Cocaina, è allarme sociale e non ce ne accorgiamo: siamo invasi

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C’è un mondo che sta dilagando e che sta affossando le fondamenta della nostra società senza che ce ne rendiamo conto. Certamente si parla di politici che non fanno bene il loro mestiere, della situazione degli immigrati, dell’Europa e di tutti gli altri temi, ma ce n’è uno che stiamo ignorando.

E facciamo male: la cocaina sta invadendo le nostre vite. Ormai produrla non è più così difficile e lo stesso farla entrare nel Paese via mare, tant’è che tonnellate di droga entrano in Italia (200 tonnellate nel 2019 contro le 150 del 2018) e si diffondono in tutto il territorio con tutto ciò che ne consegue: attività illecite, caos, famiglie distrutte, reati fatti per procurarsi i soldi per acquistarla o per venderla.

Un movimento economico miliardario che vale circa 300 miliardi di euro l’anno per una produzione stimata in 2 mila tonnellate di cocaina di cui 700 riservate all’Europa e gli altri nel Nord America. Un mercato che però ha un solo scopo: rovinare la vita delle persone. Le forze dell’ordine cercano di fare ciò che è possibile: ad esempio sono state sequestrate 5 tonnellate di droga nei porti italiani (+168% rispetto al 2018) e ci si riferisce a tutti i porti, da quello di Gioia Tauro a quello di Genova.

Poi ci sono i porti internazionali: Algeciras, Valencia, Barcellona, Rotterdam, Anversa, ormai la cocaina arriva ovunque. Cocaina che è la droga più consumata in assoluto, come risulta dal report pubblicato da “Addiction” condotto da una rete di gruppi di ricerca guidati dalla Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dall’Istituto norvegese per la ricerca sulle acque, col supporto dell’agenzia europea sulle droghe.

Lo studio è basato sui dati raccolti dal 2011 al 2017: sono state analizzate le urine nelle reti fognarie urbane (tecnica ideata dall’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri) scoprendo che la benzoilecgonina, il principio attivo della cocaina, è il più diffuso in Italia, in Svizzera, in Germania, in Gran Bretagna e nella penisola iberica. In Italia il consumo è aumentato negli ultimi anni passando da 281-331 mg ogni mille abitanti al giorno del periodo 2011-2013 ai 329-373 mg del periodo 2014-2017. Sono state riscontrate anche tracce di metanfetamina ed ecstasy ma in quantità minori. Quasi nullo il consumo di amfetamina.