dello spettacolo?
Oggi come oggi è molto diverso dai miei tempi. Adesso c’è molta più concorrenza. Consiglio comunque di fare tanta gavetta con tanta umiltà, studiare molto e di essere tenace in tutti i progetti che vorrebbe fare e di rinunciare facilmente al primo momento di sconforto o di difficoltà. Questo è un mestiere che alle volte diventa umiliante. Uno magari vorrebbe fare una parte e si sente negare due o tre volte o non passa i provini. Bisogna insistere, farsi largo a gomitate e soprattutto rompere le scatole (risata).
Qual è il tuo sogno nel cassetto, Gloria?
Non ne ho più, caro Gianfranco. Non ho più neanche i cassetti (risata). I miei sogni sono svaniti dopo l’incidente.
Dopo l’incidente chi ti è stato vicino. Ti ha aiutato anche la Fede?
Io sono molto concreta nelle cose. Certamente uno spera che ci sia qualcosa al di sopra di noi che ci può aiutare. Dopo l’incidente ho scoperto le persone che mi vogliono veramente bene e devo ammettere che ho scelto bene fin dall’inizio. Quelle che ho scelto non mi hanno deluso. Come dice il proverbio “E’ nella cattiva sorte che si vedono i veri amici”. E nei momenti brutti erano sempre al mio fianco. Ho avuto buon fiuto con i miei amici. Quando ho bisogno, arrivano. Con il mio mestiere si conoscono mille persone, però nella vita bisogna essere selettivi. Poi le persone non si giudicano subito, ci vuole tempo.
Parliamo un po’ di Roma, Gloria. Quando ci sei arrivata nella Capitale e come ricordi l’impatto?
L’impatto è stato bellissimo. Erano i magnifici anni ’60, quelli della Dolce Vita di Fellini. A quei tempi lavoravo molto e quindi non vivevo in pieno la mitica Dolce Vita. La prima volta ci sono venuta con i mie genitori e con mio fratellino e il primo monumento che ho voluto visitare è stato il Colosseo, tanto sentito e studiato a scuola. Ricordo che è stata una cosa emozionante. Poi ho iniziato a lavorare tantissimo in Italia e sono stata assorbita da lavoro, imbottigliata dai troppi impegni e da mille contratti, ma sempre con un pizzico di sospetto su di tutti.
Quali sono state le tue abitazioni romane?
Ho abitato in tantissime zone di Roma. Adesso sto sul più bel colle di Roma: l’Aventino. Quando scendo dal colle e vedo il Palatino non riesco a trattenere lo stupore di così tanta bellezza. Una cosa meravigliosa, credimi Gianfranco.Soprattutto d’estate, di sera, quando il sole va giù, c’è un tramonto che è unico, bello e con un cielo tutto arancione… Uno spettacolo così c’è solo a Roma.
Adesso stai all’Aventino, ma al tuo arrivo a Roma dove hai abitato?
All’inizio stavo ai Parioli, con mi sono trasferita al Trionfale e poi in centro, a piazza Barberini. Poi sulla Nomentana e ogni tanto, quando facevo teatro, prendevo un appartamento in affitto.
Cosa ti manca di Roma quando sei via?
Se sono fuori mi manca tanto la mia casa e le mie mille comodità. Vivo qui da ormai 30 anni e mi ci sono affezionata. Poi mi mancano gli amici, gli affetti. Una cosa che non mi manca di Roma sono certamente le sue strade, che non sono accoglienti per le persone come me, che vivono su una sedia a rotelle. Questo è un lato “no” di Roma.
Lo sai che l’attrice Dalila Di Lazzaro, ha avuto un incidente per colpa delle buche di Roma e ha avuto problemi con la schiena?
Si! Lo so. Ma lei non è paralizzata per niente. Ha avuto un po’ di cervicale e un po’ di problemi con la schiena ma adesso sta abbastanza bene. Lei cammina, io no, perché sono paralizzata dalla vita in giù.
Come trovi i romani, Gloria?
Sono talmente tanti anni che vivo a Roma che mi considero mezza romana o romana d’ adozione. E ti dico che bisogna capirli i romani perché a volte sono molto invadenti, però sono simpatici e tutto sommato anche comici. Un fatto drammatico lo trasformano in un fatto meno drammatico, con la loro ironia, con quel pregio che hanno di sdrammatizzare tutto. Sono spiritosissimi e hanno sempre la battuta pronta. Ti fanno ridere anche quando non ne hai voglia.
E che mi dici della cucina romana?
Non ne parliamo. A parte il Colosseo, il mangiare romano e perché no, anche quello italiano in generale, sono eccezionali. Io ho vissuto tre anni a Parigi, che è la patria della buona cucina, quella raffinata, però qui in Italia, a Roma in particolare, si mangia da Dio. Appena arrivata in Italia, andavo pazza per il parmigiano e per le vongole. Al ristorante ordinavo le vongole e chiedevo al cameriere del parmigiano da mettere sopra le vongole (risata). Il cameriere mi guardava in modo strano. Adesso quando vado al ristorante mi guardo bene dal chiedere del parmigiano da mettere sopra le vongole (risata). Quando facevo teatro, non avevo problemi di dieta e quindi mangiano anche tre volte al giorno, tanto smaltivo tutto sul palcoscenico. Con Macario abbiamo fatto una tournèe con ben 93 piazze. Abbiamo girato tutta Italia e abbiamo assaggiato tutte le specialità regionali. Sai che bellezza?
Frequenti qualche trattoria particolare di Roma?
Tante! Qui vicino a me, c’è Testaccio, che è la patria della cucina romana e ci sono tante belle trattorie come quelle di una volta. Ne frequento parecchie, quando voglio mangiare bene. Faccio delle scorpacciate di carbonara, di matriciana, carciofi, ecc…
Nei momenti liberi, in quale zona di Roma ami rifugiarti?
Meglio di dove abito io, non esiste nessun posto. Anzi, rifuggo le altre zone per tornare all’Aventino, caso mai. Gia quando sali sul colle, ti isoli dal traffico e ti sembra di stare in un altro mondo, in una specie di oasi. Qui sto bene, vivo bene, nonostante tutto, qui è la mia Roma, quella che amo e che porto nel cuore.
Cos’è che ti da fastidio di Roma?
A parte il traffico e le buche che oramai sono diventare più famose del Colosseo (risata), direi la burocrazia. Lo so che è una cosa negativa italiana, più che romana. E’ una cosa che mi fa impazzire. Invece di facilitare e snellire, sembra che lo facciano apposta a complicarti la vita. A volte basterebbe un po’ di buon senso, però la burocrazia non sa neanche cosa sia il buon senso.
Su internet ho letto una tua biografia che dice che Gloria Paul è un nome d’arte. E’ vero?
No! Paul è il mio cognome vero, è il cognome di famiglia. Su internet ci sono tante cose sbagliate. Vai su www.imdb.com e lì trovi tutto quello che mi riguarda.