Coronavirus, “fuga” da Milano: la stazione ferroviaria presa d’assalto da centinaia di persone

Centinaia di persone stanno prendendo d’assalto le stazioni ferroviarie di Milano e del resto della Lombardia dopo la decisione del governo – che dovrebbe diventare ufficiale nelle prossime ore – di decretare la zona rossa in tutta la regione.

Le immagini che arrivano dal capoluogo meneghino sono emblematiche: biglietterie automatiche prese d’assalto, vagoni che si stanno riempiendo all’inverosimile in barba alle indicazioni più volte ripetute in questi giorni, in particolare quella di evitare assembramenti e mantenere una distanza di almeno un metro uno dall’altro. Lo stesso avverrà nelle prossime ore e nella giornata di domani nelle altre province interessate dal decreto, quelle di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria, aree del paese dove non si potrà più entrare e da dove non sarà più possibile andarsene salvo motivi “gravi e indifferibili”.

Coronavirus, cosa prevede il nuovo decreto del governo

L’ingresso nelle regioni e nelle province colpite dal provvedimento sarà consentito solo per “motivi gravi e indifferibili” e le limitazioni saranno tassative e molto strette: porte chiuse in chiese, musei, palestre, piscine, teatri, si fermeranno tutti i concorsi pubblici salvo quelli per il personale sanitario, oggi più che mai indispensabile per contrastare la diffusione del coronavirus. I negozi potranno continuare a restare aperti, a patto però di rispettare la distanza di un metro tra le persone, altrimenti i titolari saranno sanzionati.

Qualora mantenere le distanze risulterà impossibile per motivi strutturali, è prevista la chiusura. Nei luoghi di lavoro saranno annullate le riunioni e incentivato – laddove possibile – lo smart working. Le limitazioni nelle zone rosse riguarderanno la mobilità interna, che dovrà essere contenuta per evitare l’aumento dei contagi. Finora molte persone hanno contratto il virus negli ospedali: e proprio per questo motivo il Decreto dovrebbe prevedere il divieto di accesso ai pronto soccorso e agli ospice.