“Lascia il gas aperto e passaci sopra il bambino”, ma anche “inzuppagli il ciuccio nel bicchiere di rum”. Sono queste le cose che si dicono i genitori quando un bimbo non smette di piangere o non ne vuole sapere di dormire. Cose che si dicono ma che raramente (per fortuna) si fanno. Eppure a volte capita e di rado può succedere anche che la vicenda prenda una piega dannatamente drammatica. Siamo in Russia dove una giovane mamma, Nadezhda Yarych, è indagata per aver fatto ingerire al figlio di otto mesi della vodka.
Ma l’accusa più grave è quella di averne provocato la morte (il 5 gennaio scorso). Tutto è iniziato una settimana prima: la donna aveva portato per ben quattro volte il piccolo Zakhar all’ospedale di Shebekino, nella regione occidentale della Russia, più precisamente Belgorod Oblast. I medici avevano da subito riscontrato un’infezione virale e per questo volevano ricoverarlo per tenerlo sotto osservazione. Ma lei ogni volta si è rifiutata. E così alla fine è tornata a casa, e per non essere infastidita dal pianto, gli dato della Vodka nel biberon.
In quei giorni aveva le ferie e quella sera “voleva festeggiare senza essere disturbata”, hanno riportato i media locali dopo aver ascoltato alcuni parenti della donna. E sempre fonti vicine alla famiglia hanno riferito al quotidiano Yarych che “non voleva trascorrere il periodo delle vacanze in ospedale con il suo bambino, non pensava si trattasse di una cosa grave”. Una storia che ha sconvolto l’intera comunità di Shebekino.
La polizia da subito ha fiutato che qualcosa non tornava sulla fine del piccolo Zakhar e così le indagini si sono subito concentrate sulla madre e suo marito, Mikhail Yarych, che è il patrigno del bambino. Ora sono entrambi indagati con accuse diverse: lei per aver provocato la morte di suo figlio, lui perché era a conoscenza del folle gesto e non ha fatto nulla per evitarlo.
Non sono stati divulgati i dati relativi alla somministrazione di alcol, ma si può tranquillamente dedurre che la quantità di vodka nel biberon sia stata esagerata, tantissima, praticamente più alcol che latte. Una vicenda orribile che ci ricorda quanto siano delicati i corpi dei nostri bambini, non di certo pronti agli stravizi degli adulti e soprattutto alle loro “dosi”.