Matilde Gioli amore e carriera a gonfie vele con il fidanzato Alessandro Marcucci

Questo articolo in breve

L’attrice, ora sugli schermi tv con Luca Argenterò nella seconda stagione di “Doc – Nelle tue mani” (Rai Uno), dove interpreta la dottoressa Giulia Giordano, è follemente innamorata del fidanzato, un insegnante di equitazione: «Mi sono imbattuta nel suo numero per caso, cercando su Google “passeggiate a cavallo”. Tra noi c’è una grande complicità e guardiamo al futuro insieme». E ancora: «È un uomo concreto, orgoglioso di quello che faccio e della donna indipendente che sono»

Giulia è un personaggio molto diverso e lontano da me, ma che mi sta insegnando tanto. È stato un onore portare il camice, da piccola volevo fare il medico». Matilde Gioii, una delle interpreti più in ascesa del nostro cinema e della tv, è tornata protagonista nella seconda stagione di Doc – Nelle tue mani (Rai Uno), dove interpreta la dottoressa Giulia Giordano al fianco di Luca Argenterò.

La serie è tratta dalla storia vera del dottor Pierdante Piccioni, raccontata nel suo libro Meno dodici. Per la bella 32enne va a gonfie vele la carriera, ma anche l’amore con il fidanzato Alessandro Marcucci. A farli conoscere è stata la passione comune per i cavalli e i due, come confermano gli scatti romantici postati dall’attrice, sono felici e innamorati.

Dopo il grande successo della scorsa stagione, è ripartito Doc, tra colpi di scena e new entry. Come ritroviamo in questa seconda stagione il suo personaggio, la dottoressa Giulia Giordano? «In questa stagione Giulia ha un’evoluzione, anche fisica: si taglia i capelli, come se volesse guardare verso il futuro, diverso rispetto a quello che aveva previsto. L’avevamo lasciata che non sapeva bene se rimanere o andare via, ma il Covid ha scombinato le carte in tavola.

Ha affrontato insieme al gruppo dei medici del reparto di medicina interna l’avvento della pandemia, con una serie di conseguenze sul piano personale che rimettono in gioco le sue decisioni, tra le quali trasferirsi in un’altra città e in un altro ospedale. Essendo il braccio destro di Doc sin da quando era primario, si rende conto di quanto sia importante per lui e per il reparto la sua presenza e sarà in prima linea ad affrontare una serie di vicissitudini».

A livello personale cosa ha imparato da questa serie che, oltre al filone narrativo, s’intreccia inevitabilmente con la realtà della pandemia? «Girare le scene in uh reparto Covid mi ha fatto capire quanto sia stata fortunata e privilegiata nella vita reale a non essermi mai ammalata di Covid, e nemmeno i miei cari. Sono stata in casa ma serenamente a cucinare e guardare film. Non mi sono mai lamentata, ho seguito le regole e fatto il vaccino. Insomma, non mi posso lamentare…

Ho però empatizzato molto con chi ha sofferto. Abbiamo avuto testimonianze di veri addetti ai lavori, operatori sanitari, che ci hanno raccontato cosa accadeva nei reparti durante i picchi della pandemia, nel periodo più critico. Abbiamo girato utilizzando le tute con doppia mascherina, doppi guanti, e mi sono resa conto delle condizioni difficilissime in cui hanno lavorato medici e infermieri. È stata un’occasione per riflettere su quanto sia seria la situazione e speriamo che possa fare riflettere anche gli spettatori».

Ci sono delle affinità personali e professionali che ritrova nel suo personaggio? «Giulia è una dottoressa molto seria e devota al suo lavoro, una donna lucida, precisa, puntuale. Io sono l’opposto. Non ci assomigliamo per niente, perché io sono molto empatica, quasi invadente (ndr: sorride), quindi è stato interessante interpretare un personaggio molto diverso e lontano da me, ma che mi sta insegnando tante cose e mi sta aiutando a crescere, a migliorare».

Quanto sarà presente in questa seconda stagione la pandemia? «La sceneggiatura tratta il Covid come un’emergenza, con allarme ma senza allarmismo. La racconteremo dalla parte di chi mette al primo posto il concetto di cura, ma anche con un sentimento positivo. Il messaggio che vogliamo far passare è: facciamo squadra per uscirne tutti insieme. Rimarrà comunque sempre di sottofondo come un fil rouge che legherà tutte le puntate».

Doc racconta la vera storia del dottor Pierdante Piccioni, che dopo anni si risveglia dopo un incidente. Una rinascita vista come “seconda occasione” per cambiare la sua vita. Che significato hanno per lei le seconde occasioni? Come le vive, se le coglie? «A me è capitato di avere nella vita una seconda occasione, grossa, di peso, e quando ti capita la sfrutti al meglio. Inevitabilmente, quindi, credo nelle seconde occasioni. Questo tema, come tanti altri affrontati in Doc, come hanno fatto riflettere me, credo abbiano fatto riflettere anche il pubblico, non solo sulla considerazione delle seconde occasioni nella vita, piccole o grandi che siano, ma anche, per esempio, sull’empatia nella medicina, sia dal punto di vista del paziente che del medico».

Ha conosciuto Piccioni? «Sì, e siamo diventati amici: è una persona deliziosa, ancora oggi viene sul set a trovarci. Poi lui si occupa di neuroscienze, un tema che mi affascina molto».
Quali crede siano gli elementi che attraggono il pubblico e cosa rappresenta per lei Doc «Credo che l’empatia verso i pazienti di cui si parla nella serie abbia colpito al cuore il pubblico: oltre alla cartella clinica, è importante la storia delle persone, e questo vale per tutti noi. In corsia si combatte per la vita, si soffre e si ama. Questa fiction è un lavoro che mi porterò nel cuore e il personaggio di Giulia mi ha reso felice, perché ha realizzato il mio sogno da piccola: io volevo fare il medico! È stato un onore portare il camice».

Se nella fiction non è tanto fortunata in amore, nella realtà invece sì, con Alessandro. Come vi siete incontrati? «Ero a Roma a girare la prima stagione di Doc e durante una pausa dalle riprese ho deciso di cercare su Google “attività alternative da fare a in città”. Amo da sempre andare a cavallo, lo faccio regolarmente, e così, cercando informazioni su “passeggiate a cavallo”, mi sono imbattuta nel numero di telefono di Alessandro, organizzatore di escursioni a cavallo e appassionato di natura e animali. Galeotta fu quella gita dove si è creata immediatamente sintonia…».
Avete trascorso le feste insieme sulla neve e lei ha postato una bella foto di voi due con scritto “Familia”.

«Tra noi c’è una grande complicità e guardiamo al futuro insieme. Alessandro è un uomo concreto che mi tiene agganciata alla realtà. È lontano dal mondo dello spettacolo, orgoglioso di quello che faccio, della donna indipendente che sono, ma lo sarebbe stato anche se avessi fatto un altro mestiere».