Muore Davide Vannoni a soli 57 anni, inventò il «metodo Stamina»

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Davide Vannoni, l’ideatore del «metodo Stamina», è morto questa mattina in un ospedale di Torino. Aveva 57 anni. Vannoni è deceduto a seguito di un’infezione contratta durante un ricovero, legato a problemi al rene e al cuore che si portava dietro da lungo tempo.

«Ma nulla faceva pensare a una fine imminente», commenta il suo avvocato, Liborio Cataliotti. Nel 2017, Vannoni era stato arrestato per l’ultima volta a Torino, per aver portato avanti le sue cure sperimentali in Georgia. Circa un anno e mezzo fa aveva lasciato il carcere per problemi di salute. Per un periodo era rimasto ricoverato all’ospedale Molinette, poi gli erano stati concessi i domiciliari, infine era stato liberato.

La prossima settimana avrebbe dovuto svolgersi una nuova udienza del processo a suo carico in corso a Roma. «Ci eravamo sentiti una ventina di giorni fa – ricorda Cataliotti – avevamo parlato dell’udienza di fine settembre e pianificato la strategia difensiva in vista della prossima. Eravamo molto ottimisti».

Il «metodo Stamina» è stato al centro di lunghe battaglie giudiziarie e ha diviso opinione pubblica e comunità scientifica. Famoso è stato il caso della piccola Sofia, la «bimba farfalla» morta nel dicembre 2017 a 8 anni e mezzo per una leucodistrofia metacromatica, rara patologia genetica. Poco prima dei funerali il padre della bambina si scagliò contro Vannoni: «È un millantatore». L’inventore di Stamina era stato arrestato ad aprile dello stesso anno perché continuava a praticare all’estero le cure dichiarate completamente inefficaci e che già gli erano costate una condanna in Italia e il divieto assoluto di proseguirne la pratica.

Il «metodo Stamina» si basava sull’infusione di cellule staminali e doveva servire a curare malattie neurodegenerative. Tuttavia Vannoni, che non era medico ma laureato in scienze della comunicazione, si era sempre rifiutato di svelarne i contenuti alla comunità scientifica. Il 18 marzo 2015 Vannoni aveva patteggiato davanti al pm di Torino Raffaele Guariniello una pena a un anno e dieci mesi (pena sospesa) con l’impegno a non praticare più in Italia la terapia. Già nel 2013 il ministero della Salute aveva definito Stamina una cura priva di ogni base scientifica.

Vannoni, attraverso un ricorso al Tar era riuscito a strappare il permesso di praticare le infusioni sui suoi pazienti all’ospedale di Brescia; qui i medici si erano però rifiutati di ottemperare all’ordinanza. Benché screditato davanti a tutta la comunità medica, i pazienti non avevano perso fiducia nei suoi confronti. Davide Vannoni era stato imputato poi in un secondo processo, a Torino, per tentata truffa: aveva cercato di accreditare il suo metodo alla regione Piemonte. Le accuse erano cadute per via della prescrizione.